venerdì 11 giugno 2004

L'alibi del voto

Il tempo che stiamo vivendo è - senza ombra di dubbio - il tempo che sta redigendo l'atto di morte della democrazia.
La democrazia è un programma incompiuto, volutamente.
Le elezioni che si stanno per celebrare sono una farsa.
Bisogna fare perciò tre considerazioni:

  1. la prima è che nel mondo di oggi l'essenziale delle decisioni   che influenzano la politica sono prese da persone  non elette dal popolo, senza alcuna legittimazione democratica;
  2. la seconda riguarda l'europa, in quanto non esiste ancora un corpus unico e si registra altresì un altissimo deficit di democrazia. La commissione europea, per esempio, non viene eletta. Paradossalmente il parlamento europeo (eletto dal popolo) è proprio l'istituzione con meno poteri.
  3. Il margine di manovra degli stati nazionali che pure permangono nell'Unione europea va via via affievolendosi.
Quindi chi ci apprestiamo ad eleggere  non avrà alcun potere decisionale sulle cose veramente importanti, sulle cose che incideranno praticamente nella vita di ognuno. Chi, per converso,  prende le decisioni, è un cooptato, un nominato dalle oligarchie del potere globale.

Questa è una mefitica conseguenza della mondializzazione in atto. Gli stati europei - anche se lo volessero - non avrebbero la possibilità di giocare un ruolo autonomo ed indipendente rispetto alle decisioni della Commissione europea. In particolare, tale restrizione si esplica soprattutto in ambito economico e finanziario, dove  lo spazio di manovra per gli stati nazionali e davvero esiguo. Tutte le leggi nazionali vengono degradate e sottomesse a quelle europee.
Chi è allora che determina le decisioni importanti? I  più vi risponderanno che ciò è determinato dal mercato, dai movimenti di capitale e, soprattutto dai tassi di interesse e di scambio.
La situazione che si è venuta a creare con la moneta unica è veramente grave ed insolita. Qui non ci troviamo infatti di fronte ad un deficit democratico  nel quale  ci sono dei despoti che confiscano il potere al popolo sovrano. Qui ci troviamo di fronte al fatto conclamato che persino i dirigenti hanno un potere limitato.
Questo dato di fatto ci deve far riflettere. Anzitutto dobbiamo rivedere il concetto stesso di potere. Il potere non è più qualcosa di tangibile, di identificabile con un determinato luogo. o con determinate persone. Il potere è oggi qualcosa di evanescente. Certo ci sono delle persone che lo fanno funzionare, ma sono - appunto - funzionari, persone non indispensabili e, anzi, sostituibili. Oggi le decisioni vengono prese altrove, negli organismi internazionali come il W.T.O. il F.M.I. la Trilateral Commission, ecc.
Ecco perché è inutile andare a votare.
© Petrus Aloisius