martedì 3 aprile 2007

Sull'importanza del rito matrimoniale

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Alcune recenti teorie hanno messo in discussione la cosidetta "procreatio et educatio prolis". Hanno, cioè, messo in dubbio che questa possa considerarsi - come da secoli la tradizione insegna - come il fine essenziale del matrimonio. La procreazione, a ben vedere, rappresenta qualcosa in più e non in meno del fine essenziale del matrimonio. La procreazione è un elemento costituivo del matrimonio. Senza di essa il matrimonio è - appunto - nullo. Non per niente la Sacra Rota ha nella sua casistica notevoli casi di annullamento per impotentia coeundi. Esiste, altresì, un altro aspetto del matrimonio: la promozione e la conservazione del genere umano. E, in questo senso, il sacro rito del matrimonio acquista una funzione monolitica invulnerabile sotto il profilo spirituale. "Non separi l'Uomo ciò che Dio ha unito". Tale "unità" supera di gran lunga i rapporti fra essenza e procreazione; va al di là delle norme giuridiche concernenti il fine del matrimonio stesso. Ma questo - naturalmente - non interessa alla massa dei bifolchi che gridano w i DICO e W i PACS.

lunedì 2 aprile 2007

MUSSOLINI : lumicino d’una stirpe ormai " al fondo della notte" di A.P.


2 Aprile 2007
Mussolini : lumicino d?una stirpe ormai ?au bou de la nuit?, di Antonio Pantano
Berlusconi – criniera tragicomica ritinta, in pallida imitazione di vecchie checche – è brodaglia scodellata dai telegiornali italioti (del medesimo, o di "regime", musica identica !). Piroetta, in sincronismo complementare al Prodi (veritiero insaccato di s.b.) e al Dalema (modesto talleyrand in collaudata linea di galleggiamento), dall'ombra dei patetici massoni che fanno i "repubblicani"! in regime di postriboli, fino alla corte dei "miracolati" che s"appanna alle scoppiettanti escandescenze puteolane della Scicolone, mancata al cinema come alla politica seria
(ammesso che in Italia ciò sia mai esistito da 62 anni !).
Locandine imbrattanti i muri romani.
In alto (pagò tutto lui ") il nome del plutocrate – "venuto dal mare" al ritmo di canzonette da crociera, poi (raccomandazioni siculo-americane di "liberatori" che s"avvalsero di Luciano "lucky", Vito Genovese e Frank Coppola "tre-dita" per governar Trinascria, Calabria, Campania, Roma e, dal 26 aprile 1945, Italyland tutta) posto-imposto al generone immobiliar-televisionario per assurgere – fiduciario d.o.c.g. – alla "politichetta" locale della penisola.
Sotto – auto-arrogato ruolo femminile ! – a caratteri minori, il nome d"arte (ereditato in via paterna) della partenopèa assurta alle cronache per aver distolto il marito dalla G.d.F. dirottandolo alla liberalizzata distruzione delle Ferrovie dello Stato, al suono di 300.000.000 di lire negli anni "90 ( ma quanto costano "balocchi e profumi" per la mogliera ! ).
Alternativa Sociale nella sigla, programmatica per piccoloborghesi frustrati, in cerca di cadreghe nel "potere consociativo" offerto a destra, ma sempre negato a chi "pensa in nero!".
Personaggi in cerca d"autore, ma proni al "verbo divino" dell"adoratore di "Remolo" e del "dio quattrino" in "libero mercato", purché sia quello dell"amico George dabliu Busch e dei consorti petrolieri saudiani o puttiniani di sempre.
"Verbo divino", briaco di libera droga in libero mercato : questi sono i "valori" anche spalleggiati dall"Amato del momento, che vede la neve anche a ferragosto, come i "cristiani-cretini" sull'Esquilino del quinto secolo. (Apro la parentesi : quando il mio rimpianto sodale Carmelo Bene coniò " Sono cretini che vedono la Madonna e cretini che non vedono la Madonna" diede lezione di alta filologìa: "cretino" è derivazione francese da "povero cristiano"). Berlusca, sedotto e abbandonato, per meri problemi di "centro", dai "casini" palazzinari che tengono a bada la sinistrerìa italiota, alliscia ora la frangia "nera" adulandola con diplomi di "destra", giocati sulla ignoranza dei molti destronzi, somari in storia per sessantennale digiuno di biada.
Il "vicario di Remolo" in terra d'Enotria ancora pontifica in vulgata istorica da "settimana enigmistica", ringraziando la "liberazione della penisola" iniziata dagli Alleati dal luglio 1943 – e mai conclusa – al suono di plotoni d'esecuzione che spazzarono "veri resistenti italiani", a migliaia, civili e militari, in spregio ad ogni "ginevrina convenzione". Connivente il "mezzo feto" (come onorevolmente appellò Ezra Pound il Vittorio tre, curtatone, sposato a Montanara), l"invasione della penisola fu scandita anche dalle liberal-liberiste professioni dei mercenari marocchini e nordafricani, scatenati"a tappeto" dal maggio all'ottobre 1944 dalla centro-merionale Ciociarìa alla centro-settentrionale Garfagnana : 16.000 donne stuprate in nome della "avanzante libertà sessuale" e poi – U.S.A.. e getta – poste in riposo tombale. "Affaruccio" addomesticato dal Moravia – scrivano di guardonesche frustrazioni sessuali – e dal De Sica Vittorio col solito peana cinematografico "sui liberatori brava gente", gratificato "dalli superiori" di "premio Oscar" per meriti artistico-delinquenziali.
Inutile dire che, tra gli antenati biologici, la puteolana in politica annovera anche un romagnolo vanitoso, reo di aver "voluto leggi antisemite" che il sovrano (il "mezzo feto" citato !)
legalizzò con la formale promulgazione, allegramente goduta anche dal coro clerical-romano, capeggiato dal monsignorino bresciano che, annotato tutto nel libro-mastro del "dare-avere", poi, su beneplacito del collega di New York, Spellman di turno, usò il killer dell"O.S.S. per toglier di mezzo "il testone", al solo fine di renderlo figurante sicuro e fisso, a testa in giù, nel baccanale
democratico-popolare di Piazzale Loreto, per le 12 cineprese pre-istallate di Combat film.
Antenato biologico, che una "sputatrice di storia in salsa viterbese", assurta per meriti "di segreteria" ad inutile ed insignificante scranno deputatesco, ha definitivamente bollato d"infamia per aver superato se stesso non con le innovazioni recate nell'Italia secolar serva di "preti-banchieri e sgherri" (Berto Ricci: All"Italia), ma con le sole "leggi razziali". Leggi che – sul piano umano e morale – scompaion nei più profondi abissi rispetto alle ruberìe legalizzate che i colleghi della "docente in saccenterìa" varano ogni giorno in danno dei cittadini (il milione d"euro annui ai "presidenti emeriti" per esempio, o lo sballo di 10.000 milioni d"euro sulla tassazione, non restituibili "in alcun modo" ai cittadini che lo subirono, per accennar ad altro "dettaglio" !), ma, ormai, da oltre 60 anni.
Importante è che la "storia" sia resa "storiella per gonzi" e si tenga a bada la patetica frangia di "nostalgici neri", da 62 anni costretti "a destra", come l"omologo testicolo nello scroto. Utile non sempre, ma necessario nelle "elettorali erezioni", in nome della pagliacciata che ormai si chiama "bipolarismo politico", non ultima fase della "libertà recata in dono" che Giuseppe Mazzini (braccato dalla genia dinastica del "mezzo feto") condannò perché inumana ed illiberale.
Come per Garibaldi, dopo il capostipite, in molte famiglie il resto è "buio, nel fondo della notte" 

