Alcune
recenti teorie hanno messo in discussione la cosidetta "procreatio
et educatio prolis". Hanno,
cioè, messo in dubbio che questa possa considerarsi - come da secoli la
tradizione insegna - come il fine essenziale del matrimonio. La procreazione, a
ben vedere, rappresenta qualcosa in più e non in meno del fine essenziale del
matrimonio. La procreazione è un elemento costituivo del matrimonio. Senza di
essa il matrimonio è - appunto - nullo. Non per niente la Sacra Rota ha nella
sua casistica notevoli casi di annullamento per impotentia
coeundi. Esiste, altresì, un
altro aspetto del matrimonio: la promozione e la conservazione del genere umano.
E, in questo senso, il sacro rito del matrimonio acquista una funzione
monolitica invulnerabile sotto il profilo spirituale. "Non
separi l'Uomo ciò che Dio ha unito". Tale "unità" supera di gran lunga i rapporti fra essenza e procreazione;
va al di là delle norme giuridiche concernenti il fine del matrimonio stesso. Ma
questo - naturalmente - non interessa alla massa dei bifolchi che gridano w i
DICO e W i PACS.
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