martedì 30 gennaio 2024

Giorgio Pisanò, l'uomo che non si arrese al pubblico disprezzo


Ricorre oggi l'anniversario della nascita di Giorgio Pisanò. (Ferrara, A 30 gennaio 1924 - Milano Ω 17 Ottobre 1997.
Fu giornalista professionista, scrittore, sposato con due figli, visse e operò a Milano dove rimase per oltre 45 anni.
Dopo l'8 settembre 1943 aderì entusiasticamente al Partito Fascista Repubblicano e quindi si arruolò volontario nel battaglione Nuotatori Paracadutisti della Decima Flottiglia MAS; dopo di che venne assegnato ai servizi segreti di sabotaggio e informazione che operavano nel territori appena occupati dagli angloamericani. Per le sue mansioni fu decorato della Croce di Ferro di e di 1ª Classe e poi fu chiamato a far parte dei servizi speciali del Comando Generale delle Brigate Nere. Superstite per miracolo ai massacri partigiani effettuati nella provincia di Sondrio, rimase prigioniero degli angloamericani fino alla fine del 1946.


La prima volta che ebbi la ventura di leggerlo ero un imberbe adolescente. Un anziano commerciante della mia città che vendeva elettrodomestici e, all'occorrenza, effettuava anche delle piccole riparazioni in loco, mi mostrò, in gran segreto, una copia del rotocalco " Candido", un settimanale rifondato da PIsanò ma che, in origine, fu di Mosca e del grande Giovannino Guareschi. In esso vi si poteva leggere d'amor patrio, della guerra perduta, di inchieste scomode e tutto quanto il contrario scrivessero i "giornaloni" di allora. Era soprattutto un giornale "urlato", scandalistico, con titoloni a caratteri cubitali: memorabile fu il Titolo: "MANCINI SEI UN LADRO"!

A distanza di anni mi presi la briga di leggere anche i libri che il "fascista" Pisanò aveva scritto. Rimasi folgorato da uno in particolare: "La generazione che non si è arresa". Il titolo era emblematico: si parlava di tutta quella genia di giovani e meno giovani che, a guerra quasi perduta, fecero la scelta più difficile: aderire alla neonata Repubblica Sociale Italiana, con tutte le nefaste conseguenze che una tale scelta poteva comportare. Pisano racconta, con dovizia di particolari, la sua personale esperienza. Nei suoi scritti si trovano diverse testimonianze, non solo riguardanti eventi accaduti durante la guerra fratricida, ma anche sulle indicibili condizioni di detenzione imposte dai partigiani nel dopoguerra, comprese le cosiddette "stragi occultate" sapientemente dal regime vigente.
Fatte le debite proporzioni, posso dire senza tema di smentita che un trattamento analogo veniva riservato anche ai miei tempi. Infatti, anche chi si permetteva solo di leggere certe pubblicazioni, subiva l'ostracismo dei maggiorenti e veniva messo alla berlina in modo tale da risultare inviso alla popolazione, nemmeno fosse un volgare delinquente.