sabato 20 agosto 2011

Ecce Homo (italiota)

Ecce HomoCon l'abbandono delle ideologie, man mano, abbiamo sostituito l'idea dello stato con quella del mercato; abbiamo rinunciato all'etichetta di popolo per una più allargata universalità e ci siamo liberati dei fastidiosi confini territoriali, incoraggiati ed ammiccati dal miraggio di un" Nuovo ordine mondiale" . In una parola ci siamo
abituati ai nuovi schemi, soprattutto mentali, che ci sono stati sapientemente propinati dai mezzi di formazione  collettivi, diversamente detti di comunicazione di massa. Il tutto a danno di ogni individualità e specificità umana rappresentata da ogni essere vivente con una testa sul collo. Ma funzionerà? Durerà?
Il primo risultato negativo è rinvenibile proprio all'interno della sfera cognitiva: sia essa analizzata sotto il profilo logistico, sia sotto quello dell'emotività. L'organizzazione del quotidiano, per cominciare, prevede nuovi comportamenti che non necessitano più di sforzi analitici: basta inserirsi nella scia principale. Si
va al supermercato perché ci vanno tutti e poi del resto, diciamoci la verità, dov'altro potremmo fare la spesa così... tanta?. Persino i contadini e le massaie vanno al supermercato a comprare ciò che comprano tutti quanti gli altri. E conveniente, oltretutto, perché produrre le stesse cose, come frutta ed ortaggi nelle nostre campagne per esempio, è antieconomico. Per non parlare della zootecnia: chi volesse tenere un animale da latte o da carne o persino da cortile, dovrebbe sottoporsi ad una serie quasi infinita di sevizie per adeguarsi a norme legislative inutili quanto dispendiose, emanate piuttosto per educare e stigmatizzare comportamenti nelle masse anziché per tutelare la salute pubblica. Prova n'è che a nessuno importa della
scadente qualità dei prodotti che arrivano nei "mercati super" e che, costretti o avvinti dal Nuovo Ordine, tutti sono costretti a consumare. Anche il
contadino e la massaia dovranno decidere di comprare "quella schifezza di latte e di carne che arriva, non si capisce bene da dove, nei nostri supermercati".
Quando dico nessuno intendo dire le istituzioni, le cui leve primordiali dovrebbero essere azionate dal sistema  politico in rappresentanza dei diretti interessati.
Macché! La seconda disfunzione di questo nuovo andazzo, infatti, è rinvenibile proprio nella distanza siderale che s'è creata tra il corpo elettorale e gli eletti.
Quest'ultimi, ubbidienti e servizievoli alle emergenti ed egemoni correnti oligarchie (soprattutto finanziarie), guardano con fastidio ogni principio di insorgenza
popolare: insorgenza che in Italia è tenuta efficacemente a bada con la legge elettorale. E così di finanziaria in finanziaria si chiede al popolo sempre
maggiore tributo da versare a chi del potere finanziario ha fatto l'unica sua ragione di vita: banche, petrolieri, multinazionali in combutta con classi dirigenti
corrotte. Quelle italiane, poi, sono tra le più corrotte del globo. Basta riflettere sui privilegi dei nostri parlamentari, affatto paragonabili ai magri privilegi dei
parlamentari degli altri paesi. E così, questo "gioco al massacro", è riuscito a cambiare le sorti dell'umanità, rendendo l'uomo da soggetto detentore di diritti ad
oggetto nelle mani dei pescecani dei massimi sistemi finanziari. Questo assoggettamento, che altrove sta provocando reazioni addirittura di importanza epocale (come in Islanda per esempio) in Italia è vissuto con estrema e supina rassegnazione. Gli italioti beoti preferiscono delegare agli altri connazionali, che a
loro volta fanno lo stesso con altri ancora, per ogni possibile rivoluzione. Ecce homo nefasto artefice del proprio destino. Ecce homo ruota inferiore del carro
minore. Ecce homo: l'italiota beota. Manca solo Monti all'appello... Tranquilli, è in arrivo.

Editoriale di DOMENICO LONGO apparso sul mensile “L’Altra Voce” – Luglio-Agosto 2011.

Mario Draghi, ossia Mr. Britannia

image-229214-panoV9free-gkweEra il 1992, un anno decisivo per la recente storia italiana. All'improvviso un'intera classe politica dirigente crollava sotto i colpi delle indagini giudiziarie. Da oltre quarantani era stata al potere. Gli italiani avevano sospettato a lungo
che il sistema politico si basasse sulla corruzione e sul clientelismo ma sino a quel punto nulla aveva potuto scalfirlo.

