venerdì 22 settembre 2006

Dittatura Bianca

Per capire il presente è necessario conoscere il passato. Molti, durante i dieci anni di amministrazione di centro destra, si sono lamentati di Sarro. Forse avevano ragione, forse no...tuttavia hanno sicuramente dimenticato cosa erano le amministrazioni passate ...gli uomini e le loro azioni. Di quell'epoca si da un'immagine distorta, tutta rose e fiori, volutamente settaria e autocelebrativa. Un' immagine fuorviata e fuorviante, artatamente distorta dai soliti millantatori, i soliti falsificatori della realtà. Parlano di una "piccola Svizzera", dimenticando che molti giovani in Svizzera ci sono andati, ma non per passare una vacanza. Parlano di posti di lavoro elargiti a destra e a manca, dimenticando, però, che sono stati "regalati" esclusivamente ad una piccola parte di "privilegiati" (per strane simpatie, mai per merito). Parlano dell'Ospedale e si dimenticano del cotonificio. Si parla di edifici scolastici realizzati e si dimentica la professionalità, nonchè l'enorme mole di diplomati che sono rimasti con un pezzo di carta in mano, inoccupati. Si dimenticano tutte quelle persone che sono dovute emigrare, lasciando qui affetti e ricordi. Chi, per converso, ha conosciuto emarginazione, disoccupazione ed ingiustizia sa bene di cosa parlo. Le strade, così come i posti di lavoro, erano diligentemente sorvegliati da solerti delatori che amabilmente svolgevano le loro mansioni con una pervicacia degna di un servizio di intelligence. Oggi, per uno strano ricorso storico, siamo precipitati di nuovo nel baratro. Oggi è difficile persino dissentire, senza essere calunniato, diffamato, minacciato, messo alla berlina e odiato da tutti. Si da tutti: poichè la gran parte degli elettori appoggiano quest'amministrazione. E non bastano i cumuli di rifiuti a far riflettere, semmai servono solo ad aizzare l'odio. Un odio rivolto non solo verso i precedenti amministratori, ma anche verso tutti coloro che, più o meno apertamente, si sono defilati dall'elogiare la nuova amministrazione. Nulla di meglio allora che rileggere con occhi disincantati questa nostra storia. 

venerdì 15 settembre 2006

Siamo alla frutta



Le parole del Papa confermano la scelta scellerata di inseguire un modello di comportamento che non paga più nemmeno nei termini auspicati dalla chiesa: le ordinazioni sacerdotali diminuiscono e la qualità dei sacerdoti pure. Una chiesa che ha abiurato il suo passato per abbracciare il terzomondismo, il pacifismo e tutta le sequela di filastrocche per fanciulli ormai grandicelli. Qualche mente bella potrà accogliere con soddisfazione tale evento, poichè è questo lo spirito dei Vangeli. Se si vuole seguire alla lettera il Vangelo, che si incominci dall'alto, a dar l'esempio. A cosa servono i sermoni che ormai si ascoltano da anni senza sortire alcun vantaggio? Ora, senza entrare nel merito specifico, poichè molto ci sarebbe da dire anche a tale proposito, dico solo questo: ma si rendono conto lor signori di cosa ha prodotto il Concilio Vaticano II? Di cosa abbia significato voler abiurare le crociate, aver colpevolmente cancellato l'ultimo Ordine degno di questo nome? Non solo. E a quet'tultimo proposito ci sarebbe molto da di scrivere... sulle abiure giuste e quelle mancate. Ma siccome indietro non si può tornare, ora si paghi il fio.

Adunata

Adunata Fascista in Piazza Roma
Mi perdonino i lavoratori, i disoccupati, le massaie e tutta la brava gente del mio paese. Chiedo venia proprio nel momento in cui la Chiesa chiede perdono all'Islam per non aver "capito". Non lapidatemi dunque! Non scagliatevi contro di me!
Che colpa ho io se - oggi - quelli che voi maldestramente avete votato vi amministrano in modo così pedestre?
Quale colpa mi si può affibiare se lor signori, in barba al deficit publico, hanno le mani bucate?
"Nessuna", direte voi... "Così fan tutti", soggiunge qualcuno più oculato nell'elargire consigli a buon mercato.
Per questo, lasciate ogni intento maligno e... A S C O L T A T E M I!
Il precedente "amministratore" ha dimostrato di essere un abile commediante, un sinistro replicante in salsa borghese, sin troppo loquace... troppo...per i miei gusti.
Questo, invece, non è avvezzo alla politica... ma... sta imparando.
Qual'è la politica che i vostri "beniamini" conoscono a menadito e che VOI, COLPEVOLI ELETTORI, avete apertamente approvato? E' l'unica politica possibile che il popolo italiota conosca: LA POLITICA DEL COMPROMESSO; LA POLITICA DELLE CLIENTELE; LA POLITICA DEL DO UT DES.
Si tratta, in buona sostanza, di accontentare i diversi "centri di interesse" presenti sul terrirorio; Si tratta di mandare avanti la baracca, anche quando questa fa acqua da tutte le parti; si tratta di saper maneggiare la manovalanza elettorale in modo da soddisfare capra e cavoli. A questo punto una domanda è d'obbligo. Servono veramente le elezioni o sono (come si verifica puntualmnete) solo uno spreco di danaro pubblico?
Vi chiedo: cosa c'entrano la democrazia e i diritti, se voi, in pratica, vi fate trattare come SUDDITI?
Perchè vi recate al seggio elettorale, persino con il solleone, o durante una tempesta? Non sarebbe più saggio declinare tale inutile invito? Basterebbe una delega in bianco, con annesso salvacondotto ai vostri referenti, per esempio. Si potrebbe persino pensare ad un atto pubblico con tanto di timbro notarile, risparmiandovi finanche la fatica di andare a votare. Invece no. Alle urne bisogna andare, perchè voi volete "essere cittadini", voi "volete scegliere"... Ah beata ingenuità, che strana razza d'ipocrisia è la vostra? Personalmente ho stracciato da tempo la tessera elettorale e l'ho scaricata nel wc del comune, in uno di quei tipici Wc, sporchi e luridi come le latrine pubbliche e malfamate. Non era meglio avere una classe dirigente capace, un manipolo di uomini eccellenti, agilmente guidati da un auriga di platonica memoria, anzichè un numero imprecisato di mangiapatate a tradimento? Sinceramente non vi capisco. Per tal motivo non posso provare dispiacere per ciò che accade in questa "onorata società".