domenica 1 aprile 2007

Casus Belli


Quindici Marinai di Sua Maestà sono stati catturati nelle acque del Golfo. L'Iran sotiene che abbiano invaso il territorio iraniano, Londra afferma il contrario. Un fatto è certo: non erano a casa loro. Londra accusa Teheran di aver umiliato i prigionieri, violando le convenzioni di Ginevra, costringendoli ad affermare il falso. Eppure, dalle immagini mandate in onda, appare un'altra evidente certezza: i marines ripresi, fra cui una donna, sembrano godere di ottima salute, mangiavano tranquillamente e non mostravano segni di percosse. Di sicuro non hanno ricevuto il trattamento riservato ai prigionieri residenti nel carcere americano di Guantanamo. Ma questo i nostri amabili mass-media non lo dicono. E' chiaro che questo può essere il pretesto per attaccare l'Iran. Si pensava potesse darlo Israele. Forse questa, tutto sommato, è stata la scelta migliore che gli angloamericani potessero mettere in atto. Guerra sia allora! Peccato solo che la disparita delle forze in campo (soprattutto tecnologica) farà torto al valore.

Matrimonio e unioni di fatto (Dico)


immagineSinceramente, stupisce il sentir ripetere - nella polemica odierna sui dico - che il valore del matrimonio non sia toccato da questo provvedimento. Un provvedimento assurdo che apre la strada ai PACS e alle unioni fra omosessuali, con tutte le conseguenze che il caso comporta. Stupisce, soprattutto, l'atteggiamento di quei "politici" che pure si dichiarano cattolici osservanti! Questi politicanti si sentono in serio imbarazzo di fronte ad un comunista d'antan come Armando  Cossutta che, nonostante tutto, è sposato da cinquant'anni con la stessa persona! Un vero è proprio paradosso se i vari Casini, Fini e Berlusconi sono  quelli che dovrebbero difendere la "famiglia cattolica" dalle "avances" della sinistra libertina. DICO: ma è ragionevole tutto questo?! Non sarebbe meglio per costoro uscire da ogni equivoco e gettare la maschera? Si rimane letteralmente a bocca aperta in quanto costoro, evidentemente, per ignoranza o peggio, tacciono colpevolmente su quanto asserisce, oltre il buon senso, persino tutto il Magistero ecclesiastico. Ma credo che, a questo punto, sia inutile andare oltre. Siamo sulla soglia d'un precipizio. E credo ci sia poco da fare. Questo è l'ultimo post dedicato alla politica e alle manovre farneticanti di pennivendoli snaturati e libertini.