Né le denunce, né le proteste popolari né i casi di connivenza con la mafia, che di tanto in tanto salivano alla ribalta della cronaca: immaginiamoci un semplice mariuolo come Mario Chiesa. Ma ecco che, improvvisamente, il sistema crollava e mentre l’attenzione degli italiani era puntata sullo scandalo delle tangenti, il governo italiano stava prendendo decisioni importantissime per il futuro del paese.

Con uragano di "Tangentopoli” gli italiani credettero che poteva iniziare un periodo migliore per l’Italia. In realtà ed in gran segreto, il governo stava attuando politiche che avrebbero peggiorato il futuro del paese. Numerose aziende saranno svendute, persino la Banca d'Italia sarà messa in vendita e la svendita venne chiamata “privatizzazione”, tanto, nel maggio del 1992, Giovanni Falcone venne ucciso dalla mafia. Stava indagando sui flussi di denaro sporco e la pista stava portando a risultati che potevano collegare la mafia ad importanti circuiti finanziari internazionali. Su Falcone erano state diffuse calunnie che cercavano di capovolgere la realtà di un magistrato integro. Probabilmente, le tecniche d’indagine di Falcone non piacevano a certi personaggi con cui il governo italiano ebbe a che fare quell’anno. L'omicidio di un simbolo dello Stato così importante come Falcone, significava qualcosa di nuovo. Erano state toccate le corde dell'élite del potere internazionale.
Ciò venne intuito anche da Charles Rose, procuratore distrettuale cli New York, che notò la particolarità degli attentati (anche Borsellino 19 luglio):

"Neppure i boss più feroci di Cosa Nostra hanno mai voluto colpire personalità dello Stato cosi visibili come era Giovanni, perché essi sanno benissimo quali rischi comporta attaccare frontalmente lo Stato. Quell'attentato terroristico è un gesto di paura... Credo che una mafia che si mette a sparare ai simboli come fanno i terroristi... è condannata a perdere il bene più prezioso per ogni organizzazione criminale di quel tipo, cioè la complicità attiva o passiva della popolazione entro la quale si muove".


Quell'anno l'élite anglo-americana voleva rendere l'Italia un paese completamente soggiogato e dominato dal potere finanziario.

Panfilo-Britannia-1992

2 giugno del 1992, panfilo Britannia, in navigazione.

A bordo c'erano alcuni appartenenti all'élite di potere anglo-americana ed i grandi banchieri a cui si rivolgerà il governo italiano durante la fase delle privatizzazioni (MerriII Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers).
In quella riunione si decise di acquistare le aziende italiane e la Banca d'Italia, e come far crollare il vecchio sistema politico per insediarne un altro, completamente manovrato dai nuovi padroni. A quella riunione parteciparono anche diversi italiani, tra i quali Mario Draghi, allora direttore delegato del ministero del Tesoro, il dirigente dell'Eni Beniamino Andreatta e il dirigente dell'Iri Riccardo Gall.
Gli intrighi decisi sulla Britannia avrebbero permesso agli anglo-americani di mettere le mani sul 48% delle aziende italiane.

Mani Pulite: solo un fumus

mani_pulite_fotogramma_1La stampa martellava su "Mani pulite", facendo intendere che da quell'evento sarebbero derivati grandi cambiamenti. Un grande cambiamento in effetti ci fu.
I banchieri angloamericani erano venuti a “fare la spesa”, ossia a comprarsi i gioielli dell’industria pubblica italiana a buon mercato. In lire svalutate comprarono i gioielli dell'industria italiana, IRI in testa.
Insomma: una strategia concertata.
Cominciò il Fondo Monetario Internazionale (altro organismo che mette sul lastrico interi paesi) che, come aveva fatto da altre parti, voleva privatizzare selvaggiamente e svalutare la nostra moneta, per agevolare il dominio economico-finanziario dell'élite. La Standard & Poor's declassò il debito italiano.

