IL GRANDE TRADIMENTO (The Great Betrayal)
Pubblicato dalla Commissione Nazionale per la Riforma Giudiziaria
- P.O. Box 1105 Staunton, Virginia 24401
Prima edizione - 1991 Eustace Mullins
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Traduzione curata da Massimo Guerrieri
La diffuzione di questo documento è libera. Alterazioni o
combiamenti del testo non sono permessi.
In parentesi [], note e precisazioni del traduttore.
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Video - Introduzione a
Eustace Mullins | M. Guerrieri
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NOTE SULL'AUTORE
Per quasi mezzo secolo, Eustace
Mullins ha ricercato e scritto di questioni giornalistiche di interesse
nazionale. Per ogni argomento trattato, Mullins propone un punto di vista unico
e personale mai influenzato da alcuna influenza di ordine politico o economico.
Nato in Virginia, è diretto discendente di William Mullins, uno dei firmatari
del Mayflower Compact, il primo codice di governo scritto nel Nuovo Mondo. Ha
servito per trentotto mesi l'Aviazione Americana durante la II Guerra Mondiale.
Ha studiato alle università di Washington, di Lee, dell'Ohio, del North Dakota;
all'Istituto di Arte Contemporarea e alla scuola delle Belle Arti di San Miguel
de Allende, in Messico. Il nome, Eustace, in aramaico, la lingua parlata da
Gesù Cristo, significa "Giustizia di Dio uguale per tutti". Il suo
lavoro di ricerca è stato possibile grazie agli insegnamenti del poeta Ezra
Pound, tra i cui allievi si trovano altri quattro imminenti nomi della
letteratura come William Butler Yeats, James Joyce, Ernest Hemingway, e T.S.
Eliot, insigniti poi del Premio Nobel per la letteratura. Eustace Mullins è
stato anche allievo di George Stimpson, fondatore del National Press Club di
Washington, che fu il giornalista più rispettato a Washington negli anni
‘50-‘70. Lavorò infine con H. J. Hunt, uomo d'affari e patriota che si adoperò
per tutta le vita alla ricerca del buon governo. In memoria di Ezra Pound,
Mullins fondò nel 1972, l'Istituto della Civiltà, con lo scopo di continuare il
lavoro pionieristico del poeta in letteratura ed economia.
PREFAZIONE
Questa è la storia del Grande
Tradimento. Nel corso del XX secolo, gli americani si sono come assuefatti e sono
diventati insensibili, alle continue accuse, le testimonianze e le audizioni
pubbliche che hanno interessato i ripetuti tradimenti della nostra Repubblica.
Perché ci sono stati così tanti piccoli tradimenti, invece di un unico grande
tradimento? La storia di questo secolo ha confermato la forza dell'ammirevole
concezione di Stato che i Padri Fondatori concepirono. Essi inclusero nella
Costituzione così tante salvaguardie, precauzioni e protezioni, per garantirne
la sicurezza a vantaggio delle generazioni successive, in maniera tale che
nessun atto singolo di cospirazione avrebbe potuto distruggerla. Né Benedict Arnold [generale della guerra di rivoluzione,
poi condannato per alto tradimento], né
Franklin Delano Roosevelt, agendo da soli, non importa quanto premeditato
potesse essere l’alto tradimento, avrebbero potuto indebolirne la sua solidità.
Così come, nemmeno i barbari Thuggees [gangs indiane], avrebbero potuto
prendere possesso della nostra cultura senza combatterla a lungo. Per questo
motivo il processo di tradimento si è protratto per un periodo di diversi anni.
Nel
ricostruire tale processo il sottoscritto ha dedicato una cinquantina di anni
di ricerca, cercando di individuare la "Chiave Dorata della Distruzione”,
che ha avuto la capacità mortale di determinare la terribile situazione nella
quale ci troviamo oggi. Il nostro Colosso di Libertà, così abilmente costruito,
ha tenuto alla larga i cani ringhiosi e le porcherie dei nostri nemici per un
tempo considerevole, ma inevitabilmente, in una fase di difficoltà, si è
arrivati al momento struggente quando la lama si è infilata nel cuore della
nazione. Durante questi decenni, chi scrive, come Sherlock Holmes, si è
prodigato alla ricerca delle prove, cercando la documentazione dei crimini perpetrati
dal nemico contro di noi. C'era materiale più che sufficiente per tenermi
occupato per molti anni, con sempre nuovi elementi di prova, aggiungendo giorno
dopo giorno nuovi elementi del puzzle utile al completamento di un quadro più
completo. Man mano che l'insieme delle prove si facevano sempre più voluminose,
il loro progetto diveniva sempre più chiaro, fino a che, alla fine, mi resi
conto che ero sul punto di rivelare l'apostasia di coloro che hanno dedicato la
vita al fine di distruggere la Repubblica Americana. Ho trovato quest'ultima e
più schiacciante prova, non in qualche oscuro protocollo dei cospiratori,
nascosto in qualche recesso polveroso, ma nei nostri Archivi Nazionali. Il
segreto è stato trovato proprio nel testo più sacro la Costituzione degli Stati
Uniti d'America. Questa scoperta significa forse che nel profondo delle
disposizioni della Costituzione i Padri Fondatori avevano, o per ignoranza, o
forse per errore, incluso qualche frase nascosta tale che questa potesse essere
il tallone d'Achille del nostro paese? Niente affatto. Se i Padri Fondatori
avevano commesso un errore, era quello di essere stati troppo zelanti, perché
fecero di tutto per essere sicuri che nessuna porta fosse stata lasciata
aperta, nessun aspetto fosse lasciato incustodito, per prevenire l'azione delle
vipere che, lavorando dall'estero o dall'interno del paese, non avrebbero
esitato a porre fine alla Repubblica, dando un colpo mortale all'esperimento
più nobile per l'uomo che si chiama Libertà. Nella Costituzione, ci sono poche frasi che, nonostante gli sforzi
frenetici di demagoghi e rinnegati, potrebbero essere mal interpretate.
Tuttavia ho trovato nel Preambolo della Costituzione, una frase che riflette la
più alta aspirazione del Padri Fondatori, una frase che appare ancora
nell'Articolo 1, Sezione 8. Sarebbe difficile interpretarle in maniera
ambigua tale da dare adito ai demagoghi e tuttavia questo è ciò che avvenne.
Attraverso questo libro abbiamo un duplice scopo, da un lato, spiegare come
uomini spietati usarono queste parole per promuovere il loro grande complotto
contro l'America; dall'altro, analizzare le strategie che loro utilizzarono per
sovvertire il vero significato di “general Welfare” come chiave di volta per il
loro Stato Sociale negli Stati Uniti. Fu dai poteri derivati di questo
complotto che iniziò da parte di costoro ciò che, in maniera confidenziale ed
affettuosa, chiamano "Nuovo Ordine Mondiale''.
INTRODUZIONE
INDICE
Capitolo I
- Jefferson e/o Hamilton … 1-2
Capitolo II
- Lo Stato Sociale [Welfare State] … 3-4
Capitolo III
- La Costituzione … 4-6
Capitolo IV
- Lo Stato Sociale come Organizzazione
Criminale … 6-8
Capitolo V
- Questa Onorabile Corte … 8-10
Capitolo VI
- Il Futuro dell'America … 10-11
Video 1. "The Great
Betrayal" di E. Mullins | M. Guerrieri
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Capitolo I - Jefferson e/o Hamilton
Nel corso degli ultimi
cinquant'anni, ho trovato un filo conduttore ricorrente grazie alle prove che
ho accumulato in riferimento le influenze nascoste che hanno lavorato per
distruggere la nostra nazione. Questo filo conduttore è ricorrente nella storia
del popolo americano. Questo lo si ritrova nella contrapposizione degli ideali
tra due uomini, Thomas Jefferson e Alexander Hamilton, che nel corso della loro
carriera politica ebbero due orientamenti divergenti di pensiero, in relazione
al conflitto inconciliabile, e ancora irrisolto, tra coloro che credono nel
popolo degli Stati Uniti, pensiero di Jefferson [per cui ogni individuo nasce
libero e sovrano], e coloro che credono solo nelle macchinazioni sfrenate e
nascoste di una certa oligarchia, pensiero di Hamilton [che era inglese e si
curava di più
degli interessi della
Banca d'Inghilterra che degli Stati Uniti d’America]. Nel mio primo lavoro
"Mullins sulla Federal Reserve," ho discusso le forze opposte che
rappresentarono questi due uomini e l'influenza che queste hanno avuto nella
storia della nazione. Queste diverse contrapposizioni di pensiero divennero
evidenti, durante la scrittura vera e propria della Costituzione nel 1787 a
Philadelphia. L'Articolo 1, Sezione 8, tratta molti dei punti su cui Jefferson
e Hamilton discussero a lungo. Uno dei più importante è la norma che recita:
"Il Congresso avrà le seguenti attribuzioni: imporre e riscuotere le
tasse, imposte di bollo, dazi sulle importazioni e imposte indirette, pagare il
debito pubblico e provvedere alla difesa commune e al benessere generale degli Stati Uniti…”
Questa
questione divenne cruciale, dopo l'adozione della Costituzione da parte
degli
Stati, quando Alexander Hamilton cercò di costituire una nuova banca
centrale,
la Banca degli Stati Uniti. Thomas Jefferson, in una brillante
disquisizione,
analizzò i principali argomenti contro la sua apertura. Il coraggioso
discorso Jefferson però non impedì il prevalere delle forze provenienti
dall'Europa che furono
determinati e la prima banca centrale degli Stati Uniti fu instaurata
[1791-1811]. In seguito [la licenza fu concessa per soli 20 anni] la
banca
non fu più autorizzata ad operare [Madison non rinnovò il mandato] e
questo
causò alla guerra del 1812. Così facendo i banchieri europei costrinsero
il
popolo americano ad accettare una banca centrale così come la volevano
loro. Una seconda Banca degli Stati Uniti nacque
poi sotto gli auspici di Nicholas Biddle, a Filadelfia, che agiva come
agente
per i Rothschild d'Europa. Questa seconda banca [1816-1835] ebbe il suo
Waterloo, quando il Presidente Andrew Jackson, patriota di fuoco la
chiuse cosa
che portò alla immediata
rappresaglia dei banchieri d'Europa e alla crisi finanziaria nota come
il
Panico del 1837.
La lotta
tra le forze rappresentate da Alexander Hamilton e quelli rappresentate da
Thomas Jefferson, andò avanti e indietro per tutto il XIX secolo, favorendo prima
una fazione, poi l'altra [Ogni Stato aveva molte banche che spesso operavano
indipendentmente l’una dall’altra. Solo nel 1913 con la Federal Reserve Bank si
giunse alla creazione di una banca centrale, privata ed indipendente dal
governosul modello hamiltoniano della Banca Britannica]. Tuttavia, subito dopo
la guerra civile, i fautori del sistema monetario di Hamilton guadagnarono
terreno grazie alla creazione di grandi società. Furono proprio le stesse forze che, anni dopo,
pianificarono il panico del 1907, a cui seguì la chiamata del popolo americano per la
costituzione di una banca centrale, che portò alla creazione, fuorviate e
truffaldina, della "Federal Reserve Bank".
