Lo stato corporativo fascista, iscritto pomposamente nelle varie agiografie fasciste, è notoriamente - per gli addetti ai lavori - una generosa chimera. Infatti, paradossalmente, fino al febbraio del 1934, il regime fascista fu uno Stato senza corporazioni, poichè solo in quel dato momento furono create. Come se non bastasse, esse erano del tutto subordinate all'amministrazione statale e al potere politico; non godendo, dunque, d'autonomia decisionale, dipendevano, in tutto e per tutto, dal potere politico medesimo. Per tale motivo, le corporazioni non furono altro che inutili "rottami" burocratici che si andavano costosamente ad aggiungere a quelli già preesistenti. Le tesi a favore di certo "fascismo di sinistra" sono del tutto irrilevanti. Si pensi a quello pseudo-filosofo di Ugo Spirito, per esempio... Tali tesi, infatti, sono per lo più frutto della demagogia, non fondate, dunque, su dati economici veri e propri. Grande attenzione, insomma, alle strutture giuridiche e alle istituzioni create dal fascismo; scarso o nullo l'interesse circa il loro reale funzionamento.
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