martedì 15 marzo 2016

Drieu La Rochelle: una vita per l'Europa

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 Nel marzo del '45 mentre, in un clima da crepuscolo degli Déi, la soldataglia yankee sta marciando su Parigi, muore suicida Drieu La Rochelle,  uno dei maggiori esponenti del gruppo del cosiddetto "romanticismo fascista”.
L' idea del suicidio aveva attraversato la sua vita, come un filo rosso; a 7 anni di età in preda alla tristezza si punta un coltello al cuore, meditando il suicidio.
Il 20 agosto del 1914, nauseato dal meccanicismo della guerra moderna,dopo l' estasi eroica di una carica alla baionetta a Charleroi, vuole spararsi una fucilata, ma é dissuaso da un commilitone.
Il suicidio di DRIEU non va assolutamente interpretato come atto di viltà per sottrarsi al plotone d' esecuzione o come il riconoscimento di una sconfitta delle proprie idee; egli non é né un vile né uno sconfitto.

   Il diritto di disporre della propria vita da parte di chi é giunto a dominare le proprie passioni e gli eventi che lo avvincono era affermato - in un contesto non cristiano - dallo stoicismo ( in modo particolare da Seneca ) e da altre dottrine consimili.
La vita terrestre veniva considerata come frutto di una libera scelta avvenuta in epoca prenatale, quindi l' uomo era totalmente padrone della propria esistenza.
Tuttavia Evola (2) avverte in ogni caso nel suicidio una componente "umana troppo umana" poiché chi ha raggiunto una dimensione superiore della esistenza avverte che " l' insieme di questa esistenza non é che .... un viaggio durante le ore di notte, come dicono gli orientali, un breve transito " e troncarla in modo violento significa una debolezza, qualcosa di non risolto e placato dal senso dell' eternità ... tanto più che si può sempre esasperare la vita come prova attraverso le vicende eroiche di una guerra, l' alta montagna, vi sono mille possibilità per porre al destino una domanda più perentoria ... ed avere dalle cose stesse la risposta della misura, in cui esiste una ragione profonda, impersonale del continuare qui una vita umana.
  
    Il suicidio di La Rochelle, motivo conduttore di diversi romanzi, segue una sua linea evolutiva; mentre in "Feu follet" (1939) il suicidio di ARigaut ha un carattere meramente dimostrativo e vuole lasciare sugli altri "una macchia indelebile ... voi non pensavate a me, ebbene non mi dimenticherete più" denotando qui di un forte attaccamento alla vita che solo in questo modo può essere vissuta dal personaggio; in Gilles che fa la scelta suicida di restare con i franchisti in una roccaforte assediata e nell' "Uomo a cavallo" dove JTorrijos il protagonista  che mescola il sangue degli Incas e dei conquistadores spagnoli "si inoltra in una giungla ostile il suicidio ha il carattere di un atto sacrificale "il sacramento ritrovava tutto il suo significato. La vita e la morte si congiungevano nell' ostia, la vittima innalzata dal prete. Gesto eterno di tutte le religioni, il sacrificio che non fa altro che radunare e stilizzare il gesto del la vita.
L' uomo nasce per morire, e non é mai così vivo come quando muore. Ma la sua vita ha senso solo se la dona invece di attendere che gli venga ripresa", così pure nei "Cani di paglia" dove l' identificazione di Constant, che si fa saltare in aria assieme agli occupanti di un deposito d' armi, é totale. Il sacrificio attuato dallo scrittore normanno, attento lettore delle Upanishad, può essere assimilato al sacrificio dei legionari rumeni della Guardia di Ferro che nel la dottrina legionaria era giustificato ( 3 ) alla luce di quella che Mircea Eliade – il quale fu membro di un Cuib della Guardia - chiama la teoria arcaica della rigenerazione periodica delle forze sacre.
  
