Quattro miliardi di euro in tre anni per il rinnovo
dei contratti del pubblico impiego. Questa è la cifra occorrente per
"foraggiare" la sempre scontenta categoria dei Colletti bianchi. Ma, a quanto
pare, non basta: i sindacati, come era prevedibile, non sono d'accordo.
Chiedono un miliardo e mezzo di euro in più! Forse potrebbero anche aver
ragione, se questi "solerti" dipendenti facessero qualcosa in più, invece di
riscaldare le sedie a sbafo dei contribuenti. La cosa che più fa specie e la
totale assenza nell'agenda sindacale delle categorie non protette: disoccupati
di lungo e medio periodo e, soprattutto, inoccupati e lavoratori al nero. Per
loro i sindacati non muvono un dito! Ci si preoccupa solo di chi versa la quota
al proprio ufficio. Allora ecco una proposta. Aboliamo i contratti nazionali di
lavoro e mettiamo tutti sullo stesso piano. Ognuno avrà un contratto individuale
di lavoro, poichè nessun uomo è uguale all'atro. In tal modo sarà fatta
giustizia e non vi saranno sperequazioni sociali. Tutti, per
guadagnare, dovranno faticare e avere solo il corrispettivo per quanto sanno
veramente fare o per quanto hanno portato a termine. Più meritocrazia e meno
burocrazia, più efficienza e meno scansafatiche. Una regola aurea, che darebbe
una forte spinta alla crescita e ridurrebbe i costi al lumicino. Ma ciò,
evidentemente, è solo una dolce chimera.
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