martedì 27 marzo 2007

Schizofrenie politico-istituzionali


27-03-2007 - 15:01

immagineSono letteralmente disgustato da tutto questo mercanteggiare, da questo insulso "mercato delle vacche". La mostra amata repubblica democratica e antifascista, maggioranza e opposizione, sta dando un cattivo spettacolo di se. Non entrerò nel merito della "missione di Pace", condotta sotto l'egida dell'ONU. Non esprimerò alcun giudizio di merito circa la giustezza di questa guerra. Purtuttavia, un governo serio deve mantener fede agli impegni presi. Altrimenti siamo di fronte ad uno stato-pagliaccio. E se c'è un reale cambiamento di rotta il governo in carica deve avvisare gli alleati e le forze in campo e accollarsi tutte le responsabilità che una tale decisione comporta. Non si può procedere sull'onda di un sensazionalismo, mirato a far combaciare due facciate di due diverse medaglie. In altre parole, non si può un giorno dire una cosa e quello successivo farne un'altra. Quest'atteggiamento schizofrenico è dovuto in gran parte all'estrema litigiosita di uno schieramento, estremamente variegato, unito solo da un pessimo antiberlusconismo di facciata. Purtroppo, le moderne espressioni politiche mettono tutti nello stesso "calderone democratico" e vanno necessariamente incontro a questa specie di problemi. D'altronde, tale situazione la si conosceva fin dall'inizio. E, sotto questo punto di vista, il centrosinistra ha ragione da vendere. Perciò chi reclama il diritto di ritornare alle urne, di dare voce al "popolo sovrano" è in cattiva fede. Perchè è stato proprio il popolo a scegliersi questo governiccchio. Un governicchio veramente debole e sconclusionato. Sotto quest'ultimo aspetto, però, una parte di colpa la si deve attribuire ad una pessima legge elettorale, giustamente giudicata da qualcuno come una "porcata". Ciò nonostante tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Perchè una cosa è immaginare un conflitto interno (alla maggioranza) altra cosa e viverlo in prima persona. Ma tant'è...

domenica 25 marzo 2007

Perversioni sessuali


immagineLa lettera che Sircana ha inviato alla "Stampa" rappresenta - sostanzialmente - un atto di "confessione". Sirca ha ammesso di "essersi fermato per curiosare".  E' la solita vecchia storia: una volta colti sul fatto, obtorto collo, si deve ammettere qualcosa. Allora, prima si da il via libera alla publicazione delle foto bloccate, e poi  si commenta l'accaduto con un malcelato distacco, mirato a "coprire" le reali intenzioni del momento. Ora, una persona dabbene, non si mette a guardare un viados se non c'è un istinto perverso a sospingerlo. Forse Sircana alla fine non è andato oltre. Ma solo Dio e lui sanno il perchè ... Francamente la cosa non dovrebbe destare alcun interesse e, così sarebbe stato, se non si fosse trattato del portavoce ufficiale del Presidente del Consiglio. Il Ministro Mastella ha caldamente invitato Sircana a dimettersi, citando un vecchio adagio latino:"Si parli di Cesare ma non della moglie di Cesare". E' chiaro che c'è molto di più che una foto.  

sabato 24 marzo 2007

Scandali e indignazioni inutili


Qualcuno ha affermato che "gli Scandali sono il sale delle democrazie". Non so cosa vi può essere di saggio in questa affermazione. Tuttavia, la citazione appare del tutto appropriata, visto il clima da basso Impero che regna inconstrastato nel paese (italia). Mi riferisco evidentemente a Vallettopoli e a tutto il bailamme che ne è seguito. Una parte cospicua di questi "scandali" sono dovuti all'assenza di controlli. Non esiste infatti una presenza costante dello Stato che "vigila" solo a fasi alterne. Si renderebbe necessaria una normativa che regoli certi "traffici", senza cadere nel baratro di un inutile moralismo. Attualmente esiste una politica del laissez-faire . Lo Stato chiude un occhio e, a volte, anche due. Uno stato che, a parole, condanna la prostituzione e ciò che ne deriva ma, nei fatti, lascia fare. Personalmente credo che l'abrogazione per legge delle "case chiuse" (legge Merlin) sia stato un clamoroso errore. In tal modo la prostituzione veniva "regolamentata" e, con i dovuti "aggiornamenti", si poteva anche trarne alcuni benefici. Senza dubbio una cosa del genere farà rizzare la peluria su qualche testa p(r)elata. Ma sarebbe un grave errore lasciare le cose così come stanno. Una prostituzione (civile) può essere esercitata in modo assolutamente discreto, fuori dai riflettori di ogni genere e tipo. In tal modo si eviterebbe di alimentare lo sfruttamento da parte della malavita, togliendo dalle tasche della mafia ingenti somme di danaro, restituendone buona parte allo Stato, evitando altresì altri spiacevoli episodi criminogeni. Per non parlare dei vantaggi che una tale decisione comporterebbe sul piano del buoncostume e dell'ordine pubblico. Inoltre devesi registrare l'assoluto doppiopesismo di questo governicchio, pronto a far di tutto per salvar la faccia di un vile portavoce e, invece, altrettanto solerte nel perseguire il più alto esponente di Casa Savoia. Sarebbe invece stato più giusto introdurre un salvacondotto per gli alti ranghi che, spesso, sono oggetto di ricatti e vere e proprie persecuzioni private. Ma, come dicevo prima, viviamo in un periodo nefasto, senza alcun rispetto per le persone dabbene.