giovedì 14 settembre 2006

L'episteme del cittadino medio


Il tipo d'uomo medio che vivacchia ai piedi del monte è principalmente egoista, maleducato, quasi mai discreto, più attento al suo squallido "look", molto meno alla sua "dignità" . E' favorevolmente incline al compromesso, dedito al vaniloquio auto glorificante e, non di rado, sconfina nelle oscenità più licenziose. Il suo modo di rapportarsi con gli altri oscilla fra un atteggiamento superbo, spocchioso, ed uno più dimesso, a seconda dello status sociale che immeritatamente riveste. Se occupa una qualsiasi carica risulta implacabile con i sottoposti e ossequioso verso i superiori. Ottimista per natura, crede che il mondo circostante sia "il migliore dei mondi possibili", e non si chiede neppure se, per caso, "un altro mondo è possibile". Apparentemente ben vestito, se non altro per gli abiti griffati che indossa, raramente sa essere davvero elegante, mancando, appunto, di quella merce rara che si chiama "classe". Nelle sue goffe esibizioni mondane assomiglia molto al compianto Alberto Sordi che, nelle sue innumerevoli "gags", ha saputo fotografare magnifica-mente il prototipo levantino in salsa italiota. Il pedemontano medio non si discosta molto dal modello italiota, agilmente interpretato dall'attore prima citato. Quando riesce ad abbindolare una "puledra" autoctona inizialmente è sempre disponibile e generoso, finchè, una volta raggiunti gli infimi scopi che si era prefisso, se la puledra non potrà affiancarlo "degnamente" alle feste mondane di questa “onorata società” o aiutarlo a salire gli scalini del “successo”, la abbandona in un angolo come un giocattolo rotto. Se, per converso, è di “buona famiglia”, ossia se la madre e la nonna della puledra possono vantare nei loro curriculum vitae ottime referenze e credenziali, la cosa muta radicalmente aspetto: il tipo diventa comprensivo, premuroso, a tratti addirittura servile. Le referenze di queste non meglio identificate puledre di “razza” assumono un peso decisivo nella scelta della compagna del “tipo pedemontano”, in specie quando vengono raccomandate da arcipreti e politicanti in auge in quel particolare momento. Ed è facile intuire il perché. Ovviamente, quando il tipo in questione si trova di fronte ad una tale “puledra” può anche accadere che le parti si invertano, con conseguenze nefaste per il povero pony piccolo-borghese. Per la verità non sono pochi i casi in cui, nello stesso clima di opportunismo rampicante, le parti, per uno strano scherzo del caso, si invertono irrimediabilmente, mandando in frantumi il piccolo castello di certezze del "buon uomo pedemontano". Quest'ultimo, a detta delle poche ragazze veramente oneste, si rivela malandato persino nell’intimità; oppure, per contro, è un vero e proprio cafone malfamato. Legge poco e male, preferendo la cronaca locale a quella nazionale. Ignora del tutto storia e filosofia o, al massimo, si entusiasma per le tradizioni folkloristiche locali, prediligendo quelle manifestazioni presiedute da compaesani e consaguinei. Professionalmente riesce quasi sempre a far prevalere le sue ragioni, con ogni mezzo, lecito e non. L'importante è prevaricare, non importa se poi qualcuno ci rimette le penne e neppure se a farne le spese sia addirittura l'intera collettività. Quando non riesce nel suo intento ripiega su posizioni subordinate, ossequiando il potente di turno, aspettando tempi migliori per emergere e riguadagnare la posizione perduta. In questo viene sempre aiutato dalla consorte che si prodiga in tutto e per tutto affinché il suo amato "prode" raggiunga la vetta più alta possibile (molte volte è necessario uno sgabello). Tutto è lecito per sedersi al desco dei potenti: ossequi, regalie e, finanche proposte indecenti. Nel tempo libero il cafone pedemontano incontra i suoi simili al bar, per concedersi un aperitivo e scambiare le solite inutili chiacchiere. In occasioni particolari organizza dei piccoli festini privati dove si raccoglie tutta la "créme de la créme..." Molti di questi dandy da strapazzo sono anche proprietari di vetture e moto di grossa cilindrata e qualcuno più in su nella “scala” dei “disvalori” finanche di Ferrari testa rossa. Il proprietario di un tale tipo di vettura, naturalmente, si discosta dal medio interprete della borghesia locale. La sua lei sarà sempre una spanna sopra le altre, magari molto più giovane di lui, sempre alla moda. Lui indosserà oltre l’abito firmato anche un Rolex d’oro, e il suo look sarà sempre in ordine, mai con un capello fuori posto. Ovviamente un tal tipo di personaggio non rientra nella fattispecie qui esaminata. A questo punto sorge spontanea una domanda: esiste veramente una superiorità antopologico-culturale, fra la massa degli arrampicatori sociali e "l'elite" presa a modello dai primi?

sabato 9 settembre 2006

Pezze rosse


Ieri sera, in una delle due piazze principali, c'è stato un vanaglorioso sventolio di bandiere rosse, di falci e di martelli. C'era bisogno davvero di una sceneggiata simile? Cartelli che documentavano il degrado cittadino, attraverso la macabra esposizione di fotografie scattate da dilettanti della ripresa. Un'altra bacheca testimoniava lo sperpero di denaro pubblico, attraverso lo scandaloso aumento dell'indennità di carica. Una compilation con le immagini delle "gloriose" tessere del PCI. Peccato che il PRC assomiglia nè poco né punto a quel grande partito di massa che fu il P.C.I. C'era veramente bisogno di tutto questo? O forse i cittadini non vedono quanto accade dinanzi ai loro occhi?
Ieri correva l'anniversario di un giorno triste per l'Italia tutta, il giorno della vergogna.
E loro che fanno? Fanno una festa. Bravi! E cosa dovremmo festeggiare? La gloria del nostro paese? O quello di Badoglio? Hanno saputo costoro rispettare il sangue dei vinti, onorare le morti innocenti, assumere il peso gravoso della storia?
Cosa hanno fatto di così encomiabile per dare lustro ad una tradizione che ormai rappresenta solo una realtà marginale, quasi folkloristica, che non rispetta nemmeno se stessa? Le sue scaturigini sono state piegate dalla deriva economicista, dal lusso conformista di un intellettualismo squallido e fine a se stesso. Perchè costoro, imberbi narcisisti, figli del benessere borghese, sventolano le bandiere rosse e indossano improbabili T-shirt? Queste manifestazioni "legali" fanno il verso a quelle parodistiche processioni "illegali" in quel di Predappio, dove ogni anno, si recano turiferi religiosi in camicia nera a menar vanto della loro vetusta fede. In che cosa si sono adoperati - fattivamente - questi figli della borghesia? Pensano forse basti aver imbastito quattro articoli per la compilazione di un giornalino per dire di avercela fatta? Due fogli di carta formato A3, pieni di amenità e luoghi comuni, di denuncie mai presentate, di articoli presi a prestito senza permesso, di sproloqui senza nè capo nè coda. Che cosa avranno poi da sventolare così orgogliosamente?

venerdì 8 settembre 2006

Voglia di "jihad"



Senza volerlo, l'altro ieri, mi sono imbattutto in alcuni tizi che discutevano, con fare fra il serio e il faceto, dell'imperversare in Europa di movimenti filoislamici che reclutano, soprattutto fra i giovani, "adepti" da impiegare nella annosa battaglia contro l'occidente.
Ebbene, neanche a farlo apposta, lo stesso giorno "il FOGLIO" di Giuliano Ferrara (o di  Veronica Lario) pubblicava in prima pagina la cronaca di un arresto avvenuto in Danimarca  di nove persone, con un età compresa fra i diciotto e i 35 anni. Non solo giovanissimi, dunque.  I nove arrestati sono tutti danesi Doc. Questa notizia, più dell'arresto in se stesso, ha destato uno scalpore spropositato.
Ci si meraviglia che nel "ventre molle dell'Europa" (come lo chiama Ferrara) si possano verificare eventi del genere. Non quindi immigrati fanatici che praticano lo "Jihad" , ma guerriglieri autoctoni che hanno abbracciato la causa islamica.
Niente di più prevedibile, invece! Appare superfluo rimarcare che si tratta di "cellule dormienti", non  "movimenti di massa". Ed anche questo è logico. Poichè è sempre una élite che si eleva sulla massa umanoide per far si che le cose cambino realmente. Il legame con i fratelli musulmani, dunque, non è un caso. L'islam - oggi - rappresenta un punto nevralgico di "coagulazione" entro cui è possibile formare l'èlite. Quale giovane ardimentoso potrebbe essere entusiasta d'entrare in un movimento che invece della lotta propone la "non azione", la stasi . O se propone la guerra lo fa esclusivamente per mantenere lo status quo per biechi interessi economici. Uno stato - è bene ricordarlo - che non è più espressione della tradizione occidentale. Oggi tale tradizione è stata inquinata da elementi spuri che ne hanno minato le fondamenta ed è ovvio che chi ha uno spirito guerriero, non riesca ad aderivi più.  L'alternativa esiste per evitare di "cadere nelle braccia degli Isalmici" ma, ovviamente, non tutti la conoscono.

martedì 5 settembre 2006

Le guerre umanitarie




"Completato lo sbarco del primo contingente di caschi bleu italiani. Ottocentosettanta  i militari destinati a rafforzare la misione Onu nel Libano del sud. Obiettivo assistere l''esercito linbanese nell'azione di bonifica da armi e miliziani hezbollah...".
 