george_soros_lightboxL'incarico di far crollare l'economia italiana venne affidato a George Soros, un cittadino americano che tramite informazioni ricevute dai Rothschild, con la complicità di alcune autorità italiane, riuscì a far crollare la nostra moneta e le azioni di molte aziende italiane.
A causa di questi attacchi, la Lira perse il 30% del suo valore, e anche negli anni successivi subì svalutazioni.
Le reti della Banca Rothschild, attraverso il direttore Richard Katz, misero le mani sull'Eni, che venne svenduta. Il gruppo Rothschild ebbe un ruolo preminente anche sulle altre privatizzazioni, compresa quella della Banca d'Italia. C'erano stretti legami fra il Quantum Fund di George Soros e i Rothschild. Ma anche numerosi altri membri dell'élite finanziaria anglo-americana, come Alfred Hartmann e Georges C. Karlweis, furono coinvolti nei processi di privatizzazione delle aziende e della Banca d'Italia.
Qualche anno dopo la magistratura italiana procederà contro Soros, ma senza alcun successo.
Su Soros indagarono le Procure della Repubblica di Roma e di Napoli, che fecero luce anche sulle attività della Banca d'Italia nel periodo del crollo della lira.
Soros venne accusato di aggiotaggio e insider trading, avendo utilizzalo informazioni riservate che gli permettevano di speculare con sicurezza e di anticipare movimenti su titoli, cambi e valori delle monete.

giuliano-amatoNel giugno 1992 si era intanto insediato il governo di Giuliano Amato. Si trattava di un personaggio in armonia con gli speculatori che ambivano ad appropriarsi dell'Italia. Infatti, Amato, per iniziare le privatizzazioni, si affrettò a consultare il centro del potere finanziario internazionale: appunto le tre grandi banche di Wall Street, Merrill Lynch, Goldman Sachs e Salomon Brothers. (Strano che il braccio destro di Craxi, uscisse indenne dalla bufera mani pulite.Il non poteva non sapere per lui non valeva).Appena salito al potere, Amato trasformò gli Enti statali in Società per Azioni, valendosi del decreto Legge 386/1991, in modo tale che l'élite finanziaria li potesse controllare, ed in seguito rilevare.


Il 31 luglio 1992 viene abolita la scala mobile.  Il 9 settembre il governo chiede al Parlamento di approvare una legge delega che gli consenta di cancellare spese, aumentare tasse, bloccare i salari pubblici ogni volta che la Banca d'Italia dichiarasse l'emergenza economica.
Il 13-17 settembre, si è in piena crisi: svalutazione della lira e successiva uscita dallo SME,il sistema monetario europeo. Per arginarla il governo Amato è costretto a varare una legge finanziaria da 100.000 miliardi (aumento dell'età pensionabile, aumento dell'anzianità contributiva, blocco dei pensionamenti, istituzione della minimum tax, patrimoniale sulle imprese, prelievo sui conti correnti bancari, introduzione dei ticket sanitari, tassa sul medico di famiglia, imposta comunale sugli immobili (Ici), blocco di stipendi e assunzioni nel pubblico impiego, privatizzazioni ecc..). A fine anno f ineffabile Scalfaro annuncia “un nuovo rinascimento”. Roba da non credere!!!

125302Come già accennato, a seguito dell'attacco speculativo contro la lira e della sua successiva svalutazione, le privatizzazioni sarebbero state f atte a prezzi stracciati, a beneficio della grande finanza internazionale e a discapito degli interessi dello stato italiano, dell'economia nazionale e dell'occupazione. L' agenzia stampa EIR (Executive Intelligence Review) ha denunciato pubblicamente questa sordida operazione alla fine del 1992 provocando una serie di interpellanze parlamentari e di discussioni politiche che hanno avuto il merito di mettere in discussione l'intero procedimento di privatizzazione.

II 28 giugno 1993, il Movimento Solidarietà svolse una conferenza a Milano, in cui rese nota a tutti la riunione sul Britannia e quello che ne era derivato. I complici italiani furono il ministro del Tesoro Piero Barucci, l'allora Direttore di Bankitalia Lamberto Dini e l'allora governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi. Altre responsabilità vanno all'allora capo del governo Giuliano Amato e al Direttore Generale del Dini) fecero il doppio gioco: denunciavano i pericoli ma in segreto appoggiavano gli speculatori. Amato aveva costretto i sindacati ad accettare un accordo salariale non conveniente ai lavoratori, per la "necessità di rimanere nel Sistema Monetario Europeo", pur sapendo che l'Italia ne sarebbe uscita a causa delle imminenti speculazioni.
Gli attacchi all'economia italiana andarono avanti per tutti gli anni Novanta, fino a quando il sistema economico-finanziario italiano non cadde sotto il completo controllo clell'é1ite finanziaria.