venerdì 23 marzo 2007

Un Dramma inevitabile


23-03-2007 - 21:46

immagineNegli ultimi cinque anni la presenza di immigrati nell'italia-paese è raddoppiata. Se a questo dato si aggiunge l'eccessiva prolificità di talune popolazioni tale dato assume un rilievo ancor maggiore. Questa notizia, presa così come è, non sembra destare alcuna preoccupazione nella maggioranza della popolazione indigena. In realtà, il grande dramma rappresentato da questa ondata d'urto non viene registrato come tale. Appare scontato che, nel giro di alcuni decenni, si determinerà accanto alla mescolanza materiale anche una mescolanza "spirituale". Ora, è chiaro che l'Italia, allo stato attuale, è già un miscuglio fra varie razze; ma ciò è avvenuto gradualmente, attraverso i secoli. Per converso l'incremento esponenziale attuale di allogeni non sarà affatto indolore. Già alla fine dell'Impero Romano, con la conversione dei germani al Cristianesimo, si determinò un avvicinamento spirituale che ebbe conseguenze incalcolabili sia nel costume sia nelle istituzioni. In quel caso, però, si trattava di una giusta mescolanza. Inoltre, la mortalità infantile era elevatissima, così pure la vita media di un uomo, per cui non si determinò uno strappo violento fra il prima e il dopo. Attualmente, nel clima globalizzante, non esistono barriere di alcun tipo. Per tal motivo assistiamo inermi ad una mescolanza frenetica e, soprattutto, estremamente disordinata. Inoltre, come se non bastasse, una parte ingente dei popoli migranti sono estremamente diversi da noi. Per tale motivo, risulterà difficile per tutti adattarsi ad una convivenza pacifica, soprattutto stabilmente organizzata. Del resto, tale sradicamento ci viene imposto dall'esterno in modo del tutto inusitato. Si incomincia col dire che è impossibile trovare un lavoro che duri per tutta la vita, poi si spiega che è impossibile trovarlo sotto casa e che quindi bisogna spostarsi e, poi, una volta spostati si afferma che non c'è una manodopera qualificata e quella non qualificata la si sceglie sempre fra le persone immigrate. Insomma, è il sistema-paese che impone a tutti lo sradicamento, il misconoscimento delle proprie origini, della propria individualità, della propria vocazione. In questo modo il liberalcapitalismo ha imposto il suo diktat a cui pochi sanno o possono opporre resistenza.

giovedì 22 marzo 2007

Il Bel Peese


22-03-2007 - 12:26

immagineLo Spettacolo che stanno dando in Aula alla Camera i "nostri" parlamentari è veramente deprimente. Due coalizioni - apparentemente opposte - litigano senza un motivo serio. Entrambi gli schieramenti, con qualche eccezione nelle ali estreme, sono orientati ad assicurare all'italia-paese un governo a prevalente orientamento liberista. Perchè allora accapigliarsi? E' ovvio: per ingannare ulteriormente i sudditi del sistema paese, per dare una parvenza di opposizione. Oppure, molto più semplicemente, per difendere meri interessi di bottega. Quello che ci troviamo di fronte è un piccolo paese, una contrada nel paesaggio globale. Eppure tutti si stracciano le vesti per difendere i "diritti" e la "democrazia". Ma quale democrazia? Quella dei servizi segreti e dei delitti mai puniti? Quella dell'indipendenza territoriale e dell'ingerenza straniera? O quella dell'orgoglio nazionale? Io invece sostengo che siamo in un regime totalitario persino peggiore di quello vissuto negli anni venti. 