Nel 1948, il poeta Ezra
Pound, allora detenuto come prigioniero politico dal governo degli Stati Uniti,
mi erudì circa le macchinazioni dei banchieri della Federal Reserve. Da allora
ho dedicato quasi mezzo secolo documentando queste attività, con la speranza
che quando il popolo avesse avuto tali informazioni, avrebbe preso
provvedimenti correttivi attraverso i poteri sanciti dalla Costituzione.
Tuttavia, mentre ero intento in questo lavoro estenuante di ricerca, non mi ero
reso conto che i banchieri erano del tutto consapevoli di adottare il sistema
monetario Babilonese, che prevede appunto la creazione di una banca centrale e
che questa non sarebbe passato inosservato per sempre. Cosiché
prudentemente misero a punto una seconda strategia hamiltoniana, per ciò che è
contemplato nell'Articolo 1, Sezione 8 della Costituzione. Questa strategia
permise ai cospiratori di avere ancora più forza e profitti. Ci riferiamo in
particolare a quanto scritto nel Preambolo della Costituzione e alle parole
“benessere generale degli Stati Uniti."
Il
linguaggio insito in questa disposizione è cruciale. Per una cinquantina
d'anni, c'è stato comune accordo nel popolo americano che la Costituzione
prevede "il benessere generale del
popolo degli Stati Uniti ". Tuttavia, questo non è mai stato il
vero significato che la Costituzione orginaria prevedeva. L’espressione “benessere generale degli Stati
Uniti" era riferita alla conservazione compatta degli Stati, che è espressamente redatta dalla Costituzione. Il
benessere del "popolo degli Stati Uniti" è stato ed è ancora,
riservato agli Stati singolarmente. Ogni cittadino americano è un cittadino del
proprio Stato che a parte degli Stati Uniti. Questo Stato è il firmatario della
Federazione degli Stati, contemplati nella Costituzione che formano gli Stati
Uniti d'America. Non vi è quindi alcuna disposizione per gli "Stati Uniti" di
intervenire direttamente in merito a qualsiasi cittadino, perché gli Stati
Uniti non hanno né persone, né cittadini. Solo uno Stato [preso come singolo] ha persone e cittadini.
Fu proprio la possibilità di reinterpretare
questa disposizione della Costituzione, nota come "clausola generale di
benessere" che dette ai cospiratori, nel corso degli ultimi sessanta anni,
la possibilità della creazione di nuovo concetto di Welfare. Questa nuova
interpretazione si basa appunto sul precetto che è lo Stato, attraverso il
governo di Washington che si assume la responsabilità del benessere personale
di ogni cittadino, usurpandolo quindi agli Stati. Questo alla fine ha creato
quel sistema totalitario, ora presente a Washington, che dirige po' tutte le
attività quotidiane dei cittadini. Non
solo non c'è mai stata alcuna base giuridica per tale interpretazione, ma il
linguaggio della Costituzione, nelle disposizioni lungimiranti dei Padri Fondatori,
aveva espressamente cercato di prevenire un'evenienza del genere. Nel
corso degli anni questo nuovo concetto di Welfare che è stato rafforzato con la
creazione della Federal Reserve attraverso la quale la nazione è precipitata
ancora di più sotto il controllo ferreo dello stato federale. Questo gigantesco
edificio è niente più che una Torre di Babele moderna, con aspirazioni più
grandi ed impressionanti di quella originale e costruita con identici obiettivi
da coloro che vogliono controllare ogni azione del cittadino americano.
Come hanno fatto i cospiratori a mettere
in atto una tale calamità? Come sempre,
preparando il terreno e tramato in maniera da rendere un tale epilogo
inevitabile. Il mezzo che utilizzarono fu il crollo del mercato azionario del venerdì
nero nel 1929, seguito dalla Grande Depressione. Disastro economico questo, a
cui si poteva facilmente porre rimedio in pochi mesi, ma che i cospiratori,
validamente coadiuvati dal loro manager, il Presidente Franklin Delano
Roosevelt, prolungarono dal 1931 fino a Pearl Harbor nel 1941. Durante
questo periodo la Federal Reserve di concerto con le banche centrali Europee,
mantenne i metodi hamiltoniani nella gestione della monetaria, impedendo così
qualsiasi ripresa economica. Come è stato fatto? Questo fu possibile per
l'intervento del Federal Reserve Board of Governors. Questa commissione di
banchieri ha la capacità di controllare giornalmente il prezzo del denaro, la
quantità emessa, il tasso di interesse, i prestiti ed i depositi bancari. Allo
stesso tempo un altro comitato, il Federal Reserve Open Market Committee, operò
ad un altro livello vendendo sul mercato azionario milioni di dollari di titoli
di Stato creati dal nulla, generando grandi guadagni a breve per la Federal
Reserve. [Il F.B.G. e il F.R.O.M.C. sono
ancora attivi oggi ed operano nello stesso modo]. Così facendo si arricchirono a dismisura rafforzando il potere politico, consegnando gli
americani nelle mani di quel nuovo veicolo nazionale di eterna schiavitù chiamato
Welfare.
In
realtà il programma del Welfare, chiamato "New Deal", non fu mai
presentato da Roosvelt con la sua voce acuta e tremolante in maniera chiara. Sotto
sotto si trattò di un programma funzionale agli interessi della vecchia
aristocrazia. Attraverso la radio Roosevelt assicurò che il "New
Deal" sarebbe stato a loro vantaggio. I suoi discorsi radiofonici
infuocati entrarono direttamente in ogni casa americana. Ben presto gli
americani scoprirono cosa era veramente. Fin dall'inizio, fu come il pugno di
ferro infilato nel guanto di velluto. Il
New Deal consegnò dispense di
ogni tipo. Furono creati dal governo nuovi posti di lavoro ma in ogni caso, furono
lavori inutili e deliberatamente inventati per garantire che non ci fosse
concorrenza con le imprese dei cospiratori. Come azione propagandistica le
eccedenze alimentari, invece di essere distrutte per tenere alti i prezzi a
vantaggio dei brookers, furono consegnate a famiglie bisognose. Furono poi costituiti
i Civilian Conservation Corps, riprendendo il modello ideato nella Gioventù
hitleriana nella Germania Nazista e i Fasci Littori di Mussolini, in Italia.
Infatti, l'idea del New Deal, fu promossa da Gerard Swope, il quale
orgogliosamente sottolineò che
l'idea era stato presa direttamente e sul modello dei Fasci Littori. Il
New Deal divenne rapidamente il nuovo stato corporativo eretto sulle ceneri
della Costituzione. Per istituire leggi totalitarie gruppi di demagoghi e
traditori arrivarono a Washington da ogni dove. Molti di loro erano spie del
partito comunista o esponenti di destra; altri, agenti di bell'aspetto dei
banchieri internazionali usciti fuori da scuole prestigiose. Vestiti con abiti
di marca ed indottrinati con principi dell'élite
internazionale. I nuovi agenti del New Deal facevano parte di tre categorie
diverse e disomogenee tra loro. Potevano venire dal mondo della finanza, dalla
politica sinistroide, auspicando rivoluzioni mondialiste, dal partito fascista
o dai movimenti più reazionari. Un tipico esempio fu il caso dell'allampanato
tecnocrate Alger Hiss, [fondatore del’O.N.U.], confidente personale di
Roosevelt, poi presidente della prestigiosa Fondazione Carnegie, Endowment for
International Peace, fondata dai repubblicani Dwight D. Eisenhower e John
Foster Dulles.
Roosevelt, leader del New Deal task force, era un uomo
notevole, che come il suo predecessore Woodrow Wilson, era stato allievo del
faccendiere internazionale il colonnello Edward Mandel House [agente
Rothschild]. Roosevelt crebbe con il tradizionale cucchiaio d'argento in bocca.
Il cucchiaio fu fornito dal nonno, Warren Delano, uno dei commercianti di oppio
più importanti di Hong Kong. Sebbene Roosevelt non partecipò mai in prima persona al commercio mondiale
della droga, allo stesso tempo non ostacolò mai coloro che ne traevano vantaggio,
così come non si curò affatto di verificare da dove proveniva il denaro che gli
garantiva uno stile di vita così opulento. Raramente partecipò ad episodi di
spionaggio per conto della Russia Sovietica e del Partito Comunista, ideologia
che era diventata dominante del New Deal a Washington. Gran parte del successo
Roosevelt lo deve ai suoi compagni di partito Alger Hiss e Bella Moskovitch. Quest'ultima fu infatti
l'architetto invisibile della sua ascesa alla Casa Bianca. Fu grazie alla
Moskovitch che da un povero miracolato, amabile aristocratico handicappato in
sedia a rotelle che non aveva mai lavorato in vita sua grazie ai proventi della
droga, si trasformò in un politico vigoroso ambizioso di bell'aspetto, che
successivamente, ancora più miracolosamente, con l'inizio della II guerra
mondiale, divenne il leader del "Free World". Il giorno prima
dell'inaugurazione di Roosevelt, la Moskovitch fu privata del suo momento di
trionfo cadendo giù per le scale. Non fu mai appurato se questo fu uno di
quegli incidenti tanto cari ai cospirazionisti. Il fatto non fu mai indagato.
Al posto della Moskovitch, come capo del gruppo di spionaggio di Washington, fu
prontamente messo un rivoluzionario ancora più subdolo e poco raccomandabile,
un emigrante viennese, di nome Felix
Frankfurter. Questi fu a capo del gruppo di spionaggio comunista Harold Ware e
denunciato poi, proprio dal cugino di Roosevelt, come il più pericoloso
comunista in America.
Negli
anni 1930, Frankfurter con i suoi protetti, aprì molte agenzie del nuovo
Welfare conosciute come "i piccoli Weenies" o “Happy Hot Dogs".
Questi burocrati operarono prima di tutto sotto le direttive del Partito Comunista
del Lavoro. Si dedicarono alla costruzione del nuovo Welfare, che nella realtà
portarono alla dissoluzione della Costituzione degli Stati Uniti, delle
protezioni previste dai Padri Fondatori contemplate nella Costituzione e delle
libertà dei cittadini degli Stati Uniti. Il risultato fu che, da quel momento
in poi, gli americani ebbero a che fare con agenti governativi. Burocrati che
si rifiutavano di riconoscere i diritti fondamentali degli individui e tutti
coloro che disobbedivano venivano perseguiti con la forza. I poteri dei
federali, della polizia statale e comunale, dei tribunali, e della Guardia
Nazionale sarebbero entrati in gioco al fine di far rispettare legge del
Welfare. Naturalmente questo fu il
primo passo di ciò che oggi chiamiamo "Nuovo Ordine Mondiale''. Sono
molto timidi nel descrivere questa nuova entità, ma nelle rare occasioni in cui
lo fanno ne rivelano alcuni aspetti eccitanti della sua esistenza e sono pronti
a ricordarci che esso si basa sull’imposizione della forza. Il Nuovo Ordine
Mondiale non si cura affatto del cittadino americano che non intende rispettare
i suoi ordini dittatoriali.