antonio-fazioNel 1996, il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, riferiva che l'ltalia non poteva far nulla contro le correnti speculative sui mercati dei cambi, perché "se le banche di emissione tentano di far cambiare direzione o di fermare il vento (delle operazioni finanziarie) non ce la fanno per la dimensione delle masse in movimento sui mercati rispetto alla loro capacità di fuoco".
Denuncia dell'élite internazionale e getto della spugna, ritenendo inevitabili quegli eventi. Era in gioco il futuro economico-finanziario del paese, ma nessuna autorità italiana pensava di poter fare qualcosa contro gli attacchi destabilizzanti dell'élite angloamericana.
Anche negli anni successivi  avvennero altre privatizzazioni senza regole precise e a prezzi di favore. Pensate che l'Italia conquistò il record mondiale delle privatizzazioni: sui 460 miliardi di dollari del giro d'affari planetario di questo business negli anni'90, circa 100 miliardi di dollari erano imputabili a noi. La vendita Telecom fu l'operazione più grossa mai conclusa in Europa. Nel settore del gas e dell'elettricità apparvero numerose aziende private, oggi circa 300.
Dal 24 febbraio del 1998, anche le Poste Italiane diventarono una S.p.a. In seguito alla privatizzazione delle Poste, i costi postali sono aumentati a dismisura e i lavoratori postali vengono assunti con contratti precari. Oltre 400 uffici postali sono stati chiusi, e quelli rimasti aperti appaiono come luoghi di vendita più che di servizio.
Le nostre autorità giustificavano la svendita del patrimonio pubblico con le privatizzazioni dicendo che si doveva "risanare il bilancio pubblico", ma non specificavano che si trattava di pagare altro denaro alle banche, in cambio di banconote che valevano come la carta straccia. A guadagnare sarebbero state soltanto
le banche e i pochi imprenditori già ricchi (Benetton, Tronchetti Provera, Pirelli, Colaninno, Gnutti e pochi altri).
Si diceva che Ie privatizzazioni avrebbero migliorato  la gestione delle aziende, ma in realtà, in tutti i casi, si sono verificati disastri di vario genere, e il rimedio, peggiore del male, è stato pagato dai cittadini italiani.
Le nostre aziende sono state svendute ad imprenditori che quasi sempre agivano per conto dell'élite finanziaria, da cui ricevevano le somme per l'acquisto.

Telecom: stessa sorte


telecom italiaLa privatizzazione della Telecom avvenne nell'ottobre del 1997.Fu venduta a 11,82 miliardi di euro, ma alla fine si incassarono soltanto 7,5 miliardi.
La società fu rilevata da un gruppo di imprenditori e banche e. al Ministero del Tesoro rimase una quota del3,5%.Il piano per il controllo di Telecom aveva la regia nascosta della Merril Lynch, del Gruppo Bancario americano Donaldson Lufkin & Jenrette e della Chase Manhattan Bank.
Dopo dieci anni dalla privatizzazione della Telecom, il bilancio era disastroso sotto tutti i punti di vista: oltre 20.000 persone sono state licenziate, i titoli azionari
hanno fatto perdere molto denaro ai risparmiatori, i costi per gli utenti sono aumentati e la società  è in perdita.
La privatizzazione, oltre che un saccheggio, veniva ad essere anche un modo per truffare i piccoli azionisti.
La Telecom, come molte alle società, ha posto la sua sede in paesi esteri per non pagare le tasse allo stato italiano. Oltre a perdere le aziende gli italiani sono stati privati anche degli introiti fiscali di quelle aziende. La Bell, società che controllava la Telecom Italia, aveva sede in Lussemburgo, e aveva all’interno della società con sede alle isole Cayman, che, com’è noto, sono  un paradiso fiscale.
Mettere un'azienda importante come quella telefonica in mani private significa anche non tutelare la privacy dei cittadini, che, infatti, è stata più volte calpestata, com'è emerso negli ultimi anni.
Anche per le altre privatizzazioni, Autostrade, Poste Italiane, Trenitalia ecc., si sono verificate le medesime devastazioni: licenziamenti, truffe a danno dei risparmiatori, degrado del servizio, spreco di denaro pubblico, cattiva amministrazione e problemi di vario genere. La famiglia Benetton è diventata azionista di maggioranza delle Autostrade. Il contratto di privatizzazione delle Autostrade dava vantaggi soltanto agli acquirenti, facendo  rimanere l'onere della manutenzione, di fatto, sulle spalle dei contribuenti.
Nonostante i disastri delle privatizzazioni, le nostre autorità governative sono disposte ad utilizzare denaro pubblico per riparare ai danni causati dai privati.