lunedì 12 marzo 2007

Resistere... resistere... resistere

"Vertumnus et Pomona", Paulus Moreelse, anno 1630
Riprendo a scrivere, non senza qualche imbarazzo. Ma non mi occuperò ancora di politica in senso stretto, poichè sarebbe tempo sprecato. Ed il tempo a nostra disposizione è poco. Occorre, dunque, impiegarlo nel migliore dei modi. Anche perchè nell'attuale panorama politico è difficile trovare una collocazione accettabile. La democrazia è un Bluff, così come lo è stato il comunismo. Solo che, attualmente, non esiste un sistema più adatto ai "tempi".  Per questo si deve tener ben presente lo "specchio dei tempi" e non irrigidirsi su posizioni indifendibili. Bisogna, per converso, mantenere una dignità interiore. Una dignità che non tenga in alcun conto il parere altrui. Non si tratta di saccenza o, peggio, di Superbia. Al contrario: la superbia è la radice di tutti i mali! Non dimentichiamolo. Lo stesso vale per l'invidia che ne costituisce la nemesi. Al massimo si può parlare di una sana fierezza interiore, un virile amor proprio. Il processo di secolarizzazione è tuttora in atto. Anzi, a dire il vero, si trova addirittura in una fase molto avanzata. Tale processo è un Signum temporum e, come tale, non può essere evitato. In tale ottica si inserisce la sconfitta delle religioni. La sconfitta non è solo apparente: calo crescente delle vocazioni, diminuzione esponenziale dell'interesse dei fedeli verso le Istituzioni religiose ecc. Oggi la secolarizzazione ha sfondato le porte del tempio. Se è vero che i cavalli dei cosacchi del Don non sono arrivati ad abbeverarsi alle fontane di San Pietro, è altrettanto vero che, poco distanti, sono sorte fiorenti attività commerciali che hanno fatto degli oggetti di culto la loro personale fortuna. Per questo motivo assistiamo inermi ad una devizione costante, con alcuni punti di arresto, che ne costituiscono un temporaneo. Lo sfondamento  è prossimo. E' partirà dall'interno, cosicchè renderà inutile ogni barricata esterna.   

mercoledì 7 marzo 2007

DOMENICO PELLEGRINI–GIAMPIETRO, rivoluzionario Ministro delle Finanze

7 Marzo 2007
di Antonio Pantano

DOMENICO PELLEGRINI GIAMPIETRO [Brienza (Potenza) 30 agosto 1899 – Montevideo (Uruguay) 18 giugno 1970] il più grande e rivoluzionario tra i ministri delle finanze d’ogni tempo 

Quasi sconosciuto in Italia, più noto in America Latina (biografìa volutamente malconcia sgrammaticata e sminuente nella demagogica e vile Wikipedia apparentemente concessa nel circuito sorvegliato, censurato e registrato di internet) è tenuto in totale buio e silenzio dal “sistema” imperante in Italia dal 1945, schiavo servile della “norma” dispotica–apodittica ed usuraia sovrana – in abito e spirito “democratico” – nel mondo, specie dalla fine della seconda guerra mondiale. Motivo: Pellegrini–Giampietro osò ciò che nessuno, mai nella storia, concretò. 
Fascista dalla giovinezza e, per razionale meditata coerenza, anche dopo l’illeggittimo e proditorio arresto di Mussolini attuato, su disegno concertato con i nemici di guerra, dal sabaudo “Pippetto–Curtatone” che Ezra Pound definì “mezzo feto” (Cantos, LXXII, v. 106), il docente di Diritto Pubblico Comparato e Diritto Costituzionale Italiano Comparato nella università di Napoli, professore Domenico Pellegrini–Giampietro, dopo il 10 settembre 1943, sentì il dovere di concretare la definizione da lui formulata in “La sovranità degli Stati moderni” (1934):  
«lo Stato fascista – riallacciandosi al Risorgimento – ne ha compiuto l’opera, realizzando l’unità morale, politica ed economica della Nazione. E la sovranità è attribuita allo Stato stesso; il quale non la fa derivare né dal diritto divino, né da ideologie democratiche poiché la base di quella sovranità è in principi etici e giuridici finora sconosciuti».

