lunedì 21 maggio 2018

Ricordare Domenico Longo, quattro anni dopo. Quella querela contro Mario Monti

 


di Antonio Mazzella
La sera del 21 maggio 2014 andava oltre Domenico Longo, editore e direttore del periodico "L'altra voce", militante tradizionalista e sovranista, dirigente e candidato di Forza Nuova come presidente della provincia di Benevento. L'anno scorso l'abbiamo commemorato con un appassionato ricordo di Davide Scarinzi, che indicava i punti di fuoco del suo impegno:

 Ricordo le sue lotte durissime contro banche, usura, signoraggio. Sul suo giornale L' ALTRA VOCE Domenico scriveva del malaffare e del mondo che dal malaffare traeva ogni beneficio e vantaggio.E rischiava Domenico: come sempre rischiano gli Uomini Veri che mai si arrendono.

E a questa linea di intervento era legata sicuramente una delle sue iniziative più clamorose, la denuncia indirizzata contro l'allora presidente del Consiglio Mario Monti: nella querela il premier è accusato per alto tradimento, truffa e abuso di ruolo preminente. La querela del Sig. Domenico Longo è presentata il 2 gennaio 2012 e raccolta dal Procuratore della Repubblica di Benevento. Longo sottolinea che nella denuncia ha segnalato per gli stessi reati anche Corrado Passera, Piero Gnudi, Fabrizio Barca, Piero Giarda, Francesco Profumo, Paola Severino Di Benedetto ed Elsa Fornero. Anche il Sig. Domenico Longo – come anche il Sig. Orazio Fergnani precedentemente – ha invitato tutti i cittadini sensibili a replicare la stessa querela in tutta Italia. Un'iniziativa che ha una sua stringente attualità in questi giorni convulsi. 

venerdì 6 aprile 2018

La sacerdotessa dell'antivita

 Una foto, ormai diventata virale, mostra un'immagine di una Emma Bonino che, negli anni '70, assai molto meno incartapecorita di ora — con una pompa di bicicletta, in una sorta di tinello, pratica su una povera donna a gambe aperte un aborto con il metodo di aspirazione. A parte I'orrore sanitario e medico della faccenda, credo che questa foto riassuma bene la natura del personaggio.

Una piccolo-borghese proveniente da Bra che sull'onda di Pannella ha costruito sempre un'immagine ingiustificatamente giganteggiante di sé, che l'ha portata qualche anno fa persino ad essere candidata alla presidenza della Repubblica, in un passaggio piuttosto ridicolo della nostra storia nazionale.

Questa tal Emma Bonino di Bra si è riciclata recentemente agli ordini del grande capitalista e globalista Soros come rappresentante italiana della sua Open Society, quella associazione benemerita che fomenta da molti anni in tutto il mondo occidentale rivoluzioni variamente colorate che hanno come esito guerre civili. Come quella, ad esempio, costruita in Ucraina attraverso la presenza di milizie che hanno prodotto una vera e propria secessione civile e militare nel Paese, registrando una quantità impressionante di morti di cui nessuno parla, perché non fanno parte del regime del politically correct e a causa del cattivissimo nazionalismo antiglobalista di Putin. La Bonino litigò duramente, principalmente per questa ragione, con un morente Pannella, che era un uomo di cui si potrebbe criticare molto, ma che aveva sicuramente più coerenza morale di questa donna.

Una signora che, avversaria della vita in quanto propagandista di ogni forma di eutanasia e di aborto, ha pensato che la crisi demografica dell'Europa andasse sostenuta con un forsennato migrazionismo dall'Africa. Ma non un migrazionismo di famiglie, bensì di giovanotti che vengono qui inesorabilmente come criminali, stupratori o schiavi. Insomma, a questa sinistra globalista i migranti piacciono quando sono raccoglitori di pomodori a I euro. Questa falsa coscienza di grandi ideali esibiti e di luridissimi comodi personali pare aver stufato, perché, nonostante la ricchissima campagna che ha popolato aereoporti, città e stazioni, non ha neanche totalizzato il 3%, consentendo comunque alla Bonino di essere eletta per un vergognoso ripescaggio. Insomma dovessimo scegliere un paradigma negativo di una donna che sfrutta persino il proprio cancro come elemento di elemento di propaganda, continuando a portare un buffo cappellino afgano in testa, ci fa rifletter esull'orrore di un'incpacità critica di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Ideologia antivita, migrazionismo spinto, globalismo finanziario, attacco alla sovranità nazionale, odio per i popoli e tatatofilia sono le cifre di questo personaggio che mostrano come icona di tuttòo ciò checi appare come male. Malgrado tutto ciò la Bonino sarà candidata ad un governo di grosse coalizioni in cui la fesseria colpevole e prezzolata dei 5 stelle e i residui di una sinistra morente faranno convergere il loro consenso. Uno scenario orrifico. Speriamo che non si realizzi ma, purtroppo, ci appare probabile.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, persone che studiano e ferro da stiro

