lunedรฌ 21 aprile 2025

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di Antonio Pantano

Con scarsa fantasรฌa, uno dei tanti "aedi" gazzettieri prezzolati a servizio del regime democratico che si dedicรฒ profondamente a pubblicare "veritร " (assai ben pagate) sulla vicenda, riuscรฌ persino ad inventare una intromissione "tangente" di un tale fantaccino - che raggiunse il grado massimo di sotto caporale - Gelli Licio, dai primi anni '50 del XX secolo divenuto "venerabile" capo massone di una autorevole loggia operante in Italia sotto l'ala tutelante e protettrice del maggiorente democristiano (giร  attivo intellettuale e docente universitario di "economia fascista corporativa" nell'ultimo decennio del regime , ove esercitรฒ piรน volte anche il ruolo di Presidente di commissione esaminatrice dei Littoriali, ma, aretinamente, "avveduto" di riparare in Svizzera durante i mesi duri e compromettenti della guerra in Italia, secondo i suggerimenti di molti cattolici di osservanza "vaticana") Amintore Fanfani [ Pieve Santo Stefano, AR, 6 febbraio 1908 - Roma, 20 novembre 1990 ] e dei "consociati di formale opposizione partitica" del clan sovieto-comunista di Togliatti & compagni.
Gelli Licio. Che, nella adolescenza - incapace ed inconcludente negli studi primari di obbligo - riuscรฌ ad ottenere con alacre fatica la sola licenza di scuola elementare dopo aver compiuto i 12 anni. Da giovane, durante il "ventennio fascista", scelse di avviarsi nella carriera militare per garantirsi la certezza di introitare una qualsiasi paga sicura. Poi, influenzato per certo da una diffusa e sentita atmosfera corale generale, da volontario partecipรฒ alla campagna militare anticomunista in Spagna. Vocato ormai a vivere da militar-soldato per convenienza, nella seconda guerra mondiale si trovรฒ inviato da semplice fantaccino in Croazia (ove, al massimo, riuscรฌ a trovarsi nelle mansioni di attendente - cioรจ guardarobiere e servitor cameriere - a qualche ufficiale superiore della corte di Mario Roatta), ove poi pervenne nei Balcani, in Montenegro, nel 1941, al seguito del federale fascista di Pistoia, tale Alonza, (a Pistoia, nell'anteguerra, il giovane Gelli aveva occupato l'incarico servile di aprire la mattina la Federazione Fascista per nettarla e curarla con mansioni da sotto-fattorino ed usciere) che lo impegnรฒ a Cร ttaro. In guerra, ed anche ai tempi della R.S.I., il Gelli mai riuscรฌ a raggiungere il grado militare di caporale, a causa della insufficienza del titolo di studio e della propria indole.
Quindi il Gelli Licio mai fu coinvolto, non avendo alcun grado nemmeno di sottoufficiale, in azioni e responsabilitร  di alcun rilievo militare e politico.
Ma nel dopoguerra gli si attribuรฌ (con raffinato e disinvolto falso sistema dettato da ragioni apparentemente inspiegabili, ma rientrati in trame massoniche condivise dai partiti consociativi di potere, che contribuirono a gonfiargli un fantasioso e falso ruolo) un mai raggiunto - per lui impossibile a conseguirsi - grado di "gerarca fascista", perchรฉ, in realtร , come ho giร  accennato, ebbe
sola mansione di addetto alle quotidiane pulizie degli uffici che ospitavano la federazione fascista di Pistoia, e, per la funzione, precario possessore delle chiavi di quella sede. Mai, poi, il Gelli ebbe incarichi relativi a "trasferimento e gestione" di qualsiasi riserva aurea in tempo di guerra.
In Montenegro il Gelli potrebbe aver orecchiato - o, con verosimile certezza, orecchiรฒ - da qualche prelato cattolico croato, in combutta con qualche alto militare italiano, della esistenza della "riserva aurea iugoslava" nascosta in cavitร  sotterranee segrete dal clan monarchico belgradese dei Karageorgevic, che poi in buona parte fu fatta trasferire su un battello navale sommergibile britannico con destinazione a banche inglesi. Cosรฌ come potrebbe aver raccolto notizie della quantitร  residua di quel tesoro ancora nascosta nelle viscere delle montagne di quella regione.
Ma รจ ormai risaputo che pennivendoli e stampa - prezzolati lautamente dallo interessato e da chi a lui era legato da affari ed interessi - si prestarono per decenni ad intorbidare le acque - certamente per compiacere filoni deviati della magistratura penale italiana, depistatrice su eccidi e stragi divenute famose - per confonderle, inventando situazioni, vari e pittoreschi "golpe", traffici, combutte, certamente per volere di "logge potenti" piรน dello "stato", innaffiati dai fumi alcoolici creati dai contaballe sensazionalisti di provincia. Questi riuscirono ad inserire il Gelli anche in fantasiose istorie relative agli inattaccabili sotterranei della antica Frenzenfeste nel comune italiano di Fortezza, in provincia di Bolzano, alla confluenza della valle d'Isarco e della val Pusteria. Ove la mitica riserva aurea italiana fu posta a sicuro riparo sotterraneo a profonditร  di molte decine di metri di roccia basaltica in custodia nella pertinenza della "commissariata" Banca d'Italia, data la conformazione geologica della zona stretta tra gole nel fondovalle inaccessibile, ben protetta, ed impraticabile, dagli incessanti bombardamenti aerei anglo-americani, che miravano alla adiacente linea ferroviaria per il Brennero.
Ma, in area pistoiese ed aretina, mai รจ stata contraddetta e smentita la attendibile fondatissima opinione che tutto fu costruito ad arte per annebbiare e camuffare traffici lucrosi "consociativi" d'antica data, scaturiti dalla stantรฌa cronica e disinvolta attivitร  di "confidente" e doppiogiochista che il Gelli - animato dalla fantasรฌa toscana e bassitaliota - seppe svolgere e svolse con molti del fronte Alleato, ed in particolare con alcuni "prodi" proditori "partigiani comunisti", operanti alla macchia proprio nei momenti del passaggio del fronte bellico in Toscana. Partigiani che seppero e vollero arricchirsi in quei frangenti, ed assai di piรน nel dopoguerra, con loschi traffici di oro e preziosi trafugati in molte direzioni (anche in danno di raggirati commercianti ebrei facoltosi - nel dopoguerra fu facile e consueto, per logica, attribuire le colpe di quelle grassazioni ai nazi-fascisti!), che in quel di Arezzo, ove il Gelli si stabilรฌ, ebbero poi lievitazione ed esplosione. E nella zona fu poi alimentato un consistente polo affaristico e produttivo.
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testo liberamente estrapolato dal volume: Ezra Pound & Pellegrini - Edizioni Vita Nova

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