sabato 5 agosto 2006

Italiani, un popolo verso il tramonto.

Come accade per l’albero, che non si giudica  affatto dalla sua evanescente  vegetazione, ma dai suoi frutti primitivi; allo stesso modo si deve giudicare l’operato di questo governo, buono nelle intenzioni, ma molto meno nei risultati conseguiti. Il mefitico connubio fra la “pietas” cristiano-pauperista e l’internazionalismo progressista sta dando i suoi primi ” frutti”. Il varo della riforma dell’immigrazione costituisce un vero e proprio nulla osta all’invasione incondizionata. Bastono infatti soli cinque anni  (dico 5) per diventare  cittadino italiano: un’assurdità. Un’assurdità vista anche la tipologia dell’immigrazione clandestina, per la maggior parte di religione musulmana L’Italia si prepara a cambiar pelle, invece di essere la punta più avanzata dell’Europa nel mediterraneo, diventerà la punta più avanzata del continente Africano in Europa. Diventerà, dunque, la rampa di lancio per la conquista del continente europeo, la sua “portaerei”, in vista della conquista definitiva del futuro continente “euro-islamico”. La sinistra, in tal modo, spera, con un ragionamento di piccolo cabotaggio politico,  di assicurarsi il voto delle masse depauperate del continente africano, onde poter continuare a “regnare” indisturbata. In prospettiva, però, le cose appaiono ben diverse dallo scenario iniziale prefigurato dai soliti “progressisti”. Le popolazioni extracomunitarie, essendo molto più prolifiche di quelle indigene, nel lasso di poco tempo, grazie anche alle misure varate dal centrosinistra, diventeranno via via un gruppo sempre più consistente e, grazie al diritto di cittadinanza, potranno persino (come già accade in modo molto ridotto) occupare cariche istituzionali e, poco a poco ci ritroveremo, nostro malgrado, ad essere minoranza sul suolo natio.

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