sabato 25 ottobre 2014

L'attitudine umana (troppo umana) a delinquere


La Delinquenza è nata con l'uomo. Tuttavia, mai si è vista agguerrita ed organizzata come oggi. Forse perché essa rappresenta una risposta alla cosiddetta "società a due piani", di quelli che si trovano in alto, che sanno e possono, e di quelli che si trovano in basso, che non devono sapere bensì agire. Un salto di qualità la delinquenza l'ha fatto in America, negli anni '30, durante il proibizionismo. Fu allora che essa si specializzò nel gangsterismo. Una peculiarità, quest'ultima, molto apprezzata oggidì, soprattutto negli ambienti bancari, i quali sottraendo la violenza diretta, hanno intanto aggiunto il ricatto e l'intimidazione... che però, a quanto è dato sapere, sono oggi parti integranti dell'economia "democratica". Per questo oggi diventa un fatto quasi naturale rivolgersi indifferentemente al gangster o al banchiere: cambiano i metodi ma il risultato è pressoché identico.
Dopo l'ultimo conflitto bellico, i gangster sono sbarcati in Sicilia a fianco degli alleati e sono stati accolti dagli indigeni italici (italioti) come "liberatori". Costoro, dopo aver rieducato i banchieri nostrani, hanno sostituito la "civiltà del Lavoro", creata nel "vituperato ventennio", con quella del "Tempo libero", tanto che oggi, ancora molti giovani rimangono perennemente in vacanza a far compagnia ai loro genitori appena licenziati. Inoltre, non soddisfatti, hanno abolito la tanto odiata società gerarchizzata, per sostituirla con la carnevalizzazione della politica, dove un governo durava quanto una stagione. Poi, con la stagione di Tangentopoli, si è chiusa definitivamente anche l'epoca dei governi balneari. E' nata la seconda repubblica che ha visto tra i suoi protagonisti principali un imprenditore che ha portato in parlamento una ventata di freschezza.
La nuova industria dello spettacolo è sbarcata così a Palazzo Chigi: nani e ballerine hanno "danzato" per quasi un ventennio, offrendo la rivoluzione della fluidità e dell'avidità. Un lavoro non privo di rilevanza, proteso a coltivare nuove intelligenze: l'arte dell'imbroglio e l'inclinazione al meretricio. Il Cavaliere ha offerto così alla delinquenza una funzione salvifica e sociale. Ha costituito un trait d'union fra i due piani, fra quelli del piano alto e i sudditi sottostanti. Solo così un solerte finanziere - che dovrebbe arrestare chi naviga negli imbrogli - diventa suo prezioso collaboratore. Solo così un'immigrata marocchina (minorenne) è riuscita a far impallidire la città di Arcore. Solo così si comprende il perché la gente delinque, perché a farlo in modo proficuo, siano soprattutto i banchieri, gli alti funzionari di stato, gli ufficiali dei Carabinieri e della Finanza.   La delinquenza diventa così fattore sociale democratico unificante. Una risposta la si potrebbe rintracciare infine nella noia che questo carnevale americano - a lungo andare -  instilla nei suoi sudditi. In questo mondo di contabili ipocriti e bugiardi, delinquere è forse l'unico rimedio alla noia. Una via di uscita alla solita routine, o da una vita senza ideali, e perciò, priva di qualsiasi significato.

venerdì 24 ottobre 2014

Globalismo: una parola, molti significati


Il diavolo sotto mentite spoglie

C'è ancora chi, nonostante la crisi, nonostante tutto, continua imperterrito a tessere le lodi del Globalismo. Mi chiedo: ma sanno esattamente cosa significa? Per i più informati è solo una ripetizione su scala planetaria del colonialismo. Per altri, i "VIP", il mezzo per superare frontiere ed oceani, e vivere il mondo in tempo reale. Per me il globalismo è un cancellino. Cancella i legami fra l'uomo e i luoghi in cui è nato e cresciuto; cambia incessantemente le abitudini e i costumi, i sapori e gli odori dei suoi piatti; impone i suoi diktat in tutti i campi, ti dice cosa fare e cosa no, ma ti fa credere di essere tu a scegliere; fa SCOMPARIRE i ruoli e le gerarchie, rendendo tutto interscambiabile: uomini fanno e donne fanno gli uomini. Disintegra la religione che un tempo univa e divide ciò che era unito. Il globalismo, insomma, è il demonio.

martedì 14 ottobre 2014

MANI DI FANGO



Il fango di Genova è diventato una cartina di tornasole per il cosiddetto "Bel Paese". Esso rappresenta, in modo assai emblematico, il nostro governo: parolaio, inefficace, vergognoso e mendace. In particolare rappresenta anche la sconfitta del Nord "pragmatico", oltre che dell'intero centrosinistra.
Il giorno dopo l'ennesimo alluvione che ha fatto esondare i fiumi, rompendo tutti gli argini, ci si chiede ancora come sia stato possibile tutto ciò. La risposta non è una ma non è difficile a darsi: abusivismo edilizio, cattiva amministrazione, incuria, mancato rispetto dell'ambiente e del territorio. Tutte cose arcinote. Tutte cose che in altri tempi non sarebbero passate inosservate e che, invece, oggi, sono all'ordine del giorno. Prendersela dunque con il solito "destino cinico e baro" è un'impresa ardua che non regge alla prova dei fatti.
Il guaio è che la città di Genova non è la sola città ad essere interessata da questo increscioso fenomeno. Notizie simili ci arrivano da Parma e da altre zone limitrofe in Piemonte. Allora, se le cose stanno così, perché non prendersela con coloro i quali si sono resi responsabili di tutto questo? Presto detto.
Non è possibile. In vero, qui, non si tratta solo di denunciare chi aveva il dovere di sorvegliare ed avvertire in tempo utile cosa stava accadendo in questo stramaledetto paese... Qui si tratta di mettere la parola "FINE" a ciò che da tempo accade nella totale indifferenza di tutto e di tutti!
Basti pensare all'ex ministro Claudio Burlando, ora governatore della Liguria, nonché commissario ad hoc, guarda caso, proprio per le alluvioni. Poi c'è il sindaco Marco Doria, anche lui di centrosinistra, e anche lui in carica da moltissimo tempo (più d'un ventennio).  A ciò aggiungiamo che l'attuale presidente del Consiglio è, pure lui, di centro sinistra, si è tenuto per sé la delega alla Protezione civile, cercando maldestramente di emulare uno come Benito Mussolini.
Eppure, nominando, non impropriamente,  il vituperato "Ventennio", viene da dire che Mussolini fece cose assai egregie, in tal proposito.
Penso, per esempio, alla Tutela paesaggistica ed idrogeologica. Cose che adesso invece cozzano con la devastante, demenziale  cementificazione dei suoli agricoli e la cessione dei terreni demaniali ai privati, o all'inquinamento atmosferico, della terra e delle acque.
In questo stramaledetto paese, ci vorrà una persona che, oltre ad assumersi le responsabilità delle cariche che occupa,  sia anche e soprattutto veramente RESPONSABILE?