pierre-drieu-la-rochelle   L' uomo arcaico  - dice Eliade - rinnova, col sacrificio, l' atto creativo delle origini, per impedire l’ esaurirsi della forza sacra; ebbene il sacrificio legionario é appunto un sacrificio "arcaico", perché i militanti della Guardia dichiarano di sacrificare se stessi per rigenerare la stirpe e impedirne la scomparsa".
Allo stesso modo Drieu si è immolato come vittima sacrificale per fare risorgere l' Europa.
L' europeismo di Drieu deriva dalla consapevolezza del declino del ruolo della Francia nel contesto continentale come pure l'accettazione del ruolo egemone della Germania, poiché(4)
"il predominio di 85 milioni di tedeschi su 200 milioni di europei, è inevitabile  per la sopravvivenza dell' Europa in un secolo di grandi imperi e di grandi autarchie, di fronte alla massa americana di 200 milioni dominati dal vecchio nucleo anglo-sassone, di fronte alla massa asiatica di centinaia di milioni dominata da 85 milioni di giapponesi, alla massa russa di 180 milioni, o meglio di 90 milioni di ucraini e il resto confuso degli allogeni. In questa Europa e su questo pianeta, è terminato il ruolo della Francia inteso nel senso tradizionale degli ultimi secoli, come nazione assolutamente autonoma e sovrana ".

La patria che vuole costruire sarà “compatta come un blocco d' acciaio, come una calamita. Tutta la limatura d' Europa vi si aggregherà per amore o per forza ... e allora davanti a tale blocco l' Asia, l' America, 1' Africa diventeranno polvere.
Tuttavia in seguito, negli anni del collaborazionismo, denuncerà i limiti della politica dei tedeschi considerata meramente espansionistica.
Di diverso parere a tale riguardo é (5) il Marengo secondo il quale:
"invece di occupare tutta la Francia, dall'Atlantico al Mediterraneo, invece di impossessarsi del Marocco e della Tunisia sino alla fine della guerra, Hitler si lasciò andare al romanticismo, alla generosità.  Non fu un vincitore dei francesi, fu un amico. Tre anni dopo dalle coste dell' Africa francese doveva partire l' attacco alleato preludio della vittoria ".
Drieu avverte la decadenza che pervade la Francia, l' Europa, come qualcosa di palpabile " io soffro per il corpo degli uomini,...che cosa orribile camminare per le strade e incontrare ... tanta tristezza, tanta imperfezione: schiene curve, spalle cadenti, ventri gonfi, cosce magre ..." e crede nell' azione rivitalizzante del fascismo.
Dalla constatazione di tale decadenza deriva l' avversione per l’ebreo che considera "il tipo perfetto del decadente" il democratico borghese; i francesi stanno per diventare quello che già i giudei erano diventati " i Giudei prima di essere giudei, erano stati ebrei, come i Greci erano stati gli Elleni prima di diventare Greci".
Lo scrittore normanno è anche nettamente contrario a considerare i tedeschi unici rappresentanti della stirpe ariana (6) "non dimentichiamo che cos'era l' Italia romana.
Era completamente celtica nella valle del Po; d'altronde i romani erano un popolo chiara mente ariano, strettamente imparentato nella sua struttura sociale e spirituale sia con l'India vedica che con la Gallia celtica e la Germania.
La contrapposizione tra mondo latino e germanico, o fra mondo latino e celtico deve essere ... esaminato alla luce delle nuove vicende storiche ... in Italia vi sono molti elementi nordici: celti e romani nell' antichità,
longobardi e normanni più tardi" agli auspica un ritorno ad una unione continentale simile al Sacro Impero romano germanico sotto le insegne del Nuovo Ordine- avente la stirpe germanica come elemento unificante.
Durissimo é il giudizio sul Comunismo, dal quale pure era. stato tentato, che considera
"una manifestazione fatale di impotenza, di miseria e di disastro ... seduto nel bel mezzo dei libri magici di economia politica, il comunismo diviene Karl Marx, l'ebreo dalla grossa testa pelosa che, tranquillamente combina le rivoluzioni armate. Ma i figli di questo mostro, i marxisti, sono ancora più irreali ed inefficaci del loro padre.
annunciano ogni mattina ...la dittatura del proletariato ... ma basta l' apparizione di quattro squadristi armati di manganello ... perché si trasformino in fuggiaschi, in esiliati … a meno che come in Russia, in seguito ad una catastrofe militare, non vi sia nessuno a fronteggiarli".
Parimenti "detesta la democrazia, il parlamento, i marchesi patrioti e affaristi, i deputati avvocati, il partito radicale con i suoi comitati massonici e il suo senato di vecchi sadici... -a posizione di Drieu nel campo spirituale non appare delineata in nodo del tutto chiaro e univo co poiché se da un lato, é decisamente avverso (7) "all'opposizione fra cristianesimo e paganesimo, in cui Nietzsche si è chiuso ... Nietzsche opponeva ingiustamente il cristianesimo attuale, che é interamente degenerato ed imbecille, al paganesimo" poiché "i semiti devono tutto quello che di più alto ha la loro religione a popoli non semitici ... agli egiziani, ai sumeri che hanno ispirato i Caldei - e agli ariani. Tutto quello che é nella Cabala si trova già nelle Upanishad ... in Pitagora e Platone ... e attinge sia alle più antiche dottrine ariane, sia alla più recente di esse, la filosofia di Platone".
Inoltre afferma che l' idea di trinità, essenzialmente dialettica è inconcepibile al di fuori dello spirito greco ed auspica una riconciliazione fra il complesso pagano e quello cristiano; e tale sforzo di riconciliazione, si apre in un contesto del tutto diverso, si può trovare anche nelle teorie di Herman Wirth, studioso olandese (8) secondo il quale il cristianesimo avrebbe origine dalla tradizione conservatasi fra un gruppo atlantico della Galilea, paese ricco di tracce della civiltà megalitica solare.