Capitolo II - Lo Stato Sociale [Welfare State]
Ora che abbiamo detto addio alla
Costituzione e accettato, anche se con riluttanza, il nuovo Welfare, possiamo
argomentare che, nonostante la scarsa dedizione dei suoi agent, il Welfare in sé, non sarebbe stata una cattiva idea, se applicato in
maniere equa e corretta. Questa speranza però finisce dopo il primo incontro
con qualsiasi di questi burocrati, siache operino in ambito locale, statale, o
nazionale. Questi funzionari sono addestrati per operare tutti nello stesso
modo. In primo luogo, non sono particolarmente interessati a capire il problema
in questione. Per loro tu sei il problema. Da qualche parte nei loro
regolamenti ci sono le istruzioni su come risolvere il problema in dettaglio e
di cosa possono fare con voi. Si può essere inorriditi nello scoprire che
questa "soluzione" può non avere alcun rapporto diretto col problema,
che può essere devastante ed una volta presa non ci può più tornare indietro.
La soluzione più pratica è quella di sdraiarsi e lasciare che il rotolo
"Juggernaut" cada su di noi e con le sue grandi ruote ci schiacci le
ossa. Quindi ci si deve chiedere, ma che cosa significa Welfare?
La
comprensione della storia del Welfare rivela che questo, nelle origini, non fu
progettato necessariamente per funzionare in questa maniera sadica. Durante l'alba della civiltà e nelle epoche
delle grandi culture sviluppati successivamente in Egitto, Grecia e Roma, il
Welfare non c'era. Non esisteva assitenza sociale a favore di poveri e
disoccupati. Solo i dipendenti governativi ne godevano in qualche caso. Le condizioni
economiche in quelle culture escludevano questo aspetto, che è sempre stato
considerato come estraneo alla società. Lo struttura dello Stato, in quei
secoli, era un edificio riconoscibile e manifesto. Nello Stato tutti lavoravano
e lo sostenevano. Facevano eccezione, le produzioni e apparati governativi, vale
a dire, il governo centrale che, nella maggior parte dei casi, era una
monarchia o di un impero. Ora la ruota della fortuna ha completato il suo giro
e siamo tornati a quel concetto classico che tutto e tutti appartengono allo
Stato, dove i monarchi o gli imperatori scomparsi sono sostituiti da funzionari
manipolatori del Welfare [Washington].
Le civiltà classiche non avevano il concetto
di "pubblico". Infatti non avevano nessuna parola nella loro lingua
per indicare tale pratica. Il Welfare
trasse la sua origine tra le genti nordiche, conosciute come Vichinghi e
ritratti nella storia popolare e nella letteratura come pirati assetati di
sangue. Anche il dizionario inglese Oxford ci dice che non esiste la radice
latina o greca per il termine "welfare" e questo perché, appunto, non
hanno mai immaginato un tale sussidio. Sono stati i popoli nordici che ci hanno
passato il concetto di "welfare". Esso deriva dalla parola norrena
“velferd” [che significa welfare], che appare in derivazioni successive nelle
lingue svedese, tedesca e danese. Che cosa significa velferd in antico
norvegese? Significa, "addio". Un significato secondario è "buon
umore", desiderato per te per coloro a chi vuoi bene. E, infatti, il
significato originale di welfare vale ironicamente ora per le libertà personali
del popolo americano. Con il welfare
gli americani, hanno detto addio alla libertà personale, addio alla proprietà
privata e addio al proprio futuro e sono costretti a vivere in una società di
welfare burocratica e con sempre più limitate libertà' personali. Il singolo non può avere domani in
uno Stato in cui non riesce a costruire il proprio futuro per sé, per le sue proprietà e per i suoi eredi. E se il cittadino non ha futuro allora prima o poi
questo Stato inevitabilmente cadrà.
Se questo è il caso, perché i manipolatori del Welfare sono intenti a
salvaguardarlo nei suoi poteri fantastici? Lo tengono in piedi traendone
vantaggio proprio perché il Welfare è il loro veicolo, lo strumento con cui
essi possono rubare, saccheggiare e schiavizzare le loro prede. Così i
manipolatori, anche se sono consapevoli del fatto che gli Stati Uniti non ha
futuro, sono determinati a mantenere il Welfare come mezzo di oppressione di
tutte le persone.
Questo
stato vizioso di oggi è in tutta evidenza la degenerazione dell'antico concetto
nordico di Welfare, che ha avuto origine nella scienza sociale con l'intento
che nessuno dovesse soffrire la fame nel momento in cui ci fosse cibo a sufficienza
da condividere. Ma c'è anche la parola "generale" nella frase
"benessere generale" nella Costituzione. La parola generale da
"genere", che significa una classe, un tipo o di una razza, in
contrapposizione al cittadino preso singolarmente. Ora, il benessere generale
include tutti i cittadini e non gruppi di individui accuratamente selezionati.
Come vedremo il Welfare non intende il benessere per tutti, ma solo per alcuni
individui o gruppi scelti con cura, che saranno i soli ad usufruire dei
vantaggi, ma solo se ricadno nei criteri di selezione. Prima di tutto il
soggetto ne è sottomesso [nel senso che è obbligato a seguire una particolare
procedura e non ha alternative]. In secondo luogo, i criteri di selezione
possono essere di ordine economico, etnico o religioso. Infine, una persona può
rientrare nei criteri di selezione, ma essere respinta perché non piace al burocrate di turno o perché lo stesso non
sa la legge o la interpreta in maniera errata. Tali aspetti non possono essere
considerate critiche nei confronti del Welfare, perché la funzione primaria è
quella di applicare le leggi. Queste norme sono talvolta molto rigide e
dipendono dall'interpretazione dei funzionari. Questo non è ingiusto in sé o fatto con malizia, è solo il risultato
dell'ingiustizia e dell'inefficienza insita nel concetto di Welfare.
Nei primi
anni degli Stati Uniti come Repubblica indipendente, la condizione dei poveri e
senza fissa dimora non era mai stata considerata una questione di interesse
nazionale. Questo aspetto era stato riservato ai singoli Stati che potevano
gestire la cura dei bisognosi come meglio credevano. Questo precetto legale non è mai stato modificato. Non di
meno, all'inizio del New Deal di Roosevelt, le parole "general
Welfare" erano ancora nel preambolo della Costituzione, Articolo 1,
Sezione 8. Fu forse lo stesso Frankfurter, durante la di presidenza alla
Harvard, dove si dava delle arie come esperto di legge, che per primo si rese
conto delle potenzialità insite in questa frase.
I Padri Fondatori [4 luglio 1776 – Come recita la Dichiarazione d'Indipendenza, questi uomini hanno rischiato "la propria vita, le proprie fortune e il proprio onore per un ideale e cercano di creare non solo una nazione nuova ma un Mondo Nuovo".]
Non
importa che la le parole usate non recitino esettamente "benessere del
popolo degli Stati Uniti" [ovvero “general welfare for the citizes of the
United States"] o che questo aspetto fosse riservato al potere del singolo
Stato. Frankfurter e altri "cervelli legali" dedicarono la loro vita
alla reintepretazione delle parole "general Welfare". Il fatto che il
termine “general welfare degli Stati Uniti" nella Costituzione sia
preceduto dalla frase "per la difesa comune" fu ampiamente dimostrato
che questo si riferiva effettivamente all’entità nazionale e non al singolo
qualsiasi cittadino, che era invece la sua interpretazione corretta. La legislazione quindi venne interpretata per
portare alla creazione di un esercito permanente per la difesa comune per
mantenere il welfare degli Stati Uniti. Al contrario, qualsiasi atto
legislativo con ha lo scopo di premiare o compensate un particolare individuo o
gruppo è in violazione della Costituzione e non può essere mantenuto.
Le basi
legali per questa interpretazione giuridica sono impressionanti, sebbene molti
dizionari legali, non contemplano il termine "welfare". Dizionario di
Black Law cita senza commenti pro e contro. Il Webster, l'autorevole Oxford e
altri dizionari non ne parlano. Nella Dichiarazione di Indipendenza, non troviamo
né il termine "welfare", né
"general welfare". Al
contrario, la Dichiarazione di Indipendenza cita il diritto alla vita, alla
libertà e al perseguimento della felicità. Inizialmente, i Padri
Fondatori non ritennero necessario fare alcun riferimento specifico ai diritti
degli individui, perché il documento aveva lo scopo di indicare le sole
attività di una entità nazionale, gli Stati Uniti. Quando George Mason si rifiutò di firmare la Costituzione perché la legge
non contemplava i diritti individuali, si decise di aggiungere alla
Costituzione un appendice, la Carta dei Diritti [Bill of Rights]. Tuttavia,
nella Carta dei Diritti non fu precisato alcun riferimento al diritto del
cittadino a ricevere welfare da parte del governo nazionale. Perché i Padri
Fondatori non inclusero tali disposizione se il welfare era così importante? Perché
il governo nazionale può legiferare solo per le attività di interesse
nazionali. Quindi la Costituzione interviene nella regolamentazione della
politica estera, il diritto di emettere moneta e altre prerogative della
sovranità nazionale. I problemi dei
cittadini individuali sono una questione di sovranità dello Stato singolo [e
non di governo di Washington].
Il
processo che ha portato al Welfare e che di fatto abrogò la sovranità
dei
singoli Stati, iniziò con la conclusione della guerra civile [1865]. Il
"general Welfare" non è applicabile ai singoli individui. Come
abbiamo sottolineato in precedenza, generale, si riferisce alla gruppo,
classe,
o razza e non all'individuo. Nonostante il significato di welfare fosse
chiaro, poco prima della guerra civile, i politici iniziarono a lanciare
sguardi avidi alla vista allettante dei diritti individuali. Gli
avvocati di
nuove grandi multinazionali, che ben presto divennero politici a livello
nazionale, iniziarono ad inveire contro le iniquità dei ricchi, con i
loro
palazzi baronali a Newport, il consumo vistoso, che divenne il bersaglio
di
economisti come Thorstein Veblen, che si battevano contro le ingiustizie
commesse dal datore di lavoro sui dipendenti. Col senno di poi, possiamo
vedere
che ciascuno di questi obiettivi apparentemente buoni all'inizio
divennero poi
una maniera per controllare la classe media emergente, le ingiustizie
politiche
ed economiche che sino ad allora avevano interessato la classe più
povera.