In seguito al susseguirsi degli ultimi eventi bellici è d'uopo - per i combattenti  - scendere in campo e prendere posizione. L'ONU (se ancora ci fosse il bisogno di dimostrarlo) è un ricettacolo di bei propositi ad suo e consumo delle "menti belle", che si fanno scudo della pace per proclamare la guerra. Bisogna anzitutto affrancarsi dalle congetture liberal-progressiste, secondo cui le "democrazie" devono intervenire per ristabilire la "pace". Quale pace potrà esservi in un mondo dominato dalle potenze della dissoluzione? Nell'ex Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq e in tutti i territori del mondo gli americani e i reparti coloniali alleati hanno solo portato distruzione e morte. Interventi eterodiretti, con lo scudo delle "missioni di Pace" e degli interventi "umanitari",  sono serviti unicamente a modificare l'assetto geopolitico in funzione degli interessi ameriKani.  Per tal motivo, ogni popolo deve seguire il suo destino. E' ora che la gente apra gli occhi e butti a mare tutto il ciarpame ideologico che sta alla base di queste storture. Se, nel modo aumenta la disoccupazione, la povertà e  quant'altro, questo lo si deve al turbocapitalismo e al suo modo dissennato di guidare il mondo. Beninteso: non esiterà mai un paradiso in terra! Credere questo equivale ad essere dei  "fanciulli dello spirito", degli imberbi inamidati e tirati a lucido.
La guerra è una cosa giusta. Ma lo è quando essa avviene secondo i canoni della normalità, quando essa rispetta il CODICE DI GUERRA, quando la guerra è vissuta per se stessa,  non per motivi di second'ordine. Non è un caso che i militari d'oggi vengano chiamati "sold-ati", quindi mercenari al soldo del potentati economici e non più guerrieri al servizio dello spirito.
Sic transit gloria mundi.

lunedì 4 settembre 2006

Spinello Libero. Ferrero colpisce ancora.



Dopo la "stanza del buco" e l'assoluzione del "muro antispaccio" a Padova, arriva per la gioia degli allucinati in servizio permanente effettivo, lo Spinello depenalizzato. Tutti potranno fumare senza essere fermati, perquisiti e neppure "derubati" della piacevole sostanza. Si fumerà liberamente, senza paura di beccarsi qualche sanzione, nemmeno una tiratina d'orecchie sarà consentita, poichè come dice uno slogan rifondarolo "giusto o sbagliato, fumare uno spinello non è reato"! Ognuno potrà fumare come e dove vuole: uno spinello al bar, un altro in ufficio, un altro al parco e chi se frega se ci sono bambini; si fumerà persino dove c'è il cartello "vietato fumare". Insomna non si può dire che Ferrero sia contro le liberalizzazioni... Peccato sia ancora a pagamento, a questo punto sarebbe lecito pensarlo. Se non altro si eviterebbero tutta una serie di piccoli reati per procurarsi questa malerba. Il decreto non prevede il carcere poichè il consumo di droga - asserisce il "dolce" Ferrero - non è problema di ordine pubblico e non può penalizzare il libero consumatore. E dire che c'è chi sostiene ancora che il "bravo" ministro rifondarolo sia contro le liberalizzazioni! O forse si parlava d'altro...

Ferrero: un nome, una garanzia.


A dispetto del nome che porta, il ministro per la solidarietà sociale risulta essere un boccone amaro per i piccoli proprietari di casa che rappresentano gran parte degli italiani. Come potrebbe essere diversamente? Il blocco degli sfratti è una delle tante mosse truffaldine che uno Stato di Diritto non dovrebbe in alcun modo tollerare. Invece, siccome il diritto delle persone conta poco, ecco allora dare man forte ad un tipo di legislazione che di sociale ha ben poco se non di rendere omaggio agli inquilini morosi. Oggi, al pieno diritto di godimento della proprietà viene sostituito il più incerto dei principi: quello della proprietà "controllata". Non è il proprietario a decidere e nemmeno un contratto firmato e regolarmente registrato. Decidono i giudici, tutti di sinistra, magari con la kefiah o col foulard color arcobaleno. A cosa servirebbe un tale tipo di proprietà? Il cittadino comune conosce le angherie degli inquilini molesti: ritardo nei pagamenti, appartamenti lasciati in pessimo stato, lamentele fra i condomini ecc. Il più delle volte sono proprio gli inquilini molesti ad essere oggetto di sfratto e, sovente, sono proprio quelli peggiori ad avere la meglio, grazie ad una legilslazione permissiva e tollerante verso questi falsi poveri, che sprecano e spandono in altri generi di consumo, senza pensare di onorare quanto avevano precedentemente sottoscritto.
Gli antichi romani dicevano: "Pacta servanda sunt ".
Ma noi, purtroppo, assomigliamo sempre meno ai nostri illustri antenati.

domenica 3 settembre 2006

Dipendenti statali


Stamattina, per puro caso, ho comprato il giornale diretto da Vittorio Feltri. Neanche a farlo apposta, l'editoriale a sua firma, nel commentare un articolo di Pietro Ichino sul più blasonato Corriere della Sera, faceva riferimento all'ipotesi (che qui da noi assume il ruolo di una "chimera") di licenziamento anche per i cosidetti lavoratori pubblici. Come ho avuto modo di scrivere anch'io qualche giorno fa, questo è un problema di portata enorme, poichè i pubblici dipendenti godono di una  protezione - pressochè assoluta -  da parte della "trimurti" sindacale. E non c'è verso per farli muovere dallo loro sedia. Non si può far ricorso alla "mobilità"; non si possono chiedere cose non contemplate dal contratto e, nel caso di veri e propri nullafacenti, non si può nemmeno lontanamente pensare al licenziamento in tronco del dipendente inoperoso. Una protezione che non trova eguali in altri settori. Per esempio il sindacato nulla fa per i disoccupati e gli inoccupati. Alla fine ho avuto una vaga impressione: forse il Direttore di "libero" legge il mio Blog.

lunedì 28 agosto 2006

Guerrieri Arcobaleno


Non sarò certo io ad indossare - seppure per un attimo - i logori vestiti color arcobaleno. Lascio queste comparsate farsesche ai giullari di corte, ai piagnoni in Servizio permanente effettivo, alle baldracche pacifiste che, nel segno del multiculturalismo più spinto (e che spinta!!) sarebbero pronte a farsi ingravidare finanche da uno scimpanzè. Tuttavia, certe cose vanno pur dette. Il "pacifismo" nostrano, senza la presenza massiccia della sua parte più coerente e meno manipolabile, si è schierato a favore della Missione in Libano, dopo aver cambiato opinione finanche sull'Afghanistan. La Missione in Libano - dicono - è una missione di "Pace", una missione dove si sparerà poco, forse con cartucce a salve o, in extrema ratio, sparando per aria, solo al fine di spaventare quei mamelucchi degli hezbollah. Peccato che il tempo sia cambiato e che gli Hezbollah non hanno alcun timore dei caschi bleu, adusi come sono alla guerriglia ad oltranza. L'armata brancaleone dei pacifisti era presieduta finanche da frati francescani che insieme alle consorelle hanno benedetto questa guerra. La cosa, di per sè non mi scandalizza. Anzi, magari fossero stati sempre così. Il problema è che - stavolta - si tratta di una guerra "giusta", non di una guerra imperialista ordinata da Bush ed eseguita da berlusconi, ma di una guerra che avrà il benestare europeo e delle maggiori organizzazioni umanitarie. In parole povere, si sparerà per la pace.  EVVIVA LA PACE!!!


sabato 26 agosto 2006

BARBARI!



Due giovaninissime  turiste francesi, rispettivamente di 20 e 22 anni, sono state violentate da immigrati algerini, dopo che avevano accettato un passaggio in macchina alla Stazione centrale di Milano, perchè avevano perso il treno. Le due, probabilmente convinte da persone che parlavano la stessa lingua, hanno accettato un passaggio in macchina per ovviare alla perdita del treno. Il "viaggio" - pare - si è concluso nei pressi di Arone, in un appartamento, dove le giovani turiste sono state costrette, sotto la minaccia di un coltello, a soddisfare i bassi istinti di questi "animali da circo" algerini. Lo strazio è andato avanti per ore, durante le quali, i due "barbari", a turno, si davano il cambio nella copula coatta.  Dopo lo  stupro, i due violentatori le hanno riaccompagnate a Milano lasciandole in mezzo ad una strada. Visitate alla cilinica Mangiagalli le turiste presentano i segni inequivocabili  della violenza sessuale. Come ben sappiamo, il parlamento ha appena "evacuato" le carceri, ma non sappiamo ancora se i due fossero pregiudicati oppure no. Dopo le violenze subita dalle autoctone l'Italia - ormai porto franco per stupratori, spacciatori e assassini - non  garantisce nemmeno la sicurezza dei turisti.
Che vergogna!

