Il caso di Hina Saleem dimostra,
se ancora ve ne fosse bisogno, l’estrema incompatibilità del mondo
occidentale con quello orientale. Tutte le chiacchiere sull’integrazione
dell’altro, del “diverso”, si sono sciolte come neve al sole. Del resto
anche nell’Olanda “multietnica” si sono verificati episodi
“incresciosi”, oltre che “inaspettati”. Non entrerò, dunque, nel merito
della vicenda, ovvero delle cause che hanno spinto il padre della
giovane pachistana all’insano gesto. Si, perché sarebbe tempo perso,
inchiostro sprecato (se scrivessi ancora con la penna e il
calamaio). Quasi tutti i pachistani intervistati sono concordi nel
ritenere giusta la punizione che il padre ha inflitto – suo malgrado –
alla figlia. Ma per noi ciò è inconcepibile. E appunto in questo sta la
misura dell’incompatibilità totale fra due modi di vedere la vita. Sono
dunque inutili tutte le “indagini” psicologiche, sociologiche; sono
inutili perché non potranno mai capire né comprendere un tale gesto. Di
qui il fallimento dell’integrazione, del dialogo con l’altro; a meno che
il “diverso” non abdichi la sua cultura in favore della nostra. E
perché mai dovrebbe farlo? Perché qualcuno si è svegliato e ha detto che
così dev’essere? Così è giusto? E se pure così fosse, devono essere
loro a rendersene conto, non noi ad imporre la nostra “sicumera”.
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