Sebbene
l'imposta sul reddito, fosse l'obiettivo di questi carrieristi corrotti del
welfare, anche il lavoro minorile fu un bersaglio preferito. All'alba del XX
secolo, la condizione dei minorenni lavoratori negli Stati Uniti era una
vergogna nazionale. Nel 1904, c'erano due milioni di bambini lavoratori negli
Stati Uniti. Nel 1991, nonostante una ampia legislazione per correggere questa
situazione, abbiamo ancora due milioni di bambini lavoratori negli Stati Uniti.
Sebbene le loro condizioni di lavoro non
siano così difficili come nel 1900, non possiamo ignorare il fatto che essi
svolgono compiti noiosi e ripetitivi con bassissima retribuzione, aspetti che i
carrieristi del Welfare chiamano "formazione professionale".
Uno dei primi tentativi da parte del
governo nazionale di affermare i suoi poteri nell'ambito del Welfare del lavoro
minorile venne con la legge sul Lavoro Infantile del 1916, il Keating-Owen
Bill. L'8 giugno 1918, la Corte Suprema dichiarò che la legge era
incostituzionale. (Hammer v. Dagenhart, 247 US 251). Questa decisione scoraggiò
il governo nel legiferare in materia di Welfare, fino alla crisi che si ebbe
con la Grande Depressione, che dette a Franklin Delano Roosevelt l'opportunità
di adottare una legislazione di emergenza. Fin dall'inizio, la costituzionalità
dichiarata di questi atti era la clausola del "welfare" della
Costituzione. A quanto pare, risultò evidente che durante le discussioni a Washington sul "general
Welfare", né i fautori, né gli avversari, avevano mai letto la
Costituzione e la sua inapplicabilità ai singoli individui o gruppi. I
carrieristi di welfare nell'ansia di ottenere velocemente la legge desiderata
ne impedirono la discussione. Infatti, se la discussione ci fosse stata in luce
alla Costituzione, la legge sul Welfare non sarebbe mai stata approvata.
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Video 2. "The Great
Betrayal" di E. Mullins (seconda parte) | M. Guerrieri
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Capitolo III - La Costituzione
La Costituzione americana fu il
risultato di un movimento conosciuto come Costituzionalismo moderno, un
movimento politico che si basa sul concetto legato alla dignità dell'uomo e dei
diritti del singolo. Come tale, è stato la naturale risposta umana agli eccessi
imposti all'umanità durante cinquemila anni di storia precedenti, durante i
quali le popolazioni avevano sofferto del dispotismo all'orientale, o le
monarchie assolutiste europee, o rivoluzioni dittatoriali. Non importa se i
tiranni dichiaravano di essere repubblicani, democratici o monarchici, nelle
piazze delle città correva sangue umano. Come risultato di queste atrocità, i sopravvissuti puntarono su una politica
di sviluppo, chiamato Costituzionalismo, con un duplice obiettivo. In primo
luogo, si cercò di limitare i
poteri del sovrano, e in secondo luogo, di condividere [tramite il voto] il
buon governo. Attraverso la storia, il costituzionalismo moderno ha
sottolineato come il consenso popolare fosse il suo obiettivo primario, fatto
questo che è raramente menzionato nelle nostre università. I professori universitari, che per loro
natura sono autocratici, infatti vogliono la massima disciplina in classe, e tendono
ad essere affascinati più dai dittatori e dai signori della Guerra più che da quei
governanti che amabilmente auspicano un governo felice, prospero, senza
oltraggi, massacri o guerre di aggressione.
Il Costituzionalismo moderno si
oppone sempre all'uso della forza di governo. In contrapposizione a questo
concetto, vi fu quello dell'Illuminismo [gli ILLUMINATI furono i veri
ispiratori della rivoluzione francese e probabilmente anche quella Americana]
fu chiamato, Contratto Sociale. Il Levitano, Thomas Hobbes [1651] sostiene che
gli uomini hanno come un contratto sociale con il loro sovrano, che gli
garantisce l'auto-conservazione. Hobbes afferma che essi devono rinunciare a
molti diritti ed aprire la porta ad una forma di governo assolutista. John Locke raffina il concetto Hobbes
ridefinendo il concetto della comune proprietà e dei diritti civili concludendo
che, se il governo/sovrano abusa dei cittadini essi hanno il diritto di
resistere. Riprendendo questo concetto, Sir Edward Coke 1628, propose una petizione chiamata
di "Petizione dei Diritti", che rappresentò la prima sfida
alla monarchia assolutista d'Inghilterra. La sua petizione, fu presentata in
risposta all'assolutismo di Re Carlo I. A seguito di ciò Coke, fu prima
incarcerato e poi decapitato.
Gli storici degli Stati Uniti non dettero troppo peso
all'importanza della petizione di Coke, ma più tardi fu la stessa richiesta dei
coloni americani per l'indipendenza e che poi portò alla Dichiarazione d’Indipendenza. I banchieri di Amsterdam che stavano
tramando contro il trono inglese, furono incoraggiati dalle attività di Coke e
lanciarono una campagna per scalzare Carlo I e sostituirlo con il loro Oliver
Cromwell. Successivamente Cromwell rinunciò alla corona e i banchieri presero tempo prima di imporre Guglielmo
d'Orange che finanziarono detronizzando Re Giacomo II della dinastia degli
Stuarts. Guglielmo d'Orange divenne Re Guglielmo III d'Inghilterra e poco dopo,
concesse lo statuto della Banca d'Inghilterra nel l694. Fu questo evento uno
dei più importanti della storia moderna.
L'avvento di Guglielmo III, segnò la fine della monarchia assoluta degli Stuarts in Inghilterra, a cui
segui la Dichiarazione dei Diritti, del febbraio 13, 1689. Tale concessione fu
seguita da un evento ancora più significativo per la monarchia, l'"Atto di
Successione", che stabilì il concetto di "monarchia
costituzionale". Quindi dal 13 febbraio del 1689 il trono d’Inghilterra
dipende da sovvenzioni annuali definite dal Parlamento inglese. Questa legge
non condannò i monarchi britannici alla miseria, tutt'altro. L'attuale Regina
Elisabetta è conosciuta come la donna più ricca del mondo, con una fortuna
personale di $15.8 miliardi di dollari [stima anni 1990]. Questa stupefacente
somma è stata accumulata grazie
alle sovvenzioni annuali ed al fatto che i redditi, gli investimenti e le
azioni possedute della Banca d'Inghilterra sono esentasse e questo le ha
permesso ad aumentare gli averi in modo esponenziale. Tali ricchezze
sono di gran lunga al di là di ogni concetto di Contratto Sociale. Un comune cittadino seppur benestante non ha
alcuna possibilità di accumulare quindici miliardi dal momento che dovrà pagare
una parte ingenti tasse e mantenere uno stile di vita adeguato, come quello
odierno dei regimi democratici.
Il concetto filosofico del Contratto Sociale è
dotato di due elementi, l'Unionis Pactum, l'accordo [naturale] che costituisce
il corpo politico, ed il Subjectionis Pactum, che ne organizza l'autorità
politica in un governo costituzionale. Tuttavia, nessuno di questi patti di per sé può creare
ciò che conosciamo come lo Stato moderno, un'istituzione conosciuta come un Dio
in terra, perché ha la capacità di essere uccisa dai suoi stessi creatori. Per Costituzionalismo quindi si deve
intendere quel movimento politico moderno, che ha la capacità di controllare ed
abolire lo Stato, quando fallisce nell'intento di servire gli interessi dei
cittadini che rappresenta.
È proprio propeio per
via di questa vulnerabilità dello Stato moderno ed al fatto che leggi possono
sempre essere modificate, che si è giunti al Welfare State. Il Welfare State, come entità cospiratoria,
contempla una immortalità grazie ad una serie di motivi. In primo luogo, i
cittadini dipendono da esso, non senso che non ne possono fare a meno; in
secondo luogo, ne diventano sottomessi; terzo, devono rinunciare a qualsiasi
speranza che il Welfare State possa essere superato o scomparire. Queste
condizioni draconiane vengono imposte ai cittadini in maniera autoritaria ed
attitate come azione “necessarie e doverose”.
L'antitesi di questo Stato era la Repubblica
Americana, che si realizzò grazie ad una forza sconosciuta ai più, che fu l'immigrazione ugonotta. Molte migliaia di ugonotti giunsero dalla Francia in fuga dalle
persecuzioni religiose. Nel 1581, gli ugonotti pubblicarono il trattato
"Vindiciae Contrat Tyrannos", che prevede un contratto duplice;
quello tra Dio e il popolo, che legava le persone ad obbedire alla volontà di
Dio; e uno tra il popolo e il principe, che legava la gente ad obbedire al
principe, ma solo fino a quando il principe obbediva alla legge di Dio. Se lui
falliva, il contratto autorizzava la gente a resistergli. Nelle nazioni
costituzionali, il Contratto Sociale stesso è sempre più Sociale e sempre meno Contratto inteso come vincolo con il
cittadino.
Negli Stati Uniti il Contratto
Sociale è diventata legge del paese, con la conclusione per cui nei tribunali
americani non si adotta più la legge Costituzionale, ma la Legge Mercantile,
che è anche conosciuta anche come Admiralty or Maritime Law [1789]. Questi leggi non sono così
intercambiabili come vedremo. La legge civile non ha conseguenze penali, ma
quando il Welfare State [federale, statale, o locale] porta un cittadino in
corte con l'accusa di aver violato la legge, il cittadino è privato delle tutele previste della
Costituzionale. Viene infati giudicato
assumendo che esiste un contratto che lega lo Stato federale al cittadino per
il fatto che lo stesso paga i contributi e le tasse al governo federale. Come
già visto in precedenza, questo contributo, che non è valido per il fatto che
il governo federale non è composto da cittadini [ma da Stati] e come tale non
ha giurisprudenza su di essi. A causa del fatto che la supposta
violazione non è penale, il
giudice al momento della sentenza, sostituisce la legge costituzionale con
quella mercantile, utilizzata in ambito internazionale navale commerciale o
militare, legge prevede anche la pena di morte. I nostri giudici federali con
una tale legge a disposizione "graziano" il cittadino non dandogli la
pena di morte ma giudicando, con compassione, colpevole del reato e
condannandolo a venticinque anni di galera. Pertanto quando un cittadino
americano si deve difendere si trova di fronte a quattro problemi. Il primo, è che viene privato
della Carta del Diritti e di altre salvaguardie Costituzionali; il secondo, è
che è accusato in violazione del contratto Costituzionale ed il Welfare State e
lo Stato Federale non ha giurisprudenza sul cittadino come singolo individuo;
il terzo, è che si deve difendere con Persona Artificiale o come azienda
privata; il quarto, è che è giudicato ed eventualmente condannato in linea con
quanto previsto dalla legge mercantile, dopodiché, non è trattato più come una
persona artificiale (o come azienda privata) ma essendo un cittadino in carne
ed ossa deve sopportare la punizione del carcere. In nessun momento durante il processo il cittadino è informato su ciò che sta succedendo,
né dal giudice, né dal pubblico ministero, né spesso dal suo avvocato in quanto
la corte è impegnata a giudicarlo per le sue colpe piuttosto che rispettarlo
nei suoi diritti fondamentali [ogni persona è innocente a priori] contro lo
strapotere del macchina statale.