Ps. In seguito al riconoscimento dei due aguzzini, da parte delle giovani turiste francesi, ho deciso di barrare la nazionalità; in effetti potevo correggere il post, inserendo i dati esatti, ma sarebbe stato poco corretto.

mercoledì 23 agosto 2006

Colletti Bianchi


Quattro miliardi di euro in tre anni per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego. Questa è la cifra occorrente per "foraggiare" la sempre scontenta categoria dei Colletti bianchi. Ma, a quanto pare,  non basta: i sindacati, come era prevedibile, non sono d'accordo. Chiedono un miliardo e mezzo di euro in più! Forse potrebbero anche aver ragione, se questi "solerti" dipendenti facessero qualcosa in più, invece di riscaldare le sedie a sbafo dei contribuenti. La cosa che più fa specie e la totale assenza nell'agenda sindacale delle categorie non protette: disoccupati di lungo e medio periodo e, soprattutto, inoccupati e lavoratori al nero. Per loro i sindacati non muvono un dito!  Ci si preoccupa solo di chi versa la quota al proprio ufficio. Allora ecco una proposta.  Aboliamo i contratti nazionali di lavoro e mettiamo tutti sullo stesso piano. Ognuno avrà un contratto individuale di lavoro, poichè nessun uomo è uguale all'atro. In tal modo sarà fatta giustizia e non vi saranno sperequazioni sociali. Tutti, per guadagnare,  dovranno faticare e avere solo il corrispettivo per quanto sanno veramente fare o per quanto hanno portato a termine. Più meritocrazia e meno burocrazia, più efficienza e meno scansafatiche. Una regola aurea, che darebbe una forte spinta alla crescita e ridurrebbe i costi al lumicino. Ma ciò, evidentemente, è solo una dolce chimera.

martedì 22 agosto 2006

Fondi per accogliere meglio i clandestini



In due anni in Italia raddoppiati gli sbarchi, ma il ministro dei Trasporti chiede 10 milioni per l’emergenza

Un intervento «immediato e straordinario» di 10 milioni di euro per «potenziare l'operatività della Guardia Costiera» e dislocare a Lampedusa più uomini e mezzi per far fronte all'emergenza immigrazione. È la richiesta che il ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi, uno dei 5 ministri competenti sull'immigrazione, avanzerà nelle prossime ore al governo. La situazione «ha aspetti di vera drammaticità» ha spiegato Bianchi. Per questo c'è necessità di un intervento. Insomma, di fondi per accogliere i clandestini in nome di una «solidarietà» senza condizioni che solleva ovviamente anche polemica politica, con la Cdl che difende la Bossi-Fini. Intanto continuano senza sosta gli sbarchi a Lampedusa mentre proseguono le ricerche dei circa settanta immigrati dispersi negli ultimi due naufragi. Ieri sono approdate sull'isola due motovedette della Guardia Costiera con a bordo circa 200 clandestini, fra cui 15 donne, in prevalenza eritrei ed etiopi, clandestini appartenenti a un barcone intercettato a 38 miglia a Sud di Lampedusa.
articolo estrapolato da "il Giornale"

Benvenuti nel Selvaggio West




Banditi assaltano la banca ex direttore spara: un morto. Una giovane donna viene strangolata in chiesa da un cingalese che preso confessa. Fratello e sorella sono investiti da alcuni africani in stato d'ubriachezza, extracomunitario aggredisce una minorenne a in discoteca a Milano e un altro fa altrettanto in mezzo alla strada. A Chieti un algerino ha violentato una ragazza. In provincia di Foggia un rumeno ha tentato di rapire una bimba. Mi fermo qui, ma la lista sarebbe lunga. E' ovvio che l'Italia vive un periodo difficile, un periodo dove i malviventi hanno la meglio: sono compresi, aiutati, giustificati ecc. Mentre un cittadino normale potrebbe passare un guaio serio se dovesse scegliere la via della difesa personale. Aveva agito bene il precedente governo a dare l'opportunità di difendersi, senza chiedere prima all'aggressore quale arma intendesse usare per commettere reato. Eh si, perchè i nostri cari giudici sostengono - in  base al cirterio di uguaglianza, ormai presente in tutte le salse - che deve esserci "parità" fra offesa e difesa. Come dire, se viene un ladro a casa tua chiedigli prima quali sono le armi che ha a disposizione e, soprattutto, quali intende usare. Siamo ormai alla fiera del ridicolo. Berlusconi, seppure fuori tempo massimo, magari non senza il recondito scopo di accaparrare il voto di commercianti e cittadini arrabbiati, aveva concesso un certo riequilibrio delle forze. Ma dubito che questo sistema di intrallazzi e buoni propositi (sarebbe ingeneroso chiamarlo stato) abbia l'ardire di fare qualcosa di più per la nostra personale incolumità e la sicurezza delle famiglie italiane.

lunedì 21 agosto 2006

Allarme "Extracomunitario"

testo estrapolato da “il Giornale” odierno
 
Il buonismo sinistro di questo “governo” sarà il “cavallo di Troia” per l’emigrazione incontrollata. Sinceramente non se ne può più di essere esautorati da una “minoranza” di beduini e dai loro rappresentanti nel parlamento italiota. Si, perché di “mamelucchi” ne son pien le stanze dei partiti comunisti, dei pacifisti, dei terzomondisti, dei sindacati, della “Caritas” e finanche della Chiesa cattolica! Ormai, a parte i soliti perdigiorno, nessuno sogna il “comunismo”. Se si parla di comunismo a qualcuno che l’ha vissuto in prima persona, sulla propria pelle, si rischia di venire malmenati. Allora ecco pronta la soluzione: accogliamo questa massa amorfa di clandestini, non importa se troveranno un lavoro onesto oppure no, diamo loro piena cittadinanza e, soprattutto, facciamoli votare, diamo loro persino qualche scranno in parlamento… e il gioco è fatto. Gli immigrati, sicuramente, ci ringrazieranno. Questo è, in parole povere, il ragionamento di “bassa macelleria” che fanno i comunisti “radical-chic” come Bertinotti. In pratica, il comunismo all’amatriciana fa il gioco del capitalismo selvaggio, pur seguendo vie traverse. La sinistra tutta vuole far si che il suolo italico diventi un “porto franco” per tutti. Solo così potranno continuare a mantenere gli scranni caldi al Parlamento, solo così potranno finanziare i loro luridi “fogli di carta”(in barba al referendum sul finanziamento dei partiti), solo in questo modo potranno mantenere tutto l’ambaradan dello spreco legalizzato (inutili uffici di rappresentanza, elargizioni di cariche e consulenze onerose e dispendiose per tutti), solo così potranno contrastare il volere degli italiani! Questo gioco sporco viene condotto con la collaborazione silente delle varie “mafie”. Sono le “mafie” che reclutano i clandestini, che organizzano i “viaggi” e che, una volta sbarcati, li riceveranno procurandogli un “lavoro”, in piena sintonia con le organizzazioni malavitose locali. Detto questo è opportuno precisare che – data la situazione attuale – non si possono del tutto chiudere le frontiere. Nessuno con un po’ di sale in zucca lo pensa. La manovalanza serve, soprattutto quella a basso costo. Così avviene in tutto il mondo. E’ inutile essere ipocriti, facendo mostra di “buoni” sentimenti. Ed è giusto che gli italiani godano di privilegi, rispetto agli extracomunitari. Invece, qui in Italia, per uno strano caso di demenza collettiva frutto dell’ideologia buonista, si verifica l’esatto contrario: si forniscono aiuti per chi esce di galera; si cercano gli sponsor per questi “poveracci” ecc. Ma non si forniscono aiuti agli autoctoni, non si creano le condizioni affinché la disoccupazione torni entro livelli accettabili. Se poi consentiamo anche – attraverso una legislazione largamente permissiva – di violentare anche le nostre donne, allora vuol dire che siamo alla frutta! E adesso, per completare l’opera, si aprono le “porte”, così come farebbe una vecchia baldracca di bassa lega di fronte ai suoi clienti, in modo tale da consentire a questi mamelucchi il diritto di voto e di cittadinanza.

