sabato 18 febbraio 2012

O la Borsa o la vita!

L'economista Sergio Ricossa in un sua opera, "Come si manda in rovina un Paese. Cinquant'anni di mala economia, Rizzoli, Milano 1995", cita il caso di una grande giocatrice in Borsa, la signora Anna Bonomi Bolchini. Costei, figlia di una portinaia e senza alcuna cognizione economico-finanziaria, accumulò una grossa fortuna speculando in Borsa. Ricossa annota questo prezioso particolare. Questa signora, prima di decidere sui grandi investimenti, si premurava di consultare la sua cartomante di fiducia. Questa apparente boutade, in realtà non è poi un modo come un altro per passare il tempo e, soprattutto, non è un modo scorretto di orientarsi sul mercato finanziario, visto che persino un esimio premio Nobel per l'economia, Paul Samuelson per orientare i suoi studenti negli investimenti borsistici, suggeriva loro il famoso "teorema delle freccette".
In poche parole l'illustre economista indicava ai suoi prediletti tre semplici mosse:
  1. si prenda il Wall Street Journal,
  2. lo si apra alle pagine delle quotazioni in borsa, e dopo averlo posto ad una certa distanza,
  3. lo si prenda di mira tirandoci sopra diverse freccette. Preferibilmente molte freccette perchè queste ripartiscono il rischio e riducono le perdite.
Questo, secondo il noto economista, è il modo più sicuro per non perdere in Borsa.
D'altra parte, già nel secolo scorso, il primo direttore dell'Economist, Sir Walter Bagehot, nel suo famoso libro, "Lombard Street", descriveva il mercato di Borsa come una grande bisca internazionale. Di qui il celeberrimo modo di dire: Quell'uomo "gioca" in Borsa.
Oggi, grazie alla deregulation e alla velocità con cui è possibile spostare enormi quantità di denaro, il mondo della Borsa si è spostato magicamente nel mercato valutario e ha perso il carattere di gioco per diventare un vero e proprio modo di governare gli uomini e le cose. Ciò si è reso possibile grazie ad un inganno: il mito della libera circolazione degli uomini, delle merci e dei capitali. Oggi infatti per muovere migliaia di miliardi basta pigiare le dita su di un pc. su queste decine di miliardi dollari solo un quinto sono destinati a saldare onesti utili scambi di beni e servizi, mentre tutti il resto ricerca di investimenti speculativi. Ebbene questo fenomeno e stato favorito dalla deregulation e dalla libera circolazione dai capitali.
Strumentalizzando molto certe coincidenze tra l'ascesa dello spread e la mancata approvazione di riforme e manovre finanziarie di un governo, si è arrivati ad istituzionalizzare una figura estranea alle democrazie, pur facendone, di fatto, parte integrante: il mercato.
Ci sono precise responsabilità. Anzitutto dei politici che hanno permesso tutto ciò.
In secondo luogo della Banca d'Italia prima e della BCE adesso. Prima perché non ha governato o perché non ha saputo governare. La vita di un economia si regge su alcune istituzioni, e se queste istituzioni non sono capaci di governare bene e, soprattutto, nell'interesse della collettività, è quasi scontato che certe cose accadano, prima o poi. Se questo tipo di "democrazia" ci ha portato allo sfascio o non è una vera democrazia, oppure non è un sistema adatto per governare. Quello che serve è un'unità di indirizzo tra economia e politica, poiché, all'origine dello sfascio, vi è il fatto inconfutabile che l'economia non è più al servizio della politica. In parole povere se tutti i ministeri più alti: Bilancio, Economia, Tesoro, devono (o no) essere composti da persone come quelle che vediamo oggi; oppure se al loro posto vi debbano essere persone del tutto sganciate dai poteri forti e perciò stesso veramente autonome. Ora, un altro punto: autonomia non equivale a completa libertà di fare i propri comodi. L'autonomia esige un controllo, altrimenti diventa un arbitrio. Purtroppo oggi le banche centrali e commerciali sono l'unica fonte di emissione monetaria. E, siccome manca assolutamente ogni sorta di controllo, la quantità di denaro emessa viene espansa o ristretta ad unico vantaggio dei potentati finanziari. L'inflazione e la deflazione sono - a tutti gli effetti - degli strumenti in mano alle banche centrali. Le Banche centrali attraverso l'elargizione di credito e la cosiddetta "stretta creditizia" sono riuscite a soggiogare intere nazioni. E lo fanno ancora oggi, di fronte ai nostri occhi. E' il cosiddetto andamento ciclico degli affari, un vero e proprio artifizio atto a condizionare e dirigere l'economia di un paese, a tutto vantaggio dei banchieri centrali.
Inoltre è da segnalare anche un assurdo giuridico. Attraverso il commissariamento della politica, non solo viene delegittimata la "democrazia", ormai completamente svuotata dalla sovranità popolare, ma viene lesa anche la "certezza del diritto" che è un principio imprescindibile per ogni stato che ama definirsi tale. La politica è debole ed il parlamento è stato di fatto esautorato da forze estranee al mandato popolare. Il parlamento - occorre ricordarlo anche adesso e non solo quando conviene a "lor signori" - è l'organo centrale del nostro sistema costituzionale. Non per nulla la frettolosa nomina di Mario Monti a senatore a vita rappresenta la classica foglia di fico per coprire un assurdo giuridico e costituzionale.