La Carta dei Diritti è costituita dai
primi 10 articoli della Costituzione Americana
Il
risultato è che quando la porta a sbarre si chiude, lui è preso dalla
disperazione. Capisce che è stato vittima di una grave ingiustizia, ma che non
può cercare alcun aiuto o un eventuale ricorso del verdetto che è stato emesso
contro di lui. Questa situazione kafkiana è il risultato di una cosa e una cosa
sola, e cioè che quando le garanzie previste della Costituzione sono rimosse
non esistono altre protezione a cui appellarsi. Quando perdiamo le salvaguardie
costituzionali diventiamo soggetti di un governo assolutista. È stato questo l'obiettivo che i cospiratori
cercavano alla conclusione della Guerra Civile, quando con il XIV emendamento
modificarono i requisiti della cittadinanza americana, con l'installazione di
una legge, in cui tutti i cittadini sono "soggetti" di un governo
nazionale. In effetti, con il XIV emendamento [9 Luglio 1868] si intese revocare il Bill of Rights ed
infatti esso è spesso citato, in particolare dai Giudici della Corte d'Appello
e Suprema degli Stati Uniti, quando usano il diritto marittimo per punire un
cittadino che ha rivendicato la tutela della Carta dei Diritti. Questo dilemma
viene fuori a causa dell’origine degli Stati Uniti.
Atto del 1871.
*il 21 febbraio del 1781 il Congresso
passò
"An Act To Provide A Government for the
District of Columbia." Corporazione con sede a Washington DC.
La nostra Costituzione infati non
era un Contratto Sociale tra un governo e la sua gente ma piuttosto, un
contratto politico tra il cittadino ed il suo Stato. L'insieme degli Stati
creavano una entità nazionale conosciuta come gli Stati Uniti d'America. Le decisioni legali intervenute
successivamente [1871] hanno portato ad una strana dicotomia per cui si ha un
governo federale con sede nel Distretto della Columbia(*), che è a tutti gli
effetti un soggetto politico distinto [indipendente e di natura commerciale],
che governa gli altri Stati e che governa a tutt'oggi in maniera assolutistica.
In aggiunta, i princìpi
ed i criteri di legge utilizzati a livello federale sono gli stessi che vengono
utilizzati a livello statale o locale da qualsiasi funzionario e quindi, anche
a questi due livelli, si ha la stessa piena autorità del governo centrale e con
il XIV emendamento i cittadini divengono cittadini degli Stati Uniti d'America
e non più cittadini del proprio Stato. A loro volta gli Stati perdono il
diritto di legiferare in proprio. In
questo modo, il Welfare State è ormai diventato uno strumento di dispotismo
alla orientale, che nega ai cittadini americani il miglioramento della loro
condizione sociale o politica, condizione questa che era precedentemente
garantita dalla Costituzione degli Stati Uniti.
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Video 3. "The Great
Betrayal" di E. Mullins (terza parte) | M. Guerrieri
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Capitolo IV - Lo Stato
Sociale come Organizzazione Criminale
Il
"Wellness" è sempre stato un aspetto importante per la gente, non
solo inteso come quello di essere in buona salute, ma anche nell’avere una
buona educazione, un buon stile di vita, e tutta un'altra serie di cose e
definizioni che occupano una trentina di righe nel dizionario inglese Oxford.
Il desiderio di benessere non è mai stato confinato all'individuo in sé stesso, ma è stato usualmente inteso per la
comunità, lo stato e la nazione. È quello
che noi oggi chiamiamo "coscienza sociale" e che nella pratica, è
applicato con l'uso della forza, da leggi ferree che si chiama Socialismo, o
Welfare State. Come abbiamo sottolineato in precedenza, sono stati i popoli
nordici che per primi hanno mostrato una certa coscienza sociale e che hanno
coniato il termine inteso come benessere per la collettività.
Il
Socialismo con la sua condivisione obbligatoria insiste sul concetto che i beni
personali devono essere confiscati in modo che possano essere ridistribuiti a
chi ne ha bisogno. È oggi
prassi che il Welfare State consuma la maggior parte dei beni confiscati e
molto poco va a coloro che ne hanno veramente bisogno. Così il Socialismo è diventata una forma perversa di genuino
sentimento di coscienza sociale, che si esprime nella sua forma più virulenta,
non nelle nazioni slave o in quelle orientali, ma nelle nazioni nordiche, ed il
Socialismo alla Svedese è l'esempio più chiaro della filosofia politica.
Gli
Stati Uniti, che nel corso del XIX secolo furono in gran parte popolati dai
popoli nordici, così come dai loro parenti tedeschi e anglosassoni, proprio a
causa delle loro tradizioni, seguono passivamente questa filosofia suicida,
accettando senza protestare le aggressioni più oltraggiose del Welfare State. Questa
crescita nella consapevolezza sociale risale a molto tempo fa nella storia dei
popoli. In Inghilterra, come concetto di governo, fece la sua prima apparizione
nel 1349 durante il regno del Re Edoardo III. Fu quello che divenne noto come
lo Statuto dei Lavoratori. Fin dall'inizio della storia, ci sono sempre stati
mendicanti e persone senza fissa dimora un po' in tutte le popolazioni. Persone
che, per una ragione o l'altra, avevano perso i loro beni ed erano povere. In
Oriente, questi sfortunati sopravvivevano grazie alla carità, piuttosto che ai
sussidi governativi. In Europa e in America, questo stato di povertà divenne
oggetto di studio dei diversi governi. Gli studiosi per secoli hanno scritto su
questo problema. Già nel 1526, un umanista spagnolo, Jean Louis Vives, scrisse
il trattato, De Subventione Pauperum, in cui auspicava ad una maggiore
attenzione alla condizione dei poveri. Tuttavia, i problemi creati da questa
condizione erano ben lungi dall’essere risolti con semplicità. La carità fu
spesso il solo rimedio. La parola carità deriva dall'antico francese
"charitè", che significa amore cristiano e che proviene dalla parola
latina "caritas", che significava, inizialmente, l'amore di Dio per
l'uomo, e in secondo luogo, l'amore dell'uomo per Dio e per il prossimo. La
Costituzione, con la clausola del "general Welfare" o benessere
collettivo che si riferiva alla salvaguardia degli Stati, Uniti e confederati,
era in armonia con questo concetto. Fu così, fino al New Deal di Franklin
Delano Roosevelt.
Sebbene
gli Stati Uniti siano stati una democrazia jeffersoniana fino al 1933, con
l'avvento del New Deal i principi hamiltoniani sul controllo monetario guadagnarono
costantemente terreno sin dalla fine della guerra civile [1865]. Il nuovo
Federal Reserve Act del Congresso del 1913, con la firma del Presidente Woodrow
Wilson conferì pieni poteri all’esecutivo, favorendo il pensiero hamiltoniano.
Con questo nuovo potere monetario di controllo sulla moneta e sul credito dei
cittadini degli Stati Uniti, i cospiratori si trovarono nella condizione
favorevole per estendere i loro nuovi poteri ai tribunali e al governo
nazionale, come vedremo in seguito. Certi poteri bancari avavano da sempre
operato in segreto come gruppo cospirativo. Infatti non ci fu mai un "Party
Bankers". Preferivano operare da dietro le quinte, utilizzando prima un
partito poi l'altro, per promuovere il loro programma come una vera e propria
organizzazione criminale. Tramite il mantenimento della segretezza attraverso
l'uso di agenti spesso completamente all'oscuro di queste segrete macchianzioni
riuscirono ad imprre i principi hamiltoniani a scapito di quelli jeffersoniani anche
per mezzo della completa rimozione di tali argomenti dalla discussione
politica. È ben
noto nel diritto che le operazioni secrete di un'organizzazione negano l'eguale
tutela delle leggi ai cittadini. Al fine di garantire la parità di protezione
delle leggi, lo Stato deve agire contro queste organizzazione criminali. Gli
esempi sottostanti offrono ampio giustificazione legale in questa direzione.
Il Corpus
Juris Secundum 16: Diritto Costituzionale 213 (10) 22A - [Il CJS è
l'enciclopedia del diritto degli Stati Uniti a livello federale e statale] -
prevede che "la garanzia costituzionale della libertà di parola non
include il diritto di chi cospira all’azione violenta per il rovesciamento del
governo e la distruzione criminale della proprietà". La Sezione 214
afferma che "la garanzia Costituzionale del diritto di riunione non è mai
stato inteso come una licenza per l'illegalità o invito a frodare; il diritto
di libertà di riunione non può essere usato per incitare alla violenza e alla
criminalità, ed i cittadini, attraverso i loro rappresentanti, possono
proteggersi contro il loro abuso". Così il funzionamento delle
organizzazioni sovra-governative come il Council on Foreign Relations, o altre
come la Rockefeller Foundation, che sono esentasse, non sono soggette alle
leggi contro le frodi perché costituite per scopi filantropici e sono
difficilmente perseguibili perché non dichiarano i loro segreti intenti. Usiamo
la frase "organizzazioni criminale" perché una organizzazione in sè può essere legale. È illegale quando opera con mezzi illegali e
non chiari ed è
criminale perché ha obiettivi criminali. I dizionario Oxford ci dice che la
parola organizzazione deriva da "syndic", ovvero "un ufficiale
di governo, un capo, un magistrato, un politico." Nel 1601, R. Johnson li
definì come "uomini speciali, Syndiques, che hanno la gestione di tutto il
Commonwealth."
Durante
la mia ricerca su organizzazioni come la Rockefeller Foundation e le sue
affiliate o controllate, come la Russell Sage e la Carnegie, ho trovato che
questi gruppi portano avanti un programma che, di fatto, gestisce l'intero
patrimonio degli Stati Uniti. Lo fanno così segretamente, al di fiori degli
organismi di governo e con scopi tanto segreti che non se ne può nemmeno parlare. Hanno formato un
super governo, governo ombra, in barba al popolo americano ed alle protezioni
garantite dalla Costituzione degli Stati Uniti. L'Oxford definisce una “syndic”
anche come "soggetto censore delle azioni di un altro con il fine di
accusarlo." Questa è la definizione accurata di un burocrate del Welfare
State. Egli non interviene solo nei vostri affari per conto dello Welfare
State; lui ti censura e ti punisce per opinioni personali che non sono reato ai
sensi della Costituzione, ma solo perché
violano le leggi del Welfare State. Il burocrate ti lancia l'accusa, ti porta
in corte ed infine ti fa condannare. In molti casi, privandoti dei diritti
Costituzionali è lui
stesso il responsabile della tua condanna.