domenica 20 agosto 2006

Incompatibilità totale

Il caso di Hina Saleem dimostra, se ancora ve ne fosse bisogno, l’estrema incompatibilità del mondo occidentale con quello orientale. Tutte le chiacchiere sull’integrazione dell’altro, del “diverso”, si sono sciolte come neve al sole. Del resto anche nell’Olanda “multietnica” si sono verificati episodi “incresciosi”, oltre che “inaspettati”. Non entrerò, dunque, nel merito della vicenda, ovvero delle cause che hanno spinto il padre della giovane pachistana all’insano gesto. Si, perché sarebbe tempo perso, inchiostro sprecato (se scrivessi ancora con la penna e il calamaio). Quasi tutti i pachistani intervistati sono concordi nel ritenere giusta la punizione che il padre ha inflitto – suo malgrado – alla figlia.  Ma per noi ciò è inconcepibile. E appunto in questo sta la misura dell’incompatibilità totale fra due modi di vedere la vita. Sono dunque inutili tutte le “indagini” psicologiche, sociologiche; sono inutili perché non potranno mai capire né comprendere un tale gesto. Di qui il fallimento dell’integrazione, del dialogo con l’altro; a meno che il “diverso” non abdichi la sua cultura in favore della nostra. E perché mai dovrebbe farlo? Perché qualcuno si è svegliato e ha detto che così dev’essere? Così è giusto? E se pure così fosse, devono essere loro a rendersene conto, non noi ad imporre la nostra “sicumera”.

giovedì 17 agosto 2006

Razzismo, una "brutta" parola


Osservo come, nel mare magnum della disinformazione, esiste una confusione capillare, diffusa; in parte crea ad arte, voluta dai mass-media, emanazione diretta del “potere Mondiale”, per la restante parte dovuta in larga misura ad “ignoranza”. Esistono varie modalità per intender il concetto abusato di Razza e di razzismo. In primo luogo possiamo individuare il “valore” proprio di una “razza”, in base  ad un insieme di norme, ormai desuete, individuabili solo presso le antiche civiltà, dove vigeva, di norma, il regime delle “caste”. In queste civiltà, come quella INDO-ARIA, vigeva la legge dell’endogamia che, in una qualche misura, è sopravvissuta fino ad alcuni secoli fa nelle famiglie aristocratiche. Ed in tale contesto, si può  sicuramente parlare di un razzismo “reale”, non teorico o frutto di teorie filosofiche campate in aria. Allora c’era l’esigenza di mantener vivo il fuoco degli avi, le tradizioni di una schiatta. Tali tradizioni erano tanto più sentite quanto più si saliva su per la scala dei valori aristocratici. Ciò è avvenuto, tanto in OCCIDENTE, con i culti patrizi, quanto in Oriente. In Oriente si è rimasti più a lungo legati a questo modo di concepire la vita, mentre da noi in occidente, tali sopravvivenze son perite molto tempo prima. Ora, senza impelagarmi in lunghe digressioni che qui, non avrebbero senso alcuno, dirò quanto appresso.
Johann Gottlieb Fichte

sabato 12 agosto 2006

The final countdown

MONACI TIBETANI DEL MONASTERO DI GANDEN JANGTSEIn seguito alla modifica della legge sulla cittadinanza per gli stranieri immigrati, il popolo di destra insorge, esclamando a voce alta il suo sdegno. A sinistra, secondo alcuni sondaggi, ci sarebbe una spaccatura in atto circa le facilitazioni apportate dalle nuove norme in materia d’immigrazione e di cittadinanza. In pratica ci si sta rendendo conto che la demagogia del “siamo tutti fratelli” comporta rischi che potrebbero compromettere il sano equilibrio di un popolo(?). In realtà non v’è nessuna sorpresa da parte mia per quanto sta accadendo. La svolta conferita dal centrosinistra alla questione deve essere inquadrata nell’ottica di un’accelerazione in vista della “dissoluzione finale”. The final countdown. Rebus sic stantibus, appare evidente che starnazzare e gridare allo scandalo serve ormai a ben poco. Bisogna mettere in pratica – per chi ne abbia le qualificazioni adatte – l’aforisma del “maestro” che così recita: “far che ciò su cui non si può far nulla, nulla possa su di noi”.

lunedì 7 agosto 2006

The final countdown



MONACI TIBETANI DEL MONASTERO DI GANDEN JANGTSE
In seguito alla modifica della legge sulla cittadinanza per gli stranieri immigrati, il popolo di destra insorge, esclamando a voce alta il suo sdegno. A sinistra, secondo alcuni sondaggi, ci sarebbe una spaccatura in atto circa le facilitazioni apportate dalle nuove norme in materia d'immigrazione e di cittadinanza. In pratica ci si sta rendendo conto che la demagogia del "siamo tutti fratelli" comporta rischi che potrebbero compromettere il sano equilibrio di un popolo(?).
In realtà non v'è nessuna sorpresa da parte mia per quanto sta accadendo. La svolta conferita dal centrosinistra alla questione deve essere inquadrata nell'ottica di un'accellerazione in vista della "dissoluzione finale". The final countdown.
Rebus sic stantibus, appare evidente che starnazzare e gridare allo scandalo serve ormai a ben poco. Bisogna mettere in pratica - per chi ne abbia le qualificazioni adatte - l'aforisma del "maestro" che così recità: "far che ciò su cui non si può far nulla, nulla possa su di noi".
la foto: 

sabato 5 agosto 2006

Italiani, un popolo verso il tramonto.

Come accade per l’albero, che non si giudica  affatto dalla sua evanescente  vegetazione, ma dai suoi frutti primitivi; allo stesso modo si deve giudicare l’operato di questo governo, buono nelle intenzioni, ma molto meno nei risultati conseguiti. Il mefitico connubio fra la “pietas” cristiano-pauperista e l’internazionalismo progressista sta dando i suoi primi ” frutti”. Il varo della riforma dell’immigrazione costituisce un vero e proprio nulla osta all’invasione incondizionata. Bastono infatti soli cinque anni  (dico 5) per diventare  cittadino italiano: un’assurdità. Un’assurdità vista anche la tipologia dell’immigrazione clandestina, per la maggior parte di religione musulmana L’Italia si prepara a cambiar pelle, invece di essere la punta più avanzata dell’Europa nel mediterraneo, diventerà la punta più avanzata del continente Africano in Europa. Diventerà, dunque, la rampa di lancio per la conquista del continente europeo, la sua “portaerei”, in vista della conquista definitiva del futuro continente “euro-islamico”. La sinistra, in tal modo, spera, con un ragionamento di piccolo cabotaggio politico,  di assicurarsi il voto delle masse depauperate del continente africano, onde poter continuare a “regnare” indisturbata. In prospettiva, però, le cose appaiono ben diverse dallo scenario iniziale prefigurato dai soliti “progressisti”. Le popolazioni extracomunitarie, essendo molto più prolifiche di quelle indigene, nel lasso di poco tempo, grazie anche alle misure varate dal centrosinistra, diventeranno via via un gruppo sempre più consistente e, grazie al diritto di cittadinanza, potranno persino (come già accade in modo molto ridotto) occupare cariche istituzionali e, poco a poco ci ritroveremo, nostro malgrado, ad essere minoranza sul suolo natio.

giovedì 3 agosto 2006

Libertà incondizionata

Le migliaia di clandestini che stanno uscendo dalle carceri grazie al famigerato decreto sull’indulto dovrebbero, a rigor di legge, ritornare a casa.
In realtà a costoro è stato consegnato all’uscita un semplice “foglio di via” che li intima a lasciare il paese entro cinque giorni dalla data del rilascio.
Sarà così? Io temo di no!
Dove andranno questi delinquenti???

mercoledì 2 agosto 2006

Razzismo al rovescio



La porta lasciata aperta  dal ministro Ferrero continua a far innervosire gli italiani. Non solo si smantella quel poco fatto con le quote, abolendo - di fatto - la clandestinità, ma si procede oltre con molta disinvoltura. La nuova trovata del Ministro Ferrero consiste nell'assegnare una "dote" e uno "sponsor" per ogni immigrato. Lo sponsor lo deve fornire un' associazione, magari di volontariato....e la dote servirà per il mantenimento dell'immigrato nel periodo di ricerca del lavoro. E i figli di questo "stramaledetto" suolo italico a chi dovranno rivolgersi per trovar lavoro? Chi darà loro qualcosa, visto che in Italia gli inoccupati non percepiscono nulla? Si tranquillizzino invece le mamme italiane che così,  non dovranno sudare per garantire una "dote" alla propria figlia, si dovranno accontentare di un immigrato con la "dote incorporata"( circa 3000 euro). Tanto certe usanze sono desuete, abolite. I figli maschi, però, si dovranno arrangiare, cioè fare come fanno quelli di colore: emigrare all'estero.
Il poster: Gino Boccassile - La venere di Milo predata