Per spiegare questo fenomeno occorre andare all'origine; e cioè, alla fondazione della Banca d'Inghilterra.
“Il banco trae beneficio dall'interesse su tutta la moneta che crea dal nulla”. William Patterson, fondatore della Banca d’Inghilterra.



Nel 1694 nasce la Banca d'Inghilterra prestando denaro (che allora aveva un valore intrinseco) ma ottenendo dal re il permesso di diffondere altrettanta cartamoneta sulla base di quello che aveva prestato al sovrano. In questo modo si riuscì a raddoppiare la base monetaria. Questo è il tragico inizio di un fenomeno di espropriazione strisciante della sovranità monetaria.
Dal VI sec. A.C., quando nell'Asia minore (nella stessa città e nello stesso periodo in cui era vissuto Talete) nasce la prima moneta coniata, fino alla fine del 1600, la proprietà dell'emissione monetaria era assicurata al Re o alla Repubblica. Era una prerogativa dello Stato, insomma. Con l'avvento della Banca d'Inghilterra questa tradizione venne tragicamente interrotta. Chiaramente non è che prima, nel corso dei secoli, tutto sia andato nel verso giusto: ci sono state alterazioni dei valori monetari, iperinflazioni ecc. Questo ultimo punto ha giustificato il passaggio a questa privatizzazione della emissione monetaria.
Successivamente (1800), sul modello della Bank of England, viene creata la Banca di Francia. Nel 1894 arriva anche la "Banca d'Italia" e poi, alla fine, dopo aver combattuto per molto tempo contro la costituzione di una Banca Centrale, anche gli Stati Uniti d'America, si doteranno di questo mefitico istituto: la Federal Reserve.
Nel dopoguerra, in Germania, la Bundesbank sarà la prima Banca centrale dotata di "autonomia". Perché? Perché occorre aspettare la fine della Seconda guerra mondiale affinché la Germania si doti di una Banca Centrale autonoma?

La cosiddetta autonomia delle Banche Centrali è stata caratterizzata per la creazione di moneta scritturale (bancaria), che ha ridotto il circolante a una parte minima occorrente a regolare le transazioni. Infatti, se vi ricordate le famose cinquecento lire con sopra stampigliata la dicitura "repubblica italiana", ricorderete pure che non servivano pressoché a nulla (a parte le elemosine o le mance al bar). Un po' come avviene oggi per gli euro e i centesimi metallici. In pratica, appena la moneta di carta serve a comprare qualcosa di cospicuo la proprietà diventava ed è della banca centrale. Ma anche questa è limitata, poiché tutto viene effettuato digitando la cifra su un Computer. Nel momento in cui le banche Centrali, collegate in qualche modo coi poteri pubblici, assumono l'autonomia, automaticamente la perdono, perché la massa dei segni monetari, quelli che servono a regolare la maggior parte delle transazioni, ormai passa al di fuori del circolante. Paradossalmente, la massa di cartamoneta emessa dalle Banche Centrali si sta degradando alla stessa maniera degli spiccioli metallici emessi dagli Stati. Quindi, in definitiva, oggi anche le Banche Centrali sono state messe in crisi dal la proliferazione del mercato. Negli Stati Uniti d'America, già prima della creazione dell'Euro, chi pagava con il contante veniva guardato con sospetto (o perché accattone o perché malavitoso). Per questo motivo si è fatto un passo in avanti nell'indirizzo sbagliato, istituzionalizzando la carta di credito, assottigliando ulteriormente il circolante aumentando il potere di chi crea moneta. Adesso con la tracciabilità nei pagamenti sono stabilite per legge multe fino al 40% dell'importo per chi compie transazioni in contanti oltre i 1.000 euro! Il regime della tracciabilità diventa operativo. Le regole anche per assegni e libretti. Insomma siamo alla dittatura del denaro. E questo avviene con la complicità e il silenzio-assenso dei politici.
Un problema, questo, essenziale per le democrazie, di difficilissima soluzione, è proprio quello della cosiddetta autonomia; poiché, nel momento in cui le banche centrali assumono l’autonomia questa cessa. Il mercato monetario non può essere più lasciato in balia degli speculatori internazionali.
Un raccordo fra la politica e la economia va dunque ristabilito, in modo tale da restituire la sovranità al popolo per la legittimazione reale della democrazia.
© Petrus Aloisius

Nessun commento:

Posta un commento