bankersDietro tutto questo c'era l'élite economico finanziaria (Morgan, Schiff, Harriman, Kahn, Warburg, Rockfeller, Rothschild ecc.) che ha agito preparando un progetto
di devastazione dell'economia italiana, e lo ha attuato valendosi di politici, di finanzieri e di imprenditori.
Nascondersi è facile in un sistema in cui le banche o le società possono assumere il controllo di altre società o banche. Esemplare il caso Parmalat e Cirio.  Queste aziende hanno truffato i risparmiatori vendendo obbligazioni societarie con un alto margine di rischio. La Parmalat emise bonds per un valore di 7 miliardi di euro, e allo stesso tempo attuò operazioni finanziarie speculative, e si indebitò. Per non far scendere il valore delle azioni (e per venderne altre) truccava i bilanci.
Le banche nazionali e internazionali sostenevano la situazione perché per loro vantaggiosa , l'Agenzia di rating, Standard & Poor's, si è decisa a declassare la Parmalat soltanto quando la truffa era ormai nota a tutti. Alla fine, questi complici della truffa non hanno pagato praticamente nulla, con tanti saluti alla giustizia italiana.
Grazie alle privatizzazioni, un gruppo ristretto di ricchi italiani ha acquisito somme enormi, e ha permesso all'élite economico-finanziaria anglo-americana di esercitare un pesante controllo,  sui cittadini, sulla politica e sul paese intero.
Agli italiani venne dato il contentino di "Mani Pulite", che si risolse con numerose assoluzioni e qualche condanna a pochi anni di carcere. Un polverone che è servito solo a consentire il saccheggio e a rimuovere  un sistema politico che lo ostacolava o comunque non in linea con i desideri degli angloamericani. Il nostro paese è oggi controllato realmente da un gruppo di persone, che impongono, attraverso istituti propagandati come "autorevoli" (Fondo Monetario Internazionale e Banca Centrale Europea), di privatizzare quello che ancora rimane e di attuare politiche non convenienti alla popolazione italiana. I nostri governi operano nell'interesse di questa élite, e non in quello del paese.
Questo, a grandi linee, è quanto veramente successo in quel 1992, che ha cambiato in peggio tutta la storia italiana. il resto sono solo chiacchiere di stampa e politica,  entrambe asservite, buone solo per la credulità del parco buoi, quello che in fondo paga sempre per tutti.

Il Ruolo servile della stampa
Uno dei pochi articoli di giornale di quell'anno che parla del convegno sul Britannia, 1o presenta ovviamente quasi come un convegno istruttivo o stage per giovani managers, Il Corriere della Sera. La stessa colpevole congiura del silenzio fu adottata ed è tutt'ora adottata dalla grande stampa nazionale per i partecipanti al Club Bilderberg, un club voluto e variato ogni anno dai grandi finanzieri internazionali,
che attraverso i politici emergenti dei paesi, preparano veri e propri "cicchetti" per impadronirsi delle risorse nazionali in cambio di "carta straccia". –{altro che libertà di stampa...
Solo un cieco non vedrebbe come tutti gli avvenimenti di quell'anno non siano in qualche modo collegati.
Troppe coincidenze, e tutte nella medesima direzione. Resta il fatto, che Draghi tenne un discorso a quella riunione, in cui disse esplicitamente che il principale ostacolo ad una "riforma" del sistema finanziario in Italia era rappresentato dal sistema politico.
Guarda caso, dopo la crociera sul Britannia partì l'attacco speculativo contro la lira e l'uragano di Mani Pulite che proprio quel sistema politico abbatté.
Certo è che lo svegliarsi improvviso della magistratura, che per anni aveva ignorato e insabbiato, sembra sia avvenuto proprio in un momento opportuno per fare "Piazza Pulita" di una classe politica con velleità italiote, e per ottenere le "Mani libere" di fare entrare i governi dei "tecnici", gli amici della Goldman e soci. E qua, consentiteci anche di tirar in ballo il tanto vituperato Craxi.
Di sicuro un Craxi, per quanto corrotto, non avrebbe mai siglato un patto così scellerato, che prevedeva la svendita di tutto il comparto nazionale produttivo, lui che tenne testa agli americani nella vicenda dell'Achille Lauro, negando loro l'accesso sul nostro territorio per attaccare i sequestratori della nave, e portando avanti le trattative con i terroristi nonostante il veto del presidente Reagan, sempre lui che negò agli Usa la base di Sigonella. E, infatti, proprio qualche anno prima Craxi era stato duramente criticato dagli ambienti angloamericani, quegli stessi che non si privano mai d'interferire nella nostra politica interna per salvaguardare i loro interessi. Chi tocca i "fili Usa" muore!
Ed è bene anche ricordare al solito popolo cornuto, mazziato e festante che quando Craxi in Parlamento (mica ad annozero) invitò in pratica ad alzarsi chi non avesse preso tangenti, nessun prode mezza cartuccia italiota si alzò. Questo tanto per fare un po' di storia che le ipocrite tricoteuses attuali dimenticano.
Con l'aiuto della stampa iniziò una campagna martellante per incutere il timore nel popolo italiano di "non entrare in Europa", manco non fossimo stati tra i sei paesi fondatori...
Una campagna a cui presero parte attiva "The Economist" e "Financial Times, fogli al servizio dei saccheggiatori. Ora come allora.
Te la raccomando la stampa inglese e i soliti fessi, o molto interessati, laudatores nostrani! E questa è ormai storia, tant'è vero che sull'episodio del "panfilo Britannia" vi furono anche alcune interrogazioni parlamentari rimaste naturalmente senza risposta.