Sottosegretario alle Finanze dal 13 febbraio 1943 fino a tutto lo scriteriato–fatale 25 luglio, fu Ministro delle Finanze nella nuova organizzazione statale sovrana creatasi (con o senza Mussolini, restituito alla libertà il 12 settembre, comunque per comunione ideale di molti italiani animati al riscatto per l’onore d’Italia) nei territori non invasi dal nemico, la confederazione degli “Alleati”. La prima vera Repubblica d’Italia, proclamata poi Repubblica Sociale Italiana, ebbe governo delle finanze nelle mani, e nella mente illuminata e capace, del “piccolo” energico dinamico lucano di formazione napoletana, che salvò l’Italia tutta con arte sovra–umana e responsabile, degna di memoria eterna.
Il 25 agosto 1945. Il Popolo, organo della democrazia cristiana, citò l’attestazione del senatore
Victor Wickersham, presidente la commissione parlamentare degli S.U.A. incaricata – conseguenza dei programmi disegnati a Bretton Woods – di visitare l’Europa: 
«la situazione economica dell’Italia settentrionale (ove fu sovrana e legittima la R.S.I. capeggiata da Mussolini, N.d.R.) è molto migliore non solo rispetto alle regioni dell’Italia meridionale e centrale (invase ed occupate dagli Alleati e sottoposte al potere dell’Allied Military Government Occupied Territories – A.M.G.O.T. – che impose, senza mai terminarlo, il suo potere formale il 31 dicembre 1947, N.d.R.) ma anche nei confronti delle condizioni di altri paesi europei in precedenza visitati dalla Commissione di controllo e – in particolare – di Germania, Olanda, Norvegia, Belgio e di certe zone della Francia». 
Termini incontestabili, discendenti dal “fenomeno” attuato dal Ministro Pellegrini–Giampietro, il quale, insediato in situazione finanziaria drammatica [incombeva sulla penisola guerra sanguinosa con distruzioni], ereditò dalla criminalità del clan badogliano (imposto al potere per decreto del re, mai ratificato legittimamente) un debito monetario di 5 miliardi mensili, contratto dal regno d’Italia il 3 agosto 1943 con il Deutsche Reich hitleriano, per l’apporto attivo di tre divisioni militari germaniche sul suolo italiano. Per arginare l’invasione nemica degli Alleati, dopo il 10 settembre 1943 necessariamente operarono nella penisola molte divisioni germaniche – cobelligeranti con l’Italia dal 10 giugno 1940 –, così che crebbe l’obbligo–dovere del legittimo governo italiano verso la Germania che, unito con stipendi–provvidenze– previdenze corrisposte al milione di italiani impiegati, volontari, dal 1939 in quello Stato, insieme con altro denaro per il mantenimento degli “internati militari non cooperanti, catturati dopo l’8 settembre 1943”, fissò, per i tre mesi del 1943, corresponsione mensile alla statale Deutsche Reich Bank di 7 miliardi di lire, aumentate a 10 miliardi mensili per il 1944 ed ancor più per il 1945. Compromessa dai monarchici badogliani, l’obbligazione (di 120 miliardi di lire in contanti solo per il 1944) fu onorata dalle Finanze della R.S.I., accanto a spese correnti per dipendenti di Stato e parastato (1.400.000 impiegati, se pur a stipendi contenuti: il Capo dello Stato Mussolini ebbe attribuite 12.500 lire mensili autoridotte a L. 5.000, identiche allo stipendio di capitano dell’esercito!), a ferrovie, poste, scuole, sanità, giustizia, pensioni, mutue sociali, congrue pel clero, opere pubbliche, produzione, alimenti, che ogni giorno permisero, a tutti i cittadini, vita in contenuta serena – anche se dura, per la guerra – certezza. Spese statali per 359,6 miliardi di lire contro introiti fiscali di un decimo (la pressione statale mai oppresse i cittadini durante il regime fascista, nel quale mai esistette evasione tributaria, implicita e tipica nella corruttela liberal–democratica!). 
Quale soluzione per il Ministro, esperto di economia, per porre in attivo il bilancio statale – come
mai più accadde nei 63 anni successivi! – superando attivo di 20,9 miliardi?
La quasi totalità dell’umanità ignora – per volontà dei banchieri, avallata dai sistemi religiosi – la natura del denaro, rivelata dal poeta Ezra Pound, non indagata dal pensatore Carlo Marx, ma dominata nei meandri da Domenico Pellegrini Giampietro! Gli Stati, sovrani in apparenza e forma, dal 1694 sono espropriati della sovranità monetaria, demandata alla privatissima “banca centrale”, a causa di accidia abdicataria – venduta a bassissimo prezzo – dei politici camerieri dei banchieri, secondo la cruda denunzia di Pound. Così che per ogni spesa lo Stato è costretto, da leggi artatamente legittimate, a chiedere alla propria “banca centrale” prestito di denaro che, su precaria delega statale, questa raccoglie e custodisce a caro costo, lucrando interessi ed arrogandosi titolarità in forza del possesso scaturito dalla gestione concessa.
Indagatore del problema, primo nella storia umana, il Ministro delle finanze dei repubblichini di Salò (come indicano ed impongono gli inumani servi degli usurai, proni, profondamente chini, ai preti del loro dio denaro! ) prelevò dalle casse della società per azioni Banca d’Italia [banca al tempo privata, ed oggi totalmente ancor più, essendone azionisti e proprietari anche non italiani, addirittura anti–italiani, a fianco dei soliti pescicani, finanziatori–condizionatori della politica partitica quotidiana] il denaro dello Stato, da essa custodito precariamente custodito, ma usucapito anche in virtù di codici e leggi bancarie!