venerdì 30 marzo 2018

LA RAPACITÀ DEL BENE

Ideali umanitari e cinismo da pescecane: George Soros rappresenta al meglio i due volti dell'odierno potere globale


di Adriano Scianca


Quando si parla di George Soros. due sono le obiezioni:il complottismo e l'antisemitismo. Peccato che sia poi la realtà a fare giustizia di tali strategie difensive.  È stato infatti lo stesso Soros, in un' intervista rilasciata al Financial Times, a svelare gli obiettivi principali della sua «organizzazione filantropica»: bisogna combattere «patriottismo e populismo», cioè «l” ideologia dominante nel mondo» (I), ovvero «il nazionalismo». E poi Putin, in quanto «la Russia ha il potere di risorgere, basandosi sul nazionalismo», il che, par di capire, sarebbe un peccato mortale. Insomma, una  battaglia alla luce del sole, altro che complotto.
Quanto all'antisemitismo (Soros, il cui vero nome è György Schwartz, è nato in Ungheria da una famiglia di origine ebraica), basta ricordare il lungo braccio di ferro tra il magnate e Benjamin Netanyahu
Il premier israeliano sostiene che ci sia lo zampino dello speculatore dietro le recenti proteste di 20 mila immigrati africani che Israele, senza tanti complimenti, ha deciso di mettere alla porta. A quanto pare, quindi, si può criticare Soros senza essere né complottisti né antisemiti, dato che i suoi obiettivi sono palesi e che le sue manovre indispettiscono anche degli ebrei. E tuttavia la logica, quando si trattano certi argomenti, lascia il tempo che trova.
Con un patrimonio personale netto stimato in 25 miliardi di dollari, Soros rappresenta le varie facce del pensiero dominante riunite in una sola figura: la rapacità del pescecane dell'alta finanza e i buoni sentimenti dell'amico delle «minoranze». La sua storia personale, così come ce l' ha raccontata  stesso. e del resto tutto un programma Scampato per poco ai nazisti in Ungheria, si è poi «fatto da sè» secondo una biografia tutta all' insegna del mito americano del self made man: fuggito dall' Ungheria in Inghilterra, si è messo a 
studiare filosofia presso la London School of Economics con Karl Popper, mentre lavorava come facchino alla stazione e cameriere in un night-club. Dopo la laurea, afferma di aver scritto a ogni amministratore delegato di ogni banca d'affari di Londra chiedendo un colloquio, ricevendo
solo porte in faccia, fino a che Singer & Friedlander lo avrebbe assunto come impiegato perché il suo amministratore delegato era ungherese.

Nel 1950 si trasferisce a New York per lavorare per F. M. Mayer. Nel 1970 fonda la Soros Fund Management. Nel frattempo comincia ad appassionarsi alla speculazione, possibilmente contro le banche centrali. Conosciuto come «l'uomo che distrusse la Banca d' Inghilterra», il 16 settembre del 1992 guadagno 1 miliardo di dollari in 24 ore, grazie a una speculazione che obbligò Threadneedle Street a svalutare la sterlina. Sempre il 16 settembre 1992, a seguito dell'annuncio che la Bundesbank avrebbe smesso di appoggiare il cambio fisso della lira italiana al marco tedesco, Soros insieme ad altri speculatori vendette lire allo scoperto. costringendo la Banca d' Italia a svalutare per compensare l'ormai insostenibile sopravalutazione della moneta. In conseguenza di tale azione, la lira riportò una perdita di valore del 30% e dovette uscire dal Sistema monetario europeo.
Soros è anche il fondatore di Quantum Group of funds, collegato ai Rothschild, ma, soprattutto, advisor di BlackRock, la più grande società di investimento al mondo. BlackRock,  fra l,altro, è azionista rilevante del la Deutsche Bank e lo era anche nel 2011, quando, annunciando la ven-
dita dei titoli di Stato italiani, l'istituto tedesco fece esplodere lo spread tra Btp e Bund causando la «resa» di Berlusconi e l'avvento di Monti.
Non dimentichiamo, poi, che BlackRock è nel capitale di due delle maggiori agenzie di rating, Standard & Poors (5,44%) e Moodys (6,6%), con la possibilità di influire sulla determinazione di titoli sovrani, azioni e obbligazioni private, e di poter incidere su prezzo e valore delle attività che essa stessa acquista o vende. Se ricordiamo bene il ruolo delle agenzie di rating nella caduta del Cav, il puzzle si completa: le stesse persone che fungono da arbitro e da giocatore. E, dopo la crisi indotta, chi fu che venne a «salvare›› 1'Italia?
Ma BlackRock, ovviamente, che oggi ha partecipazioni per quasi 2 miliardi nel sistema bancario italiano, ma anche nelle società quotate sul listino principale, a partire da Eni, Enel, Generali, Telecom Italia, Mediaset e cosi via. Ma non ditelo troppo a voce alta: non sarete mica complottisti, vero?