L’era dei governi tecnici

Fu f inizio dell'era dei governi tecnici, dopo 40 anni di regime DC, con il "tecnico" Ciampi, il tecnico Amato, il tecnico Prodi.
II governo doveva, a tutti i costi essere "tecnico", pur di non fare arrivare al potere neanche un'idea, che fosse tale e che lo fosse per il bene del paese.
In questo "bene " invece rientrò l'allontanamento di Enrico Cuccia, Mediobanca, che si oppose alla svendita di Sme caldeggiata da Prodi. Si è poi visto come é finito questo colosso alimentare. Lo stesso Prodi, che dal1990 aL1993 fu consulente della Unilever e della Goldman Sachs, quando nel maggio del 1993 ritornò a capo dell'IRI riuscì a svendere la Cirio Bertolli alla Unilever al quarto del suo prezzo. Indovinate chi furono
gli advisors? Uomini della Goldman, che vi hanno lavorato sono, oltre a Costamagna e Prodi, Monti (catapultato alla carica di Commissario ed in lizza per un nuovo governo tecnico del dopo Berlusconi), Letta, Tononi e naturalmente Draghi (quest'ultimo,
come il prezzemolo, 1o ritroviamo in tutte le vicende dal sapore speculativo e losco n.d.d.). Sicuramente ce ne sono altri; molti nostri uomini politici se non hanno lavorato per la Goldman, lavoravano per I'FMI, come il defunto Padoa Schioppa (ve lo ricordate questo campione di cicchetti quando diceva "tasse è bello?" n.d.d.), presidente della BEI, Banca Europea per gli Investimenti La classe dei tecnici, fedeli servitori delle banche e dei circoli finanziari angloamericani, il cui motto era "privatizzare per saccheggiare". Quella della condizione di tecnicità per accedere
al potere fu un imperativo talmente tassativo, da riuscire nell'intento di dividere il PCI, con una fetta che divenne sempre più "tecnica", sempre più British, sempre più amica delle banche, sempre più PD. I1 premio di tutta questa svendita, prevista
per filo e per segno, fu la nostra "entrata in Europa",  ovvero la cessione della nostra
già minata sovranità monetaria dalla Banca d'Italia alla Banca centrale europea/ Per una moneta, l'euro, che, con il tasso iniziale di cambio imposto e troppo elevato, è all'origine di tante attuali sciagure.
Queste sono informazioni che dovrebbero essere divulgate e spiegate in lungo e in
largo dalla stampa, ma che invece la stampa ha sempre occultato.  Le anime belle e buone parleranno di complottismo, che vediamo congiure dappertutto...
Rassicuriamole, questi marpioni possono fare, hanno fatto e faranno anche di più e di meglio a danno nostro e vostro. Bisogna solo sapere aspettare.
Stravrogin

Articolo apparso sul n°6, Luglio-Agosto, 2011, de “L’Altra Voce”, diretta da Domenico Longo.