Razzismo al rovescio

Il poster: Gino Boccassile
Gino Boccassile – La venere di Milo predata
La porta lasciata aperta  dal ministro Ferrero continua a far innervosire gli italiani. Non solo si smantella quel poco fatto con le quote, abolendo – di fatto – la clandestinità, ma si procede oltre con molta disinvoltura. La nuova trovata del Ministro Ferrero consiste nell’assegnare una “dote” e uno “sponsor” per ogni immigrato. Lo sponsor lo deve fornire un’ associazione, magari di volontariato….e la dote servirà per il mantenimento dell’immigrato nel periodo di ricerca del lavoro. E i figli di questo “stramaledetto” suolo italico a chi dovranno rivolgersi per trovar lavoro? Chi darà loro qualcosa, visto che in Italia gli inoccupati non percepiscono nulla? Si tranquillizzino invece le mamme italiane che così,  non dovranno sudare per garantire una “dote” alla propria figlia, si dovranno accontentare di un immigrato con la “dote incorporata” (circa 3000 euro). Tanto certe usanze sono desuete, abolite. I figli maschi, però, si dovranno arrangiare, cioè fare come fanno quelli di colore: emigrare all’estero.

domenica 30 luglio 2006

Indulto


Lo stato attuale - che sarebbe meglio definirlo come un "sistema" di interessi trasversali - di fronte alla sua conclamata "impotenza", sceglie la via più facile: l'indulto. Le carceri sono sovraffollate? Che si fa? E che si può fare...si mandano fuori alcuni suoi inquilini. Tanto - si dice - sono poveracci, ladri di galline, che male possono fare? Peccato: in quanto, contro ogni logica, sono compresi invece i reati finanziari e societari, come la corruzione, il falso in bilancio e il danno alla pubblica amministrazione. Peccato che molti di loro non siano in carcere, ma godano degli arresti domiciliari. E perciò non si capisce bene che cosa c'entrino tali reati con il sovraffollamento delle carceri. Bene hanno fatto il ministro Castelli e Antonio di Pietro,  insieme ad una parte coraggiosa della sinistra a non votare il decreto.  Intanto mentre «Radio carcere» diffondeva l'evento,  nelle carceri italiane si viveva un'atmosfera da "mondiali di Calcio": da Regina Coeli all'Ucciardone, da Poggioreale alle Vallette non c'è stato detenuto scontento. Persino chi rimane dentro partecipa entusiasta alla festa. E' una festa che si realizza sotto i migliori auspici buonisti: dall'estrema sinistra pacifista fino alle stanze del Vaticano. Mastella grida vittoria e il cardinal Martino esprime «grande soddisfazione». Poca soddisfazione la esprimono i familiari delle vittime di via dei Georgofili. E' un affronto gridano i giusti e tutti quelli che sul sito della repubblica.it hanno espresso parere sfavorevole per l'impianto dell'indulto (95%), Si parla di 12.000 delinquenti a piede libero.Meno contenti sono i cittadini comuni, la gente che lavora e che dovrà subire le angherie prossime e venture du questa masnada di delinquenti. Ora quindi ci troveremo con le strade affollate di delinquenti. E meno male che non vivo in città.

sabato 29 luglio 2006

Immigrazione


Ferrero esulta e non so voi... Oltre al progressivo smantellamento della Bossi-Fini, a forza di condoni sanatorie e salvacondotti d'ogni genere, si stanno regolarizzando un sempre più massiccio numero di clandestini. Con l'abolizione delle quote, che non son servite del tutto a fermare l'immigrazione clandestina, si da il via libera a trafficanti d'ogni genere e risma. Il cavallo di troia sarà quello dei cosiddetti ricongiungimenti familiari. Non solo più moglie e figli, ma anche zii, nonni, cugini e pronipoti fino alla settima generazione. Il fatto più preoccupante è che dietro il ricongiungimento famigliare si cela un'altro cavallo di Troia: il voto agli immigrati. Questa assurdità giuridica, a dispetto di quanti sostengono che sarà avversata (da chi?), sta prendendo sempre più piede, anche in ambiti "insospettabili". Aspettiamoci allora città d'arte invase da quest'orda di barbari, monumenti usati come vespasiani e tende allestite in Campidoglio. E se non ci sarà nessuno che offrirà un lavoro regolare, non c'è problema: la strada è sempre pronta ad accogliere i suoi figli prediletti. Poi c'è la Caritas e tutta la sequela di associazioni/fondazioni sempre pronte a dare una mano e anche due, se occorre. La polizia sarà comprensiva e lascierà ampia discrezionalità d'ingaggio e, se per puro caso, si va "al fresco", prima o poi se ne esce.  
Buon giorno.

venerdì 28 luglio 2006

Assurdità italiote


Giorgio de Chirico,  Le Muse inquietanti,  1917, olio su tela
A Padova due gruppi di malviventi hanno ingaggiato una lotta senza esclusione di colpi per il controllo dell'area. Da una parte, gli spacciatori Nigeriani che hanno devastato un sottoscala adibito a "moschea" e, dall'altra, i "religiosi" maghrebini che, per salvare l'onore, hanno vendicato l'offesa. In mezzo i poliziotti che hanno faticato a sedare la rissa gigantesca. Dopo cinque ore di guerriglia urbana, la rissa si conclude con 21 arresti e 50 espulsioni. In mezzo a questo putiferio c'è chi riesce pure a trovare scusanti per i delinquenti e a criticare persino i  proprietari degli appartamenti che chiederebbero troppo per l'affitto. I secondi, a detta di alcuni sedicenti opinionisti e pennivendoli del sistema, sarebbero più responsabili dei primi del grave degrado che esiste in quei quartieri.Tutti noi sappiamo come andrà a finire: gli espulsi ritorneranno e gli arrestati saranno rilasciati. Quello che stupisce è che agli arabi è consentito salvaguardare il proprio "onore" mentre a noi altri tocca stare zitti o accodarci al coro delle prefiche buoniste che sanno sempre compiatire e compredere questi "poveri sventurati".
Buonanotte.

mercoledì 26 luglio 2006

Orientamenti



Rovine del Castello di Riardo (CE)

"Ma quand'anche il destino che il mondo moderno si è creato, e che ancora sta travolgendo, non dovesse essere contenuto, presso a tali premesse le posizioni interne saranno mantenute: in qualsiasi evenienza ciò che potrà essere fatto sarà fatto e apparterremo a quella patria che da nessun nemico potrà mai essere occupata o distrutta".
Julius Evola, Orientamenti 1950.


domenica 25 giugno 2006

Clima estivo e referendum

 I referendum e le votazioni – in genere – mi rendono malinconico. Cosa ne può capire un macellaio di Riforme Costituzionali? La forbice dell’analfabetismo si è così allargata che non risparmia nemmeno altre categorie! Avete mai provato a chiedere ad un comune mortale qual è la differenza fra la riforma attuale, quella cioè di cui oggi siete chiamati a pronunciarvi e quella varata dal centrosinistra nel 2001 con soli 4 voti di scarto?  Forse qualcuno saprà anche rispondere. Ma la massa? Quella che – per intenderci – forma il consenso sa dire qualcosa nel merito? Io temo di no.  Le cose non migliorerebbero affatto se dovessimo allargare il nostro ristretto orizzonte alla politica internazionale e ai delicati equilibri geopolitici in atto. La gente sa ciò che riesce a comprendere e ciò che è in diretto rapporto con la propria situazione contingente.  Tutto il resto è tabù, roba per esperti del settore. Per questo è necessario uscire dall’ipocrisia “democratica” che illude ed inganna, senza dare risposte concrete alle esigenze di tutti.  Così dietro lo spauracchio dell’autoritarismo, del “fascismo”, si compiono i peggiori misfatti a danno dell’intera collettività. Il tutto in nome del nobile ideale democratico. Detesto questo tipo di politica che vuole apparire buona e giusta, quando invece non lo è affatto. La democrazia è una pura invenzione ad uso e consumo dei “mangiapatate a tradimento”. Il popolo non ha mai comandato e mai (credo) comanderà. E forse, sotto certi aspetti, è anche un bene. Pensate a  cosa si andrebbe incontro se una cosa del genere – con tutte le varianti del caso – accadesse: sarebbe il caos. E’ giusto invece che a comandare siano i più giusti, i più bravi, i migliori insomma. Si dovrebbe creare una “scuola d’élite “  che preparasse la classe dirigente al governo del paese. Invece, per via della “democrazia”,  ci troviamo una classe politica mediamente impreparata, che deve spesso far ricorso ad aiuti “esterni” per far fronte a problemi tecnici urgenti. La forma dello stato dovrebbe essere piramidale, su base meritocratica. Ma una tal cosa è inimmaginabile oggi.  Quindi, non so voi, ma io me ne vado in montagna.

