venerdì 13 febbraio 2015

Crimini Multiculturali



Ho evitato accuratamente di commentare a caldo l'efferata strage compiuta da alcuni terroristi contro la sede del giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. Vorrei farlo oggi nella segreta speranza di risultare il più oggettivo possibile.
Nella strage sono morte dodici persone e undici sono rimaste ferite.
A partire da questa algida conta dei morti e feriti non si può rimanere indifferenti verso una tale violenza condotta di proposito attraverso una pianificazione ben congegnata.
Ad onor del vero, non avendo informazioni di prima mano, non credo opportuno cimentarmi in improbabili ipotesi sull'eventuale false-flag francese.  Non amo le ipotesi fantasiose, tantomeno le iperboliche ricostruzioni degli eventi.
Quello che mi preme sottolineare è una cosa che può apparire ovvia e persino banale: il giornale "satirico" francese ha giocato molto sulla provocazione fine a se stessa, lasciando che la satira vera e propria uscisse definitivamente dalla porta della redazione di Charlie Hebdo. Ho detto "ovvia"...ma, a ben pensarci, oserei dire scandalosa. Dico questo perché, oggi, una cosa del genere suona come una provocazione bella e buona, in quanto contrastante con il pensiero "politicamente corretto" oggi tanto in voga. Il fine di tutta l'operazione era chiaramente quello di attirare attenzione e aumentare esponenzialmente le vendite del giornale.
Naturalmente, attraverso questa considerazione non si vuole in alcun modo giustificare l'attentato, che è stato, e rimane, un vero e proprio atto terroristico. Quello che però, forse, sfugge è il motivo recondito del cosiddetto pensiero "politically correct".
Questo pensiero che, di primo acchito, sembrerebbe suggerito dal "buon senso", in realtà è stato inoculato ad arte dai mezzi di informazione di massa, che non sono affatto "indipendenti". Essi, per converso, dipendono da "lor Signori", ossia da coloro che tirano le fila da "dietro le quinte" della storia. Sono loro i cosiddetti "Poteri forti". Sono loro che danno luogo alle "mode", ai "trend" pseudo-culturali. Sono loro che dettano l'agenda di governo, tramite teste di paglia che fanno il loro gioco...
In secondo luogo per quale recondito motivo dopo la strage compiuta a Charlie Hebdo, un altro terrorista ha fatto irruzione in un negozio ebraico?  Effettivamente sono due bersagli che non hanno nulla in comune. Tuttavia il legame esiste eccome, poichè  entrambi gli obiettivi rappresentano dei nemici giurati dell’Islam. Il primo è la stampa che ha sbeffeggiato in modo veramente volgare il Profeta, personaggio sacro perché scelto da Dio, proprio come Mosè o lo stesso Gesù Cristo. Per tutti i maomettani quei giornalisti meritavano la morte ed erano condannati a bruciare nell'inferno. L’altro nemico sono gli ebrei, e con loro Israele che uccide i palestinesi. In massima parte del mondo arabo, gli ebrei non non sono solo "infedeli" ma anche ipocriti, perché, come recita un “hadith” della Sunna, hanno strappato dalle pagine della Torah la venuta di Maometto sulla Terra.
Agli occidentali sembra assurdo che si possa uccidere per una vignetta, foss'anche la più dissacratoria ed infamante. Per chi vive nel mondo islamico è esattamente il contrario. Ora, rimanendo oggettivi, non si può far altro che constatare una sola cosa: tutti i giudizi dispensati dai gazzettieri nostrani peccano di presunzione e di superficialità. Presunzione perchè si ritiene, erroneamente, di appartenere ad una cultura (quella occidentale) migliore delle altre. Superficialità perchè, appunto, si rimane alla "superficie" dei problemi, senza arrivare al fondo o, per meglio dire, al "nocciolo" di qualsivoglia problematica.
La società attuale paga il prezzo salato di un multiculturalismo forzato e imposto dal Nuovo Ordine Mondiale  (N,W.O.) che vuole sempre più individui apolidi e sradicati, senza famiglia e radici solide, così, per meglio controllarli.
A qualcuno quello che sto per affermare farà storcere il naso...  ma... poco importa.