Chi mai agì in tal modo nei secoli? Ed il candido senatore S.U.A. Wichersham, a caldo, accreditò l’azione sovrana del Ministro Fascista! Preceduto dal nominale ministro del tesoro del fittizio operettistico regno del sud, Marcello Soleri, insediato d’imperio – ma senza legittimazione – dallo A.M.G.O.T. che, giugno 1945, dichiarò:
«le attrezzature industriali e produttive del nord hanno subìto scarsi danni..... (i bestialibombardamenti aerei “liberatori” eseguiti a tappeto dagli Alleati furono concentrati solo ed essenzialmente su edifici civili ed abitazioni, con “distruzioni mirate” – come accadde per gli edifici già del quotidiano Il Popolo d’Italia acquistato da banchieri–pescicani padri della successiva repubblica – precedettero di 50 anni le distruzioni concretate in Iraq! Chi scrive possiede validi inoppugnabili documenti in proposito!)» e
«... il livello dei prezzi non è tanto in funzione della maggiore o minore abbondanza dei mezzi di pagamento – che al nord era cospicua – quanto della quantità di merci sul mercato, ben più notevole al nord per la continuità della produzione e per le notevoli scorte».
Lo scritto obbliga a specificare che, poi, fu gabbata per oro di Dongo qualche manciata di monetine trovate – e regolarmente rubate da chi le reperì per liberarle – nelle tasche degli assassinati, tra il 27 (Mussolini) ed il 28 aprile 1947 (gli altri, tutti esposti al ludibrio belluino di piazzale Loreto, per disegno del comando A.M.G.O.T., che organizzò, con largo anticipo, le riprese cinematografiche, soprattutto a colori, della “radiosa giornata”), nel nord del lago di Como. Ma il vero tesoro – sottratto agli italiani – consistette, oltre l’asservimento dello Stato ai “signori apolidi del denaro”, nel gigantesco parco d’oltre 50.000 automezzi statali (valore immenso, all’epoca! 
solo per i copertoni delle ruote!), armi pesanti–leggere e personali del ben equipaggiato esercito, depositi monetari in contanti e riserve di molte banche, beni pubblici fatti democraticamente sparire insieme con oltre 10.000 importanti immobili demaniali attribuiti ed usucapiti a persone–partiti ciellenisti–congregazioni religiose falsamente caritatevoli–diavolerìe varie, col pretesto di esser stati fascisti. Tutto per imperiosa regìa Alleata, artefice, al sud (nel regno fantoccio, poi depurato da sovrani inutili), del programmato disastro inflattivo di miliardi di AM–lire, scaturigine dello insanabile debito pubblico italiano, sempre gestito da banche Alleate.
Pellegrini–Giampietro, costretto dagli impegni badogliani cedenti la riserva aurea (pur se al 18% di spettanza – per pegno – alla svizzera USB) alla banca statale germanica, arginò i plenipotenziari di questa, mai permettendo che il tesoro aureo italiano uscisse dalla R.S.I.. Sconfitta dagli Alleati la autonoma Repubblica Italiana, la riserva fu trasferita in custodia in Svizzera dai vincitori dopo l’8 maggio 1945. La restituzione parziale avvenne, auspice il banchiere d’Italia liberal–massone Luigi Einaudi durante la sua presidenza della repubblica, solo dopo pagamento agli S.U.A. di US$ 700.000.000, dilazionati dal servil–prono e pio De Gasperi nelle pesanti costrizioni del pelosissimo piano Marshall.
Il regno d’Italia a sovranità AMGOT imbastì processi al Ministro, che, comunque, seppe beffarsi di quella autorità, attuando clamorosa fuga dalla prigione. Condannato comunque, malgrado l’acclarata correttezza di governo, sopravvisse modestamente tentando di riprendere quota, per sostenere moglie e tre giovani figli. Angariato nel dopoguerra fino al 1949 (anche da un magistrato aguzzino, inventore di pretesti falsi vertenti proprio sull’oro di Dongo, per detenerlo a San Vittore 66 ingiusti giorni), Domenico Pellegrini Giampietro – moglie, tre figli giovani e sola povertà in tasca – lasciò l’ingrata Patria trovando ospitalità in Brasile presso italiani. Intraprese, con successo, illuminata stimata attività bancaria, ed anche editoriale, in America Latina, ove, complice il cuore affaticato dalle sempre superate traversie, terminò l’infaticabile – e preziosa per la Patria – esistenza il 18 giugno 1970 nella tranquillità della lontana Montevideo, ove riposa. È doveroso registrare che l’Italia raramente ebbe figli della tenace avveduta grandezza del Nostro. Ezra Pound, attento Maestro della Poesia più alta d’ogni tempo irrorata da scienza della storia e dell’economia, eternò ber tre volte, nei CANTOS, sezione dei Pisani, Domenico Pellegrini–Giampietro, per lazione che l’estensore di questa nota da anni addita a persone di buona volontà, disposte a sapere e capire, a disdoro delle masse narcotizzate di belanti, ormai aduse e costrette a negare Uomini e Valori. Studioso, dedito alla politica generosa e disinteressata, capace di alto governo, Italiano come pochi, corse volontario al fronte nella Grande guerra, poi contro il bolscevismo, armato da usurai capitalisti, nella scia della Falange Nazional Sindacalista di José Antonio Primo de Rivera in Spagna (1936–39), e nella seconda Grande guerra – Sangue contro oro –, sul fronte greco–albanese, decorato con tre medaglie
d’argento e compensato con avanzamenti di grado sul campo: solo per l’onore d’Italia. Se operò durante e per il Fascismo non fu caso! Altre contingenze non avrebbero mai generato il più grande rivoluzionario della storia dell’economia: l’unico che diede al suo Stato – Italiano e Repubblicano, e, per ciò Sociale – consapevolezza di sovranità! Il comandamento sognato ed additato dal grande Ezra Pound, ma taciuto da chi promette improbabili paradisi in nome di fedi religiose, modellate sulla ingenuità dei primitivi, stemperate in superstizioni apodittiche ed intolleranti, ragioni di tante sciagure.

