venerdì 16 giugno 2006

Cibele

Nel vasto panorama delle religioni tardoantiche di tipo misterico non poteva non mancare Cibele, la cui storia è alquanto ricca di dettagli. La Madre degli Dei frigia, che i Romani "adottarono" per contrapporla all'Astarte cartaginese in tempo di guerra, non era inizialmente benvoluta a Roma e alla sua mentalità razionale, perchè contemplava riti che un Romano difficilmente avrebbe accettato. Poi, invece, si arrivò a farsi dare da Pessinunte, sede originaria del culto, la famosa "pietra nera". Nel III sec Cibele rivaleggiava addirittura, quanto a popolarità, con Dioniso e Iside. Vi è un aspetto del mito originario che spesso è trascurato. Cibele possedeva due aspetti: uno benevolo e l'altro terribile. Nel mito più antico, vi è un personaggio ermafrodito che incarna" questo aspetto: è un essere dal nome di Asfargatis o qualcosa di simile, volubile e passionale, potente come un dio, desideroso di comandare su tutti i mondi. Quest'essere sarebbe nato dal seme di un dio che voleva ingravidare Cibele, che si scostò, rifiutando l'amplesso. Asfargatis dovrà essere fermato dagli dei per bloccare il suo delirio di onnipotenza; seguono poi le nozze sventate di Attis, l'uccisione di Attis e la sua sepoltura.....da cui rinasceranno le sementi, dunque la vita. In alcuni stralci del mito di cui siamo a conoscenza, in cui compare il perfido Asfagartis, Cibele gli dice:
"Io fui l'Una, ma verso il Molteplice tu sei caduto..." Questo tema della molteplicità nel creato, contrapposta all'unitarietà prima della Creazione, mi ricorda molto i miti gnostici. Curioso poi, che la Sophia genera l'Errore perchè "divora" il suo stesso desiderio, e questo Asfargatis è invece generato da un seme che non ha trovsto compimento in un grembo... In questo intravedo come una scissione, o dell'essere umano, o a chi lo creato...che trova conferma anche in questo antichissimo mito ricadente nel bacino Mediterraneo.

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