Per l’Oxford
una "organizzazione o consorzio" è definito come "un insieme di
capitalisti e finanzieri che stipulato un accordo con lo scopo di perseguire
una schema che richiede grandi capitali per ottenere il controllo di un mercato
o di materie prime". Questa definizione non poteva essere più precisa. Le
riunioni cospirative e le successive operazioni legislative del Congresso
dettero ai banchieri centrali hamiltoniani, il "controllo dei mercati ed
in particolare delle materie prime" cioè, il denaro. Questo schema
richiese grandi fonti di capitale che arrivò dalla Banca d'Inghilterra e dei suoi tirapiedi
di Wall Street e che portò alla
creazione della Federal Reserve, banca privata a tutti gli effetti, anche se
presentata come un ente governativo sotto il controllo del Congresso.
Il Corpus
Juris Secundum sottolinea che "in un procedimento penale un membro di
un'organizzazione può essere incriminato, per prove a carico di altri membri
passati o presenti della stessa organizzazione." People v. LaRue, 216 P
627C.A.276. Tale procedimento potrebbe interessare i membri facenti parte di
cospirazioni internazionali nel causare guerre, rivoluzioni o panici
finanziari. Dal momento che queste attività sono una costante per questi gruppi
di criminali che si incontrano regolarmente, quando la prova diretta non è
disponibile, l'evento per cui questi incontri effettivamente avvengono,
potrebbe essere presa come prova sufficiente per portarli in tribunale.
Il
Corpus Juris Secundum 22, il Diritto Penale 185 (10c) su Cospirazione e
Monopoli, legifera che "laddove lo statuto rende mera appartenenza a
un'organizzazione costituita per promuovere un crimine, senza un atto palese,
questo reato è perseguibile in ogni contea durante la continuazione della sua
appartenenza e questo è vero anche se il membro entra nella contea
involontariamente." Pente v. Johansen P 226 634 66 C.A. 343.
Il
Corpus Juris Secundum 22, il Diritto Penale 182 (3) afferma che "un'accusa
per cospirazione contro gli Stati Uniti può anche essere provata in un
distretto in cui viene eseguito un atto illegale a sostegno della cospirazione.”
U.S. v. Cohen C.A.N.J. 197 F 2d 26. Ciò significa che qualsiasi azione di una
di queste organizzazioni criminali, può essere perseguita in ogni contea negli
Stati Uniti con la presenza o meno di qualsiasi membro di tale organizzazione e
questo dà ai funzionari di quello Stato l'autorità legale per procedere contro
l'organizzazione o dei suoi membri, sia che questa sia attiva o meno.
Un’ampia
legislazione si trova nel Corpus Juris Secundum 46, Insurrezione e Rivolte,
sec. 461 (c). "I sabotaggi e le organizzazioni che mirano ad abolire
l'attuale sistema politico e sociale, inclusi l'azione diretta e
sabotaggio." Non solo gli individui, ma anche aziende e società,
sovvenzionate o comunque che partecipano alle attività di qualsiasi organizzazione
criminale, sono pienamente responsabili.
Il
Corpus Juris Secundum 46, sezione 462 (b) dice: "Statuti contro
l'organizzazione criminale si applicano alle società ed ai privati che
l'organizzano o ne sono appartenenti; è ammissibile la prova del carattere e l’attività
di altre organizzazioni in cui un imputato è affiliato." A causa della
stretta relazione dei membri di queste organizzazioni criminali negli Stati
Uniti, i rinvii a giudizio di questi membri potrebbero essere cosa semplice.
Ora
vediamo come questa organizzazione criminale abbia operato all’oscuro al fine
di ottenere una diversa interpretazione della clausola di “benessere generale”
della Costituzione degli Stati Uniti il. L'istituzione del Welfare State è diventata
una realtà politica grazie a manovre segrete. Al fine di mettere in atto le
raccomandazioni del New Deal, i cospiratori hanno trovato la necessità di
andare al di là dei normali processi legislative operando attraverso l’uso di forze
clandestine. I successi iniziali ottenuti durante i cento giorni del famoso New
Deal furono invalidati dalle decisioni della Corte Suprema [che annullò gran parte dei provvedimenti] e questo portò appunto allo sviluppo un nuovo modus
operandis. Da quel momento in poi, la burocrazia di Washington operò come una vera organizzazione criminale.
Dall'inaugurazione
di Franklin Delano Roosevelt a Presidente il 4 marzo, 1933, Washington subì una trasformazione non proprio così di poco
conto. I media si affrettarono a rhapsodize l’inizio di una nuova era di
governo. Nella rivista Collier, Ray Tucker salutò il nuovo regime come quello che aveva
trasformato Washington "da una pacifica e piacevole città del Sud, ad un
centro metropolitano con volti e costumi freddi e frequentata da gay."
Sebbene il termine gay non avesse ancora nei primi anni '30 il significato di
oggi, non c'era alcun dubbio che Washington era sulla buona strada per
diventare un centro per gay. Arthur Krock, corrispondente da Washington del New
York Times li definì come
"un gruppo allegro, i New Dealers. Gli piace cantare, ballare e in buona
dose, bere." Facevano parte del New Deal molte delle famiglie più ricche
degli Stati Uniti, come Francis Biddle, Averell Harriman e sua sorella, Mary
Rumsey, Lewis Douglas, diversi dei Rockefellers, dei Whitneys ed altri sangue
blu, molti dei quali membri della società super segreta Skull and Bones, di
Yale.
Non
c'era dubbio che erano venuti a Washington per cambiare le cose, infatti, per
cambiare tutto. Potremmo chiederci perché i super ricchi partecipavano
attivamente a moti rivoluzionari così diversi dalla mentalità e dalle abitudini degli americani. Queste
erano le stesse famiglie proprietarie delle grandi fondazioni, che avevano
finanziato il sistema Comunista in Russia ben prima del 1900, che erano
determinati ad introdurre il sistema di welfare e che una volta ottenuto
avrebbe fatto finire l'era del governo Costituzionale degli Stati Uniti. Loro
rappresentavano l'organizzazione criminale di alto livello. Al livello più
basso, c'erano i membri del Partito Comunista, collocati in ruoli chiave nelle
agenzie federali da Felix Frankfurter attraverso la cella Harold Ware. Harold
Ware stesso era da poco tornato dal servizio militare obbligatorio dall'Unione
Sovietica, in cui aveva avuto gli elogi dal grande Lenin. Ware era il figlio
del famoso agit prop [propagandista comunista], Ella Reeve Bloor. Era poi
tornato a Washington per prendere il comando dello spionaggio sovietico. Gli
incontri top secret si tenevano allo studio musicale della sorella su
Connecticut Avenue. Il Dipartimento dell'Agricoltura divenne il centro degli
intrighi comunisti a Washington, tantoché una nuova direttiva diceva "un dipendente
del governo ha lo stesso diritto di essere un membro del Partito Comunista,
così come lo ha un membro del Partito Democratico o Repubblicano". Questo
sentimento fu quello espresso dal Presidente Roosevelt stesso in diverse
occasioni.
Durante
la crisi finanziaria [1929] che colpì ogni
famiglia americana, Roosevelt fu da subito pronto ad imporre una serie di
importanti misure di emergenza. I ben pubblicizzati Cento Giorni furono fatti
ad imitazione dei trionfi di Napoleone durante la presa del potere. Il nuovo
regime volle far sapere a tutti che un nuovo imperatore era arrivato alla Casa
Bianca. A seguito del suo insediamento seguirono molti provvedimenti di
emergenza. L'Emergency Banking Act, approvato il 9 marzo e conosciuto come il
Bank Holiday; l'Economy Act approvato il 20 marzo; il Civilian Conservation
Corps del 31 marzo. Il 19 aprile fu abbandonato il gold standard. Con
l'Agricultural Adjustment Act del 12 maggio, si istituì una
politica agricola nazionale, e con un emendamento aggiuntivo si conferì al
Presidente il potere per un'emissione monetaria straordinaria. Lo stesso giorno
fu approvato il Emergency Farm Mortgage; il 18 maggio, il Tennessee Valley
Authority Act; il 5 giugno, fu abrogata la vendita dell'oro nei contratti
pubblici e privati. In un solo giorno, il 16 giugno, quattro misure principali
del nuovo Welfare State furono approvate in fretta e furia dal Congresso, il
National Recovery Act, la Glass-Steagall Banking Act, la Farm Credit Act, ed
Railroad Coordination Act. Roosevelt ottenne l'approvazione dal Congresso che,
nonostante alcuni mormorii di membri non troppo convinti, passò queste leggi di emergenza.
Nel dicembre del 1932, Harry Hopkins inviò una lettera a Roosevelt chiedendogli la
creazione di un'agenzia di welfare federale. Non ricevendo risposta, riuscì poi ad ottenere
un’audizione tramite Frances Perkins. Roosevelt ascoltò il suo piano e il 21 marzo 1933 inviò al Congresso un disegno di legge per la
creazione del Federal Emergency Relief Administration, con un budget iniziale
di $500 milioni che nel giro di poche settimane, fu approvato da Camera e
Senato. Di lì a poco Hopkins costituì il Civil Works
Administration, che impiegò ben
presto quattro milioni di persone. Questi
successi a raffica promettevano bene per il futuro del Welfare State. Tuttavia,
gli atti di un congresso supino e il rifiuto dei membri di discutere in merito
alla costituzionalità di
tali misure non passarono inosservati. Ben presto, questi provvedimenti di
emergenza arrivarono al giudizio della Corte Suprema, dove i jeffersoniani
facero un’ultima resistenza prima che il nuovo juggernaut li travolgesse.
Capitolo V - Questa
Onorabile Corte
Nonostante
il prestigio e il potere dei sostenitori del New Deal, questi avevano
trascurato l'importante bastione a Washington rappresentato dai "Nove
Uomini Vecchi". I giudici della Corte Suprema furono infatti vigorosi ed
attivi nei loro interventi legislativi, in particolare quelli che si opposero
con più veemenza ai decreti del New Deal. Nel giro di pochi mesi, la Corte
Suprema annullò gran
parte delle misure di emergenza per controllare il flusso di petrolio sotto
l'autorità della NRA (Panama Refining Co. contro Ryan, 293 Stati Uniti 388.);
il Railroad Retirement Act (Railroad Retirement Board v. Alton Railroad Corp.
295 U. S. 330) e il National Recovery Administration (Schecter pollame co. v.
Stati Uniti, 295 Stati Uniti 495).