Gli episodi più salienti della vita di Gesù, fino alla sua crocifissione, che riprende il tema del dio-anno, sarebbero prove, simboli della tradizione nordico-atlantica. Cosi il Wirth parla di un monoteismo nordico primordiale e di un cristianesimo nordico  - cosmico-   che risalirebbe dunque a migliaia di anni avanti Cristo e non avente, naturalmente, che fare con  gli ebrei, dall’altro afferma che “io dico Dio per abitudine occidentale. Ma questa  parola non ha nulla da spartire con la nozione grossolana e ridicola del Geova ebraico. Non esiste tanto  Iddio quanto il divino; quel che gli indiani chiama no il sè, l’Atman, con altra espressione, il Brahman, inoltre, Drieu in assonanza con Meister Eckhart considera l’anima increata ed increabile e si reputa estraneo all'idea cristiana della creazione ex nihilo dell’anima.
Nell'evocare gli spiriti che vegliano sulle vette al di sopra dei due versanti del pensiero ariano: l’indiano e l’occidentale, trae alcuni principi di tale spiritualità: il sentimento di consanguineità con gli dei (agli dei bisogna farsi simili non agli uomini da bene; Plotino) , la rivalutazione del mondo, dei “corpi”, intesi come epifania del divino (dottrina dell’emanazione di Plotino).Ma ormai tutto è inutile gli spiriti evocati non rispondono, le lenti Gog e Magog imperversano e l’Europa se ne va a pezzi sospinta dai quattro venti del disastro: vento asiatico, vento slavo, vento ebraico, vento americano, e dal quel giorno , come afferma Adriano Romualdi, è sceso un solstizio d’inverno, un’interminabile solstizio di servi e di vergogna. Ma anche nel Kaly-Yuga più oscuro e tenebroso è sempre possibile la resurrezione della luce.
Loris Malagoli.
Articolo apparso originariamente sulla rivista mensile "AVANGUARDIA", n.38 del Maggio 1988.
Note:
  1. termine adottato da Paul Serant come titolo di un suo libro sui principali esponenti della cultura fascista in Francia; Drieu la Rochelle, Brasillach, rebatet, Alphonse de Chateaubriand, Abel Bonnard.
  2. ETICA ARIA pagg.8-10; Quaderni Evola – Edizioni Centro Studi Evoliani-.
  3. Claudio Mutti: Spiritualità legionaria-Domani n.2/3 pag.55 e Miercea Eliade; Trattato di Storia delle religioni, pag. 359.
  4. Nouvelle Mesure de la France, 1940, Drieu La Rochelle.
  5. P.Marengo, L’Ultimo signore degli Arii, Padova 1980, pag. 20.
  6. Drieu La Rochelle, N.R.F. 1940.
  7. Drieu La Rochelle, Le Journal d’un delicat, e “notes puor comprendre le siècle”, 1941, pag. 26
  8. Julius Evola, Il mito del Sangue, Padova, 1978.
Testi  critici su Drieu La Rochelle, AA.VV. Drieu La Rochelle, il Mito dell’Europa.
Diorama Letterario n.39-40, 1981
TARMO KUNNAS, la tentazione fascista, Akrpopolis, 1982
ZEEV STERNHELL, nè Destra, né Sinistra: la nascita dell'ideologia fascista, Akropolis, 1985