E' di oggi la
drammatica notizia di una tredicenne torinese obbligata ad abortire in seguito
ad una decisione della "giustizia". Si è proprio così. Una ragazzina che
frequentava la terza media, ingravidata da un quindicenne, senza che vi fosse
alcuno stupro, decide sin dall'inizio di tenere il bambino. La "famiglia"
sconsiglia alla ragazza di tenerlo, perchè "troppo piccola". Ma la giovane mamma
non desiste dai suoi propositi, anche perchè non v'e stata alcuna violenza. Ciò
nonostante interviene un "giudice" che decide in opposizione alla manifesta
volontà della madre. L'intervento abortivo - che per una ragazzina della sua età
non è cosa di poco conto - mette a rischio il suo equilibrio psichico. Infatti,
l'Asl è costretta a chiederne il ricovero dopo ripetute crisi depressive. Questa
notizia, giustamente riportata in prima pagina da "la Stampa", non ha avuto il
seguito che meritava su altre testate giornalistiche, nemmeno nella televisione
di Stato. Ma quasi tutti - come al solito - sono concordi con la decisione presa
dal giudice. E dire che le femministe hanno perso la voce per gridare che "il
diritto della procreazione spetta sempre alla donna". Questo, a mio parere, è
ancor più grave. Non solo si permette un omicidio quale è l'aborto; ma, in
questo caso, è lo stato che lo porta ad effetto attraverso una sentenza a dir
poco scioccante. Viviamo in uno stato a-teo e blasfemo, dove si dispensa la
morte e si obbliga ad abortire. Si dirà che era minorenne che non era matura
ecc. Tutte sciocchezze. Una donna che genera un figlio è matura, di per sé. E'
la natura a dirlo, non servono le carte. Inoltre, come se non bastasse, una tal
cosa è inammissibile comunque per un credente. Ed è addirittura esecrabile in
casi come questo. Ormai è chiaro: siamo in balia dell'Avversario!
Nessun commento:
Posta un commento