sabato 24 giugno 2006

L’uomo e il suo "divenire"

Come ho detto e ripetuto, giova fare un profondo lavoro di scavo prima di porre le fondamenta.
Evidentemente, in accordo con il moderno slogan del “Tutto e subito”, non si ha la pazienza di aspettare, di analizzare, di meditare. Quindi darò alcuni brevi cenni circa l’uomo nuovo da allevare. Bisogna cercare anzitutto un miglior valore, una vita degna di essere vissuta.  L’umanità, nel suo insieme, non rappresenta affatto uno sviluppo  verso il migliore, verso il superiore. V’è in effetti un regresso spirituale di contro al progresso materiale, all’elevazione della quantità contro la qualità.
Il problema, direte voi, qual è la qualità?
La qualità è il vero sé, l’essere rispondente alle proprie inclinazioni, fedele alla sua natura…
Ma come facciamo a scoprilo se siamo influenzati dalle apparenze e circonfusi nel mondo. Siamo condizionati inconsapevolmente. Crediamo di saper discernere, ma è una pura illusione. Per esempio anche qui, in rete, ci comportiamo come damerini,  dialoghiamo troppo amabilmente, come gatte che fanno le fusa; in realtà, in determinate circostanze, siamo diversi. Alcuni di noi sono delle belve dalle sembianze umane.  Qualcuno potrebbe anche obiettare che avviene il contrario. Vero, verissimo! Ma un tale tipo d’atteggiamento non può ascriversi ad un “diverso sentire”. A meno che non si abbia acquisito una reale presa di coscienza. Troppo spesso, per converso, si agisce così per darsi delle arie, per apparir “duri e puri”, per suscitar l’altrui ammirazione. E qui si ritorna al punto di partenza, poiché non è possibile affermare un tipo d’uomo nuovo senza aver prima smantellato l’esistente. Le macerie comprometterebbero l’esito finale del nuovo,  corrompendolo già sul nascere.

mercoledì 21 giugno 2006

W Vittorio emanuele

La Procura di Potenza ha dato fuoco alle polveri, mettendo fuori gioco la Monarchia Sabauda. Potremmo anche essere d'accordo se, alla base di questo attacco, ci fosse una strenua difesa della Monarchia Borbonica. Purtroppo così non è. Alla base di tanto "Senso dello Stato" c'è invece tanta voglia di essere esposti alla luce dei riflettori per acquisire meriti che evidentemente non si hanno. Probabilmente i mass-media avevano dimenticato che anche a Potenza, non solo a Milano dunque, esiste una "procura".  E che Procura... Peccato, però, che a pagarne le spese sono gli ignari contribuenti. Si parla di trenta milioni d'intercettazioni.... E non mi va nemmeno di riportare la cifra di tali spese. Ad oggi sappiamo solo che il Re d'Italia voleva fare  qualche regalino una delle sue suddite, scambiando opinioni sul "dilettantismo" dimostrato da qualcuna di loro. Se Migliardi è stato tanto "ingenuo" (poverino..) da pagare 50.000 euro per entrare nell'Ordine Mauriziano e per altre corbellerie  non deve far altro che prendersela con se stesso. Niente. All'Italia ipocrita e falsamente puritana tutto ciò non va giù. Lo spazio dedicato al voyerismo è forte così pure quello dedicato ad un moralismo eccessivo, privo di senso della realtà. Si parla tanto di Stato Laico, di assumere comportamenti laici, distinguendo così tra vizi personali e reati pubblici; e poi si finisce sempre con l'eterno vizio: giudicare. Eppure i seguaci di nostro signore dovrebbero tenere a mente l'evangelico motto: "non giudicare", appunto. Invece, in questo periodo tutti si sentono giudici. E se non possono condannare, perché evidentemente non ne hanno il potere (meno male aggiungo), allora lanciano lunghissimi strali in difesa dell'ETICA, DEL "BUON COSTUME", FREGANDOSENE altamente dei diritti individuali. Allora si mettano d'accordo, questi soloni della "moral democrazia". Delle due l'una: o dev'esserci uno Stato Etico e Teocratico (come l'Iran per es.) o se ci deve essere uno stato Laico lasciamo che ognuno si occupi dei propri vizi e delle altrui virtù. Si farebbe onore almeno alla coerenza.

venerdì 16 giugno 2006

Cibele

Nel vasto panorama delle religioni tardoantiche di tipo misterico non poteva non mancare Cibele, la cui storia è alquanto ricca di dettagli. La Madre degli Dei frigia, che i Romani "adottarono" per contrapporla all'Astarte cartaginese in tempo di guerra, non era inizialmente benvoluta a Roma e alla sua mentalità razionale, perchè contemplava riti che un Romano difficilmente avrebbe accettato. Poi, invece, si arrivò a farsi dare da Pessinunte, sede originaria del culto, la famosa "pietra nera". Nel III sec Cibele rivaleggiava addirittura, quanto a popolarità, con Dioniso e Iside. Vi è un aspetto del mito originario che spesso è trascurato. Cibele possedeva due aspetti: uno benevolo e l'altro terribile. Nel mito più antico, vi è un personaggio ermafrodito che incarna" questo aspetto: è un essere dal nome di Asfargatis o qualcosa di simile, volubile e passionale, potente come un dio, desideroso di comandare su tutti i mondi. Quest'essere sarebbe nato dal seme di un dio che voleva ingravidare Cibele, che si scostò, rifiutando l'amplesso. Asfargatis dovrà essere fermato dagli dei per bloccare il suo delirio di onnipotenza; seguono poi le nozze sventate di Attis, l'uccisione di Attis e la sua sepoltura.....da cui rinasceranno le sementi, dunque la vita. In alcuni stralci del mito di cui siamo a conoscenza, in cui compare il perfido Asfagartis, Cibele gli dice:
"Io fui l'Una, ma verso il Molteplice tu sei caduto..." Questo tema della molteplicità nel creato, contrapposta all'unitarietà prima della Creazione, mi ricorda molto i miti gnostici. Curioso poi, che la Sophia genera l'Errore perchè "divora" il suo stesso desiderio, e questo Asfargatis è invece generato da un seme che non ha trovsto compimento in un grembo... In questo intravedo come una scissione, o dell'essere umano, o a chi lo creato...che trova conferma anche in questo antichissimo mito ricadente nel bacino Mediterraneo.

giovedì 15 giugno 2006

Madonna divinità cristiana o Pagana?

Madonna with St. Jerome (The Day) -
 Correggio 
about 1522 -
Oil on canvas, 205,7 x 141 cm
Galleria Nazionale, Parma
Le donne - forse più degli uomini - apprezzano il valore che il cattolicesimo conferisce alla figura della Madonna. Personalmente, nonostante sia nato in una famiglia rigorosamente cattolica, mi sono allontanato dalla pratica di questa religione proprio a causa dell'opportunismo della Chiesa, che trova nella Madonna il modo d'affermare concetti blasfemi, trasformando una religione di origine patriarcale, quasi in un culto della dea madre. È noto infatti come nei Vangeli canonici si parli ben poco della Madonna, e come tra gli apostoli non sia stata scelta alcuna donna, ragion per cui la Chiesa ha rifiutato il sacerdozio alle donne. Per tenerle buone ha attribuito alla Madonna qualità che appartenevano alla dea madre del paganesimo, conferendole una serie di attributi che sono interessanti non per la loro matrice cristiana che è inesistente, ma solo perché permettono di capire alcune caratteristiche della corrispondente divinità pagana. La Chiesa, non temendo contraddizioni di nessun genere, ha osato affermare che la Madonna, pur sempre una creatura, è la madre di Dio, elevando questo principio a dogma, mentre invece può avere un valore solo se ci si discosta dall'interpretazione letterale, così cara alla Chiesa, e si tenta di intuire la verità esoterica sottostante. Personalmente trovo ridicolo che nel corso delle feste dedicate a Dio durante l'anno, quelle della Madonna siano le più numerose. E mi pare ancor più insensato che, in tali ricorrenze, molti fedeli recitino il rosario, preghiera, si dice, espressamente voluta dalla Madonna ed in gran parte a lei rivolta, dato che il Rosario si compone per la maggior parte di "Ave Maria". Il mio non è maschilismo; trovo ripugnante infatti anche il culto dei santi, perché non vedo il motivo per il quale il fedele, invitato espressamente a rivolgersi a Dio nei Vangeli, debba ricorrere a degli intercessori assai più imperfetti. Queste sono solo alcune delle incongruenze del Cattolicesimo.
 