Il 6
gennaio del 1936, la Corte Suprema dichiarò l'Agricultural Adjustment Act
incostituzionale perché le spese per la sua attuazione dovevano venire dal
prelievo fiscale il che era fuori dei poteri che la Costituzione concedeva al
Congresso. In tale decisione la Corte si riservò di decidere circa la clausola di benessere
generale prevista nella Costituzione intesa come concessione autonoma del
potere di finanziamento tramite nuova tassazione. Nel giro di pochi mesi, il
Giudice Cardozo ne dette una nuova interpretazione e il governo federale
ottiene la piena autorità nel procedere all'attuazione del Welfare State.
Il giugno
del 1936, la Corte Suprema, con voto 5-4, annullò una legge di New York che fissava uno
standard minimo salariale per le donne nell'industria (U.S. v. Butler, 297
U.S.1). Questo fu l'ultima battuta d'arresto della Corte Suprema sul Welfare
State; presto un vento nuovo spazzò via
questa sacra istituzione. Il 5 febbraio 1937, il Presidente Roosevelt, a
seguito del successo per la schiacciante rielezione, inviò un messaggio speciale al Congresso, in cui
proponeva di aumentare il numero dei giudici della Corte Suprema, asserendo che
gli attuali nove erano troppo anziani per decidere. Anche se questo piano non
si materializzò mai [i giudici rimasero nove] la minaccia ebbe il suo effetto.
La Corte Suprema non avrebbe più votato contro i provvedimenti del Welfare
State e da allora li passò con voto 5-4.
Cosl
29 marzo del 1937, la Corte Suprema invertì la sentenza
sulla legge del salario minimo e questa fu la prima di una lunga serie di
decisioni, con voto 5-4 a favore del New Deal. La nuova maggioranza fu guidata
dai giudici Stone e Cardozo. Cardozo fu scelto come membro della Corte Suprema
grazie all'intervento del Giuduce Louis Brandeis e prominente leader sionista.
Dopo Cardoso che ne fece parte fino al 1939, la poltrona fu assegnata a Felix
Frankfurter, di cui abbiamo visto in precedenza. In tre casi storici, Cardozo
interpretando l'opinione del momento, sostenne che la clausola di benessere
della Costituzione conferiva al governo federale il potere di tassare e
spendere per il benessere generale. Eravamo entrati nell'era politica di Harry
Hopkins, che coniò lo slogan
"tasse e tasse, spendi e spendi, eleggi ed eleggi".
L'interpretazione
del giudice Cardozo sulla clausola di benessere generale rappresentò il trionfo finale della filosofia di
Hamilton su quella di Jefferson. Nella Costituzione l'articolo 1, Sezione 8,
recita: "LA SPESA PER IL BENESSERE GENERALE - La concessione di fornire “...
il benessere generale", solleva un problema duplice: come può il Congresso
provvedere al "benessere generale" e che cosa è il "benessere
generale"? La risposta alla prima metà della domanda era stata data da
Thomas Jefferson nel suo Opinion on the Bank, quando dice "… l'imposizione
delle imposte è il potere e il benessere generale è lo scopo per il quale lo
stesso deve essere esercitato. Loro [il Congresso] non hanno il potere di
tassare ad libitum, a loro piacimento; ma lo possono fare solo per pagare i
debiti o per provvedere al benessere dell'Unione. Allo stesso modo, non possono
fare ciò che gli piace per garantire il benessere generale, ma tassando solo a
tali fini.” L'opinione di Jefferson avrebbe impedito al Congresso di prendere
misure di legislazione sociale introdotte dal New Deal. (Scritti di Thomas
Jefferson, III, 147-149, Library Edition, 1904). E continua dicendo: "La
clausola, insomma, non è una concessione autonoma di potere, ma una
qualificazione del potere di tassazione." Sebbene una visione più ampia si
sia occasionalmente affermata (Francis James Lawson, THE GENERAL WELFARE
CLAUSE, 1926), il Congresso non l'ha mai impugnata e le Corti non hanno avuto
l'opportunità di esprimersi a tal riguardo.
Un’ulteriore interpretazione della Costituzione continua
con la contesa tra Hamilton e Madison. Per quanto riguarda il significato di
"benessere generale" quanto pubblicato [nella rivista] The Federalist
rivela quanto acuta sia la divergenza di vedute tra i suoi due autori. Hamilton
interpreta la clausola in maniera generica e liberale (The Federalist Nos. 30 e
34). Madison sostiene che i poteri di imposizione fiscale del governo deve
essere considerata come meramente strumentale sulle altre competenze, in altre
parole, come potere limitato di auto-sostegno (The Federalist No. 41).
Trionfo della teoria di Hamilton. La gestione dei costi
della cosa pubblica fu portata davanti alla Corte Suprema almeno cinque volte
prima di 1936, ma la Corte non si pronunciò mai sulla clausola del "benessere
generale" in ben quattro casi. Nei caso Pacific Railway e Smith v. Kansas
City Titolo e Trust Company, disse che “il Congresso ha il potere di decidere
per la costruzione di infrastrutture interne, attraverso l'acquisto di stocks
da banche Federali, nel caso di costruzione di strade, operazioni fiscali e
poteri di guerra.” Le decisioni in merito sono state analizzate in altri due
casi Massachusetts v. Mellon e Frothingham v. Mellon, in considerazione del
fatto che né uno Stato né un singolo cittadino ha diritto ad un risarcimento
contro uno stanziamento incostituzionale di fondi nazionali. Nel caso Stati
Uniti v. Gettysburg Electric Railway Co., tuttavia, la Corte decise che
"la tassazione potesse essere usata per la difesa comune e il benessere
generale" per sostenere il diritto del governo federale per acquistare
terreni e la creazione di parchi nazionali. Infine, nel caso Stati Uniti v.
Butler, la Corte riconobbe pieno sostegno agli hamiltoniani sul potere
tassazione.
Nessuno
di questi pareri legali servì a
definire in maniera chiara il significato fondamentale contemplato nella Costituzione,
Art. 1, Sez. 8 sul “benessere generale degli Stati Uniti", che non dà alcuna autorità al Congresso di adottare
misure per "il popolo", né individualmente, né
collettivamente parlando. Anche i Nove Uomini Vecchi non hanno mai esattamente
interpretato questo importante punto della Costituzione. Nel breve periodo in
cui la Corte Suprema fu attiva nel contrastare le misure del New Deal,
all'unanimità decise di annullare il National Recovery Act, che fu la più
grande sconfitta di Roosevelt in tutta la sua carriera politica.
Questa
fu seguita dalla sentenza della Corte intitolata sul New York Times, il 1
dicembre 1935, IL CONTROLLO DEL [prezzo del] CARBONE NON VALIDO per la Corte.
GENERALI WELFARE NEGATO: "Oggi una Corte Federale ha sentenziato che, il
tentativo da parte del Congresso di controllare l'industria del carbone
bituminoso con la legge Guffey è incostituzionale, perché è una tassa imposta sul carbone [con valore su
tutti gli Stati]. Per quanto riguarda l'impatto sul benessere generale, il
Congresso, secondo la Costituzione, non ha il potere di intervenire sul
benessere generale. Il benessere generale delle persone può essere promosso ed
offerto con esercizio prudente e saltuario, come previsto dalla Costituzione.
L'intrusione del governo nei poteri degli singoli Stati e saggiamente
salvaguardati dalla Costituzione, tenderebbe inevitabilmente alla distruzione
dell'autorità locale e suonerebbe come la capanna a morte del governo
democratico."
Il New York Times il 7 gennaio 1936, riporta un altro
titolo che dice "La Corte Suprema sentenza l'A.A.A. incostituzionale con
voto 6-3. Verdetto Dooms Other New Deal Laws, di Arthur Krock, corrispondente
da Washington. La Corte Suprema con i due terzi ha oggi demolito l'Agricultural
Adjustment Act nel modo più completo così come fece lo scorso anno con il
N.R.A.” [National Recovery Act]
Ulteriori commenti sulla decisione
della Corte furono che "il governo si avvalga dell'Art. 1, Sez. 8 della
Costituzione, che contiene la tassazione e le clausole benessere generale.
Viviamo sotto una duplice forma di governo, federale e statale. L'Unione
Federale è un governo esclusivamente costituito dal potere dato ai delegati
[Congresso]. Lo Stato ha tutti gli altri. L'Agricoltura, come la Corte ha
spesso detto circa l'estrazioni e le produzioni, è un’attività prettamente
locale. Di conseguenza, i poteri di cui all'Art. 1, Sez. 8, non si applicano.”
Il giudice Story sottolineò che la
clausola benessere generale potrebbe essere interpretata in modo da trasmettere
un potere federale illimitato. Per questa ragione il governo chiese alla Corte
di pronunciarsi in maniera che il Congresso possa decidere che cosa si deve
intendere per benessere generale. La A.A.A. è incostituzionale perché invade i diritti riservati agli Stati. La
regolazione del settore agricolo è al di là dei poteri del Congresso. La decisione della Corte, aggiunge il giudice
Story, prosegue dicendo, "la Costituzione, fin dalle sue origini, era
stata pensata come cornice al governo nazionale, con poteri speciali e
enumerati e non con poteri generali o illimitati. (Sec. 904, Commenti sulla
Costituzione, 5°ed. v.1). Il potere di tassare i cittadini per spese per la
difesa comune ed il benessere generale non è in alcun modo un potere
straordinario, se limitato a tali obiettivi." (Ibid. Sec 922) Il Times
riportò una
frase di Hamilton che nel suo noto rapporto sulla produzione affermò che "l'obiettivo deve essere a livello
generale e non locale." (Works v.3, p.250).
La
decisione della Corte Suprema di invalidare i provvedimenti più importanti del
nuovo Welfare State causò urla
di angoscia da parte dei sostenitori di Roosevelt, nei sindacati e nel Partito
Comunista. William Green, veterano del sindacato e capo della Federazione
Americana del Lavoro, dopo aver appreso della decisione di invalidare il
National Recovery Act, chiese la spensione della Corte. Il 7 Giugno del 1935,
il New York Times scrisse che "Rep. Keller dell'Illinois ha proposto un
emendamento costituzionale che permetta al Congresso di fare le leggi che “lo
stesso giudichi necessarie per il benessere generale della popolazione.” Tale
emendamento, disse Keller, avrebbe impedito alla Corte Suprema di invalidare le
leggi per il benessere. In effetti, pochi mesi dopo, la Corte Suprema iniziò un lungo processo di revisione circa le
nuove misure del New Deal, e non ci fu bisogno di nessun emendamento alla Costituzionale.
