Una foto, ormai diventata virale, mostra un'immagine di una Emma Bonino che, negli anni '70, assai molto meno incartapecorita di ora — con una pompa di bicicletta, in una sorta di tinello, pratica su una povera donna a gambe aperte un aborto con il metodo di aspirazione. A parte I'orrore sanitario e medico della faccenda, credo che questa foto riassuma bene la natura del personaggio.
Una piccolo-borghese proveniente da Bra che sull'onda di Pannella ha costruito sempre un'immagine ingiustificatamente giganteggiante di sé, che l'ha portata qualche anno fa persino ad essere candidata alla presidenza della Repubblica, in un passaggio piuttosto ridicolo della nostra storia nazionale.
Questa tal Emma Bonino di Bra si è riciclata recentemente agli ordini del grande capitalista e globalista Soros come rappresentante italiana della sua Open Society, quella associazione benemerita che fomenta da molti anni in tutto il mondo occidentale rivoluzioni variamente colorate che hanno come esito guerre civili. Come quella, ad esempio, costruita in Ucraina attraverso la presenza di milizie che hanno prodotto una vera e propria secessione civile e militare nel Paese, registrando una quantità impressionante di morti di cui nessuno parla, perché non fanno parte del regime del politically correct e a causa del cattivissimo nazionalismo antiglobalista di Putin. La Bonino litigò duramente, principalmente per questa ragione, con un morente Pannella, che era un uomo di cui si potrebbe criticare molto, ma che aveva sicuramente più coerenza morale di questa donna.
Una signora che, avversaria della vita in quanto propagandista di ogni forma di eutanasia e di aborto, ha pensato che la crisi demografica dell'Europa andasse sostenuta con un forsennato migrazionismo dall'Africa. Ma non un migrazionismo di famiglie, bensì di giovanotti che vengono qui inesorabilmente come criminali, stupratori o schiavi. Insomma, a questa sinistra globalista i migranti piacciono quando sono raccoglitori di pomodori a I euro. Questa falsa coscienza di grandi ideali esibiti e di luridissimi comodi personali pare aver stufato, perché, nonostante la ricchissima campagna che ha popolato aereoporti, città e stazioni, non ha neanche totalizzato il 3%, consentendo comunque alla Bonino di essere eletta per un vergognoso ripescaggio. Insomma dovessimo scegliere un paradigma negativo di una donna che sfrutta persino il proprio cancro come elemento di elemento di propaganda, continuando a portare un buffo cappellino afgano in testa, ci fa rifletter esull'orrore di un'incpacità critica di distinguere ciò che è bene da ciò che è male. Ideologia antivita, migrazionismo spinto, globalismo finanziario, attacco alla sovranità nazionale, odio per i popoli e tatatofilia sono le cifre di questo personaggio che mostrano come icona di tuttòo ciò checi appare come male. Malgrado tutto ciò la Bonino sarà candidata ad un governo di grosse coalizioni in cui la fesseria colpevole e prezzolata dei 5 stelle e i residui di una sinistra morente faranno convergere il loro consenso. Uno scenario orrifico. Speriamo che non si realizzi ma, purtroppo, ci appare probabile.
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