martedì 13 giugno 2006

Il Bisogno


13-06-2006 - 17:45

Oggi esistono una quantità infinita di bisogni. Ma sono tutti necessari? Io trovo che questa società è "drogata" da una quantità infinita di bisogni. Oggi non ci si contenta più di una passeggiata, di una piccola gita, di buone letture. Si pretende ciò che i media ci propinano continuamente. E se non riusciamo ad ottenere certi "lussi" ci sentiamo "out" e cominciamo a provare sentimeti d'invidia o di ammirazione verso chi detiene questi "Beni". Questa società crea beni surettizi, inestinguibili, creando una sorta di paranoia nel consumatore che diventa - in certi casi - "psicopatico". Esiste una sorta di coazione a ripetere senza sapere bene il perché : invece di conservare si distrugge. Il PC, la macchina, il televisore, lo stereo, ecc. In questo siamo incoraggiati dall'industria che fa in modo che un determinato utensile diventi obsoleto in pochissmo tempo. E così che l'uomo rimane bambino, non sapendo più distinguere ciò che è necessario da ciò che non lo è.

lunedì 12 giugno 2006

"Al di là del bene e del male"

Le norme di comportamento sociale ci spingono ad avere un'idea precisa di cosa sia "bene" e cosa, invece, sia "male". Tuttavia se ci poniamo da una diversa angolazione, da altro "piano", scopriremo che non esiste un "abisso" fra le due parole. Bene e male, sotto tale ottica, non rappresentano un crinale di giudizio, hanno solamente finalità strumentali. Tali concetti sono la risultante di un incrocio spazio-temporale. Per esempio, senza andare troppo lontano nello spazio e nel tempo, possiamo fare questo paragone: la Germania Nazionalsocialista incarnava valori ed idee antitetici alla Germania odierna. Eppure sono passati solo una sessantina d'anni... Null'altro che dualismo. Il dualismo è un espediente posto in essere dall'Assoluto per pervenire alla conoscenza di se. Noi percepiamo la creazione, e le sue manifestazioni, in termini di bene e male, di buono e cattivo, di maschio e femmina, di bianco e nero. E questo perchè anche noi siamo frutto di un dualismo, anche noi siamo frutto della creazione. Siamo immersi in questa teofania. Fino a quando continueremo a percepire ciò che ci circonda con la mente, usando cioè soltanto la nostra capacità di leggere la materia, avremo una visione dualistica della creazione.
La conoscenza, la consapevolezza di noi stessi, implica l'andare oltre ogni dualismo: cogliere l'unità delle cose. La conoscenza è il percepire il tutto in termini di unità, immedesimandoci nell'oggetto conosciuto. Essa non ha valenza morale, non è buona né cattiva. Essa è semplicemtente:immutabile e perenne, avulsa da qualsiasi valore. Fino a quando percepiremo la creazione, e noi stessi che ne facciamo parte, con i nostri sensi fisici, saremo condannati al dualismo e all'imperfezione. In tale situazione rimarremo ancorati ad un ingannevole moralismo. Ad un eterno oscillare, fra una posizione e l'altra, credendo - sotto l'influsso di questa mutevolezza - di essere nel giusto sempre e comunque. Andare oltre è il fine della nostro cammino.

Ragioni d’un’Apolitìa

Nel panorama politico attuale, entrambi gli schieramenti  appaiono appiattiti sullo stesso identico programma.
Non esistono differenze sostanziali e persino nella frange estreme non si nota nulla di veramente interessante.
Qualche indirizzo diverso potrebbe anch’esserci, ma è ovvio che le plutocrazie occidentali non permetterebbero mai che tali istanze trovino un qualsiasi porto d’approdo.
Per converso, in tali frange, esistono individui veramente ambigui, tanto a destra quanto a sinistra. Individui senz’esperienza alcuna che, in alcun modo, potrebbero prendere la guida del paese. Individui votati al raggiungimento di qualche piccolo scranno, tutt’al più di qualche obolo, di qualche briciola di potere. Nulla che sia consono alla linea di guida presentata agli ignari militanti. “Individui” insomma, non “Persone”. Ovvio affermare che non sono tutti esseri abietti, che ci sono delle eccezioni… ma le eccezioni, si sa, non fanno altro che confermare ciò che invece è la regola. Le altrettante rappresentazioni mentali di partito e di tesseramento sono, dopo la prova dei fatti, concetti mefitici, rimasugli esiziali dell’esperienza liberale e democratica. Queste idee, cui, sovente, fanno riferimento i politici nostrani, sono scaturite dalla Rivoluzione Francese. Gli stessi concetti di destra e di sinistra sono degli ambiti di riferimento troppo angusti e, spesso capziosi, che non danno idea alcuna dell’eterogeneità degli schieramenti. Se, poi, usciamo dai confini nazionali, questi concetti sono addirittura vertibili. Il liberalismo e con esso il liberismo sono presentati come idee di “destra”, dimenticando cosa abbia rappresentato la destra nei secoli passati. Oggi tutto è infettato dall’umanitarismo, dal plebiscitarismo, dall’immonda bugia che fa capo all’idea malsana di “democrazia”. Già Platone nella sua “Repubblica” indica quale forma di governo sia quella più giusta. E la democrazia, a mio parere, è preferibile solo alla tirannide. Quanto all’aristocrazia bisogna operare una netta distinzione. Oggi, siamo soliti attribuirle un significato adulterato dal tempo. L’aristocrazia non è il governo di pochi o dei ricchi, ma è il governo dei migliori. Il problema, oggi, è trovare i migliori: merce rara nel lugubre paesaggio esistenziale.
© Arthos

domenica 11 giugno 2006

Agartha





"Vi è un modello fissato nei cieli
per chiunque voglia vederlo
e, avendolo visto,
conformarvisi in sè stesso.
Ma che esso esista in qualche luogo
o abbia mai ad esistere, è cosa priva d'importanza;
perchè questo è il solo stato nella politica di cui egli possa considerarsi parte".
(da: Platone, Repubblica)

Homo novus

Bambino geopolitico guarda la nascita dell'uomo nuovo - Salvador D'Ali - 1943
E' assolutamente indispensabile che l'uomo - affinchè tale parola  rivesta un senso che oltrepassi la soglia del mero apparire - si adopri alla costruzione di un centro di gravità. Esso rappresenta il contenuto, il vero pulsare, la differenza che segna il passo fra un burattino e un Uomo incoronatosi Re. Parimenti, è assolutamente vero, basta constatare le miserie umane in cui viviamo, che oggi non solo tale obiettivo è lontano, ma che, a causa dell'involuzione, l'uomo è carente perfino di un perimetro di un cerchio che delimiti lo spazio esterno da quanto essa rappresenta. Continue commistioni, pulsioni, compulsioni, trovano facile accesso al cerchio fisico, al cerchio mentale, fino ad restringere sempre più il cerchio animico, rendendo quindi di fatto impossibile il contatto con la scintilla Divina. Ognuno di noi si trova ad un livello difforme dell'essere. Troveremo nostri "simili" intenti ad arrancare nel fango del braccio orizzontale della Santa Croce, altri che lo percorrerranno maestosi, e altri - i più ardimentosi - che si innerpicano lungo il braccio verticale, oppure precipitano lungo le alte e vetrificate mura di babele. Invero non esiste un solo labirinto, ma ne esistono molteplici, e ognuno di essi rappresenta una sfida costante, che può essere superata ricordandoci che il labirinto fisico, si supera attraverso la mente, e che il labirinto della mente, si supera attraverso l'anima, e i meandri dove l'anima è dispersa sono superati solamente grazie al Matrimonio Celeste fra essa e lo Spirito.