Il 30 novembre del 1935, Alfred
Lilienthal publicò una
lunga lettera sul New York Times, in cui diceva che la Corte Suprema degli
Stati Uniti aveva più volte dichiarato che la Costituzione, Art. 1, Sez. 8, non
può sostenere alcuna ampia legislazione sul benessere generale e che questo
rappresenta una limitazione del potere di tassazione. Il giudice Story, nei
suoi Commenti, Sec. 923, dice 'La tassazione per il benessere generale degli
Stati Uniti è equivalente alla tassazione finalizzata al benessere generale. Le
imposte sono il potere e il benessere generale lo scopo per il quale il potere
deve essere esercitato. Come
Mr Jansen, Hamilton interpretò l'Art.
1 Sec. 8, per dare al Congresso ampio potere di legiferare su qualsiasi cosa
potesse beneficiare la popolazione, ma in sei diverse occasioni questa
interpretazione fu rifiutata dalla Convenzione Costituzionale. Ancora nel 1926,
l'attuale Presidente della Corte Suprema, parlando davanti al Federal Oil
Conservation Board, disse: "Era urgente che il Congresso potesse esercitare
il potere necessario e opportuno per la difesa comune o in generale il
benessere degli Stati Uniti. Naturalmente, con una tale costrizione, il
Congresso degli Stati Uniti cesserebbe di avere poteri limitati, ed il potere
degli Stati sarebbero del tutto illusori, perché sarebbero sotto il controllo
federale esercitato dal Congresso che, nel complesso, è responsabile del benessere generale.
Tuttavia, questa non è la visione contemplata nella Costituzione."
Il 15 novembre del 1935, la pagina editoriale del New
York Times pubblicò la dichiarazione con titolo "BENESSERE GENERALE",
"La Corte Suprema ha già deciso che l'articolo in questione non contiene
alcuna concessione del potere al Congresso o di qualsiasi agenzia di
governo." Sembrerebbe che nessun parere legale potrebbe essere più diretto
di questo, in particolare perché si basava su un'interpretazione del giudice
Story, prominente costituzionalista. In una lettera apparsa sulla pagina editoriale
del NewYork Times il 17 novembre 1935, Mr Boyd C. Darling scrive,
"Hamilton ha detto che il Congresso aveva il potere in virtù della
Costituzione di tassare per scopi al di fuori dei suoi poteri. Madison dice che
non ha questo potere. Chi ha ragione, Hamilton o Madison? Per due volte la
Corte Suprema è stata chiamata in causa e per due volte ha rifiutato di
pronunciarsi". Mr Darling poi cita i casi 143 U.S. 695, 163 degli U.S.
433.
Il
New York Times conclude questa serie di lettere con un editoriale del 1 giugno del
1937, sottolineando in relazione ai pareri sopra citati, che "coloro che
sostengono che la clausola generale di benessere dà pieno
mandato al Congresso in legiferare nell'interesse nazionale, non è supportato da nessuna delle decisioni
precedenti." Sebbene queste citazioni sembrano sottolineare che coloro che
cercavano un'interpretazione più liberale della clausola generale di benessere
della Costituzione fossero condannati alla sconfitta, gli eventi di lì a breve
dimostrarono esattamente il contrario. Da questo giorno in poi, la Corte
Suprema iniziò la sua
riforma per approvare le nuove misure del New Deal e il Congresso fu nella
condizione di procedere a tutta velocità con la sua versione del Welfare State.
Il presidente Roosevelt aprì la
campagna con un altro discorso infuocato nel quale dichiarò che la Costituzione in effetti autorizzava
il Congresso ad approvare la legislazione "per il benessere generale della
popolazione degli Stati Uniti." Questa citazione strampalata causò la risposta infuocata del Governatore
Hoffman del New Jersey, pubblicata nel New York Times il 2 maggio del 1937, che
diceva 'Il Governatore Hoffman del New Jersey ha accusato l'interpretazione del
Presidente Roosevelt sulla Costituzione che avrebbe acconsentito al Congresso
di esercitare pieno potere di legiferare sul benessere generale e che l’avrebbe
garantita al di là di qualsiasi decisione di ordine giuridico." Il
Governatore denunciò questa
posizione di Roosevelt come incostituzionale e chiese l'istituzione di Comitato
Statale per le Comunicazioni esterne "per evitare la possibilità della
creazione di un unico governo autoritario." Il New York Times osservò che il Governatore accusò Roosevelt di falsa interpretazione
della clausola generale di benessere, in quanto aveva deliberatamente omesso le
parole essenziali del testo della Costituzione partendo da una falsa premessa
per giungere ad una conclusione sbagliata.
Nelle notizie in prima pagina del
New York Times del 25 maggio del 1937 annunciarono l'inaugurazione ufficiale
del nuovo Welfare State. " LA CORTE SUPREMA CONFERMA SOCIAL SECURITY
ACT e L’ASSICURAZIONE SUL LAVORO". Roosevelt ora aveva la maggioranza
della Corte Suprema a favore. Il Times citò il parere del giudice Cardozo, che disse che
"il concetto della clausola del general Welfare non può essere interpretata
in maniera statica. Il giudice McReynolds dissentì,
affermando che "La Costituzione sembra un'unione indistruttibile composta
di stati indistruttibili." William Green dell'American Federation of
Labor, espresse una revisione contraria, proponendo la decisione a favore del
Social Security Act "uno dei più belli che la corte abbia mai fatto".
Il senatore Robert F. Wagner di New York dichiarò che la decisione della Corte Suprema
"rende ormai certo che il Congresso può emanare leggi sul numero massimo
di ore, salario minimo e abolire il lavoro minorile". Wagner dichiarò la sua intenzione di stabilire un
Dipartimento Federale di Salute Pubblica, presieduto da un Gabinetto di rango.
Ciò avvenne, ma nonostante la previsione fiduciosa del senatore Wagner di
abolire il lavoro minorile, ad oggi nel 1991, abbiamo lo stesso lavoro
minorile, che avevamo nel 1937. Non solo, nel 1937, la maggior parte delle donne
erano a casa, si prendevano cura dei bambini e della casa. Oggi, le donne devono
lavorare fuori casa, pagare le tasse ed interessi rovinosi, mentre i bambini
vagano per le strade senza sorveglianza, alla mercé di spacciatori, stupratori
e soggetti a molestie. Lo stile di vita americana, che era riuscito a
sopravvivere alle peggiori devastazioni della depressione, era ormai bandito
per sempre grazie dalle cure del nuovo Welfare State.
Capitolo VI - Il Futuro
dell'America
L'esito delle macchinazioni, le cospirazioni
e gli atti di organizzazioni criminali che l'America ha subito negli ultimi
decenni si rappresenta nel Welfare State. C’è una famosa frase di John Adams, che pronunciò dopo l'adozione della Costituzione, che dice
"Hai una Repubblica, se la puoi tenere". Così il cittadino americano
oggi può ribattere ai cospiratori, "Avete un welfare state, se lo potete
tenere!" L'idea che il sistema di Stato Sociale funziona non e' vera. Dura
ancora solo perché le
persone ne sono all'oscuro e non sanno veramente cosa succede. Lo Stato
Sociale, lungi dall'essere la Fonte dell'Abbondanza, è solo un'agenzia di
sfruttamento spietato, che sta rapidamente disperdendo il patrimonio della
nazione, e che, anzi, probabilmente ha già passato il punto di non ritorno e
che porterà alla bancarotta. Questa farsa, o gioco oscuro, non può continuare a
fornire "assistenza" o benefici a tutti, continuando a prendere
denaro in prestito. È ora
evidente che quando si va al cinema, dobbiamo comprare i biglietto e l'ingresso
non è più libero.
I
cospiratori sono riusciti a convincerci a cedere i nostri diritti
Costituzionali a favore di altri "diritti", cioè i benefici di
governo. Il dizionario Webster definisce il "diritto" come "un
mezzo per ottenere prestazioni come sussidio per la disoccupazione,
assicurazione o pensione per dipendenti statali". I fondi per il pagamento
dei "diritti" devono venire del governo, che a sua volta deve
raccoglierli tramite le tasse. Ma oggi è stato raggiunto un punto di non
ritorno, un punto in cui il numero degli aventi diritto supera il numero delle
persone che devono essere tassati a pagare i diritti. Dopo alcune manovre
finanziarie inutili, il governo è costretto ad ammettere che la funzione dello
stato sociale non funziona più. A questo punto, o torniamo al governo
Costituzionale, o possiamo aspettarci una dittatura, o un governo d’emergenza,
o di sprofondare nell'anarchia più assoluta.
Un passo positivo è quello di
ammettere ciò che è stato documentato in questo libro, ovvero che lo Stato
Sociale ha permesso all'autorità di elargire certi "diritti" grazie
ad una interpretazione fraudolenta dell'Art. 1, Sez. 8 della Costituzione degli
Stati Uniti; che tale interpretazione è stata voluta ed imposta al popolo
americano da un gruppo di finanzieri internazionali, cospiratori Marxisti e
altri sabotatori le cui motivazioni possono non essere ancora del tutto
evidenti all’opinione pubblica. Il sistema giudiziario della Corte Suprema è stato messo sotto pressione per dare a
questa cospirazione un colore di legalità. Le burocrazie federali, statali e
locali sono vittime dalla loro stesse trappole. Lo Stato Sociale non può produrre niente che potrà essere d'aiuto,
perché, per sua stessa natura, non solo è improduttivo, ma è controproducente. Di fronte a questo impasse
politica ed economica gli Stati Uniti così come è avvenuto per l’Unione Sovietica, devono
affrontare una situazione di stallo che può finire con la dissoluzione politica
o portare ad una completa riorganizzazione. Non dobbiamo dipendere più dalla
vecchia politica e da rivoluzioni armate illuministiche, che hanno dimostrato
la loro fallacia. Invece di cercare soluzioni nuove, dobbiamo rinnovare
l'impulso e la determinazione che portò i
patrioti, uomini di buona volontà, a cooperare insieme per elaborare una unione
perfetta, gli Stati Uniti d'America, in cui i cittadini fossero garantiti del
diritto alla vita, alla libertà e al perseguimento della felicità.
Il
più grande errore che i cittadini possono commettere è quello di farsi prendere
dal panico come se avessero "perso" la battaglia. Noi Americani siamo
certamente stati derubati, ma abbiamo ancora tutto quello che Dio ci ha dato.
L'unico errore che possiamo fare a questo punto è quello di continuare a
seguire i ladri, a credere ai bugiardi, e dare la fiducia ai traditori. Questi
criminali non possono più nascondersi dietro le maschere. Le loro azioni sono
sotto gli occhi di tutti. Dobbiamo solo guardarli dall'alto per vederli per
quello che sono, e far sì che
mai più saremo ingannati da questi palesi imbroglioni. Americani, l'ora è
vostra!
Links utili:
- Costituzione Americana in italiano
- Atto del 1871
https://ucadia.s3.amazonaws.com/acts_us/1800_1899/us_041_congress_1871_ch62_government_cree’