Con l'abbandono delle ideologie, man mano, abbiamo sostituito l'idea dello stato con quella del mercato; abbiamo rinunciato all'etichetta di popolo per una più allargata universalità e ci siamo liberati dei fastidiosi confini territoriali, incoraggiati ed ammiccati dal miraggio di un" Nuovo ordine mondiale" . In una parola ci siamo
abituati ai nuovi schemi, soprattutto mentali, che ci sono stati sapientemente propinati dai mezzi di formazione collettivi, diversamente detti di comunicazione di massa. Il tutto a danno di ogni individualità e specificità umana rappresentata da ogni essere vivente con una testa sul collo. Ma funzionerà? Durerà?
Il primo risultato negativo è rinvenibile proprio all'interno della sfera cognitiva: sia essa analizzata sotto il profilo logistico, sia sotto quello dell'emotività. L'organizzazione del quotidiano, per cominciare, prevede nuovi comportamenti che non necessitano più di sforzi analitici: basta inserirsi nella scia principale. Si
va al supermercato perché ci vanno tutti e poi del resto, diciamoci la verità, dov'altro potremmo fare la spesa così... tanta?. Persino i contadini e le massaie vanno al supermercato a comprare ciò che comprano tutti quanti gli altri. E conveniente, oltretutto, perché produrre le stesse cose, come frutta ed ortaggi nelle nostre campagne per esempio, è antieconomico. Per non parlare della zootecnia: chi volesse tenere un animale da latte o da carne o persino da cortile, dovrebbe sottoporsi ad una serie quasi infinita di sevizie per adeguarsi a norme legislative inutili quanto dispendiose, emanate piuttosto per educare e stigmatizzare comportamenti nelle masse anziché per tutelare la salute pubblica. Prova n'è che a nessuno importa della
scadente qualità dei prodotti che arrivano nei "mercati super" e che, costretti o avvinti dal Nuovo Ordine, tutti sono costretti a consumare. Anche il
contadino e la massaia dovranno decidere di comprare "quella schifezza di latte e di carne che arriva, non si capisce bene da dove, nei nostri supermercati".
Quando dico nessuno intendo dire le istituzioni, le cui leve primordiali dovrebbero essere azionate dal sistema politico in rappresentanza dei diretti interessati.
Macché! La seconda disfunzione di questo nuovo andazzo, infatti, è rinvenibile proprio nella distanza siderale che s'è creata tra il corpo elettorale e gli eletti.
Quest'ultimi, ubbidienti e servizievoli alle emergenti ed egemoni correnti oligarchie (soprattutto finanziarie), guardano con fastidio ogni principio di insorgenza
popolare: insorgenza che in Italia è tenuta efficacemente a bada con la legge elettorale. E così di finanziaria in finanziaria si chiede al popolo sempre
maggiore tributo da versare a chi del potere finanziario ha fatto l'unica sua ragione di vita: banche, petrolieri, multinazionali in combutta con classi dirigenti
corrotte. Quelle italiane, poi, sono tra le più corrotte del globo. Basta riflettere sui privilegi dei nostri parlamentari, affatto paragonabili ai magri privilegi dei
parlamentari degli altri paesi. E così, questo "gioco al massacro", è riuscito a cambiare le sorti dell'umanità, rendendo l'uomo da soggetto detentore di diritti ad
oggetto nelle mani dei pescecani dei massimi sistemi finanziari. Questo assoggettamento, che altrove sta provocando reazioni addirittura di importanza epocale (come in Islanda per esempio) in Italia è vissuto con estrema e supina rassegnazione. Gli italioti beoti preferiscono delegare agli altri connazionali, che a
loro volta fanno lo stesso con altri ancora, per ogni possibile rivoluzione. Ecce homo nefasto artefice del proprio destino. Ecce homo ruota inferiore del carro
minore. Ecce homo: l'italiota beota. Manca solo Monti all'appello... Tranquilli, è in arrivo.
Editoriale di DOMENICO LONGO apparso sul mensile “L’Altra Voce” – Luglio-Agosto 2011.
Condivido in tutto e per tutto.
RispondiEliminaPurtroppo se la gente continua a rimanere a guardare, nulla cambierà!
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