La tanto agognata “società aperta” ha gettato ponti sull'altrove, senza soluzione di continuità, creando confusione, estraneità e risentimento verso l'altro.  Miscelando culture eterogenee si è arrivati a destituire di ogni fondamento le culture native che si sono viste espropriate di ogni autorità. Il buonismo è stato il grimaldello attraverso cui far breccia nell'altro, relativizzando usanze e costumi, imponendo il "diverso" come modello da imitare. Questo atteggiamento di apertura non sta facendo altro che creare una pericolosa involuzione nichilista. Popoli tanto diversi, per tradizioni e costumi,  messi in unico recinto, alla lunga diventano una mina vagante! Gli esempi non mancano e la cronaca giornalistica ce ne offre a iosa. Culture millenarie, ma pur sempre "diverse", sono state inglobate le une nelle altre in una sorta di melange sincretista, senza radici e senza storia. Lo sviluppo esponenziale del melting pot e, soprattutto,  della convivenza forzata, dettata esclusivamente da motivi economici, estranei a quelli della gente comune, è la causa principale di questi incresciosi episodi, che vengono allo scoperto in determinate condizioni socio-economiche particolarmente difficili.  Tutto ciò ha ingenerato incomprensioni, disordini, tumulti, ecc.
I comportamenti finto umanitari dettati  dall'establishment politico ci hanno portato ad assistere, inerti, lo sbarco di milioni di clandestini, favoriti da politiche tanto permissive quanto pericolose. Le culture dell’accoglienza e dell’integrazione propinate dal Sistema hanno portato alla luce diritti inventati di sana pianta  (come lo “Ius soli”) che hanno distrutto ogni appartenenza autoctona, fomentando il relativismo e il permissivismo cultural-legale. Regalare la cittadinanza a chi è nato in un determinato Stato, indipendentemente dalla provenienza dei propri genitori, ha rappresentato un vero e proprio atto criminale. Un atto che invece è stato fatto passare come giusto e, soprattutto, umanitario. In realtà,  chi si riversa nei nostri territori non lo fa per arricchire il nostro paese, come spesso ci veniva raccontato dai nostri genitori nei lustri passati. Al contrario, il più delle volte, lo fa esclusivamente per mantentere la famiglia situata altrove, ingenerando deflazione nei nostri paesi.  Inoltre, come se non bastasse, chi sbarca sulle nostre coste, il più delle volte, è stato costretto a farlo a causa di politiche sbagliate in altri continenti. Costoro, anche dopo diverse generazioni, sopravvivono in uno stato di profonda alienazione, sentendosi giustamente non legati al paese ospitante.  Pertanto, alla prima occasione, cercano il modo per farcela pagare.
Non meno preoccupante è il caso di chi, invece, riesce a "integrarsi" nel Sistema occidentale. Chi lo fa, di solito, rinnega in toto o in parte la sua etnia o religione di provenienza, comportandosi in modo del tutto anomalo, rispetto ai suoi connazionali d'origine, tradendo, infine, gli ideali appartenenti al suo clan e alla sua terra natia.
Parigi è un esempio lampante di come il melting Pot abbia miseramente fallito. Del resto, questo non è il primo caso che si verifica. Vogliamo ricordare il caso  - nemmeno tanto remoto - del ventitreenne franco algerino Mohammed Merah? Quanti Mohammed sono lasciati liberi di fare ciò che credono nelle arterie delle nostre città? Il Multiculturalismo è il figlio legittimo del relativismo. Per questo l'Europa si trova paralizzata e non sa che pesci prendere. Il relativistmo  generalizza e tutto equipara. Non solo porta a credere che il concetto di “popoli” e di “convivenza” sia relativo, ma si appropria pure della “libertà” di criticare e, soprattutto,  di offendere deliberatamente le altrui credenze.
Ancora una volta sono stati gli USA a creare questo battistrada fatto di fetide nequizie. D'altra parte è di oggi la notizia apparsa sul quotidiano "La Repubblica", dell'assassinio di tre studenti in North Carolina motivate dall'odio anti-islamico veicolato dai mass-media occidentali. Così è tutto un susseguirsi di manifestazioni religiose boicottate da integralisti cristiani nel Texas, di aggressioni e vandalismi sempre più numerosi.
L’occidente da un tale atto ne rimane “paralizzato”. Non si credeva che la semplice dissacrazione di una vignetta potesse veramente portare ad una strage!
Questo dimostra, senza tema di smentita, che esiste qualcosa di più importante rispetto alla semplice libertà di parola o di "satira" che dir si voglia! Dimostra che le icone e i martiri, per quanto desacralizzati o, peggio, sbeffeggiati e presi di mira come bersagli su cui sparare le proprie infamie, siano un qualcosa di superiore e di sacro per cui valga la pena vivere e anche morire.