lunedì 21 maggio 2012

La FINANZA della R.S.I.

Premessa

Nel  perdurante clima di disinformazione - relativamente all'assetto economico-finanziario e alla crisi in atto - nessuno parla di sistemi alternativi per arginare ed abbattere la stretta creditizia e, soprattutto, cosa assai più importante, tutti si guardano bene dall' annoverare persone e fatti pregressi che invece risulterebbero assai utili per risolvere una volta per tutte il problema alla radice. Nessuno ricorda, per esempio, cosa accadde durante la repubblica di Weimar e, soprattutto, come e da chi fu risolta... Nessuno ricorda, altresì, come Benito Mussolini, appena nominato Presidente del Consiglio ad appena 39 anni, abbia assunto - ad interim - anche le cariche di Ministro degli Esteri e degli Interni, con una speciale delega all'economia; e come riuscì nei primi tre anni a dipanare ogni disavanzo primario e a raggiungere l'agognata parità di Bilancio, tanto che persino Luigi Einaudi lodò quanto fece l’allora presidente del Consiglio. Si ricordano viceversa gli incarichi recenti del Presidente Monti come commissario UE dimenticando, però, che egli fu già consulente durante il governo De Mita dell’ex ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino che l’aveva nominato in tre commissioni, incaricate di ridurre la spesa e il debito. Purtroppo – sia detto per inciso – il debito pubblico aumentò del 44,5% in quei tre anni e la spesa pubblica del 45,9 % tant’è che nel ‘92 il nostro “eroe” se ne tornò con la coda fra le gambe all’università (forse per riprendere gli studi)  lasciando  l’Italia in balia di se stessa. L’elenco dei “guastatori economici” potrebbe continuare per ore, ma ritengo inutile andare avanti. In tempi bui, di mestissima crisi finanziaria, nessuno parla della vera origine del debito pubblico che non è dovuta esclusivamente a sprechi e ruberie . ma soprattutto al fatto che né lo stato nè tantomeno il popolo sono proprietari della moneta.
Pochi parlano dei casi attuali della Grecia e dell'Argentina... che non sono retti da regimi dittatoriali o autoritari che dir si voglia,  ma che rappresentano - soprattutto nel caso islandese - una prova lampante e inimitata di democrazia reale e sostanziale.
Le uniche parole che ci sentiamo ripetere sono quelle assimilabili alla strategia del ricatto, alla tattica dell'usuraio mascherato che con la bocca fa finta di concedere e poi arraffa tutto con ambedue le mani. Si afferma infatti: Se non seguirete la nostra "ricetta" faremo la fine della Grecia, i suicidi anziché diminuire aumenteranno in modo esponenziale ecc. 
E' chiaro che quando la situazione si fa critica ecco arrivare puntuale il ricatto: sia esso fiscale, oppure relativo alla politica economica da adottare.
Si tratta in effetti di una vera e propria strategia terroristica, per chiudere la bocca a chi non si allinea al mainstream, e vuole arginare l'ondata pervasiva di tasse e rincari che colpiscono tutti, in specie i ceti meno abbienti.