Articolo tratto dal Blog di Antonio Pantano: http://antoniopantanoprof.blog.tiscali.it/2007/03/07/domenico___pellegrini_giampietro__rivol
uzionario__ministro__delle__finanze_1534625–shtml/?doing_wp_cron

giovedì 22 febbraio 2007

Fine di una fase

Franco Turigliatto esce dall'aula
Il Governo Prodi è miseramente caduto. Ne sono felice. Rossi e Turigliatto sono scesi finalmente dalle "stelle e sono atterrati sulla terra e vi hanno camminato". Un mio antico sogno si è avverato. Tutto è accaduto con una sbalorditiva fedeltà alla mia "previsione". Il ragno liberal massonico è stato addentato. D'Alema che, col suo discorso, credeva di aver fatto breccia nelle ali estreme, non ha tenuto in giusto conto il tradizionale atlantismo di questa nazione. L'anti-americanismo della sinistra radicale non è (come potrebbe apparire) un sentimento diffuso nel paese e non è gradito nelle alte sfere. Immediatamente è incominciata - come è nella tradizione democratica dei "comunisti" - la caccia al traditore. A ben vedere i traditori (quelli veri) erano nella maggioranza. Sono loro che hanno tradito - con scuse davvero meschine - le aspettative del "popolo della sinistra". Una sinistra certamente a senso unico di cui io non condivido pressocchè nulla. Ma che in materia di politica estera aveva le idee ben chiare. Tanti giri di parole e tantissimii sofismi non sono stati sufficienti. Sarebbe stato necessario fare in modo che la maggioranza avesse i numeri per governare. Invece si è preferito procedere sul filo di un rasoio. IL risultato è stato questo. Spero solo che adesso si possa giungere ad un governo tecnico, fatto da gente preparata, scevra da rigurgiti populisti e massimalisti. Quello che serve al nostro Paese è un governo autorevole fatto di persone all'altezza del compito, non di ignoranti pressapochisti, preoccupati solo del loro tornaconto personale.

sabato 17 febbraio 2007

Infanticidio legalizzato

immagineE' di oggi la drammatica notizia di una tredicenne torinese obbligata ad abortire in seguito ad una decisione della "giustizia". Si è proprio così. Una ragazzina che frequentava la terza media, ingravidata da un quindicenne, senza che vi fosse alcuno stupro, decide sin dall'inizio di tenere il bambino. La "famiglia" sconsiglia alla ragazza di tenerlo, perchè "troppo piccola". Ma la giovane mamma non desiste dai suoi propositi, anche perchè non v'e stata alcuna violenza. Ciò nonostante interviene un "giudice" che decide in opposizione alla manifesta volontà della madre. L'intervento abortivo - che per una ragazzina della sua età non è cosa di poco conto - mette a rischio il suo equilibrio psichico. Infatti, l'Asl è costretta a chiederne il ricovero dopo ripetute crisi depressive. Questa notizia, giustamente riportata in prima pagina da "la Stampa", non ha avuto il seguito che meritava su altre testate giornalistiche, nemmeno nella televisione di Stato. Ma quasi tutti - come al solito - sono concordi con la decisione presa dal giudice. E dire che le femministe hanno perso la voce per gridare che "il diritto della procreazione spetta sempre alla donna". Questo, a mio parere, è ancor più grave. Non solo si permette un omicidio quale è l'aborto; ma, in questo caso, è lo stato che lo porta ad effetto attraverso una sentenza a dir poco scioccante. Viviamo in uno stato a-teo e blasfemo, dove si dispensa la morte e si obbliga ad abortire. Si dirà che era minorenne che non era matura ecc. Tutte sciocchezze. Una donna che genera un figlio è matura, di per sé. E' la natura a dirlo, non servono le carte. Inoltre, come se non bastasse, una tal cosa è inammissibile comunque per un credente. Ed è addirittura esecrabile in casi come questo. Ormai è chiaro: siamo in balia dell'Avversario!

Inviato da: Petrus_Aloisius
 

venerdì 9 febbraio 2007

Cupio dissolvi

La famiglia, per adesso, è ancora salva. Ma l'attacco delle forze infere è solo alla prima fase. Tuttavia sarebbe troppo ingenuo credere che questa battaglia sia stata "vinta" per meriti morali. Sono prevalse, come al solito, logiche numeriche, di convenienza politica. Il Vaticano rappresenta, purtuttavia, un'istituzione ancora "influente" (anche se la sua portata va via via diradandosi) importante nella vita italiana. Non era venuto ancora il tempo. Ma è appunto solo una questione di tempo. Tutto cadrà: ogni cosa si dissolverà. 

martedì 6 febbraio 2007

Nuovi "teologi" crescono...

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Non sapevo che Pippo Baudo, all'apice della sua smisurata presunzione, nutrisse un alta aspirazione: diventare Teologo. Dopo l'ultimo Show andato in onda domenica, il pippo Nazionale è diventato, honoris causa, un esperto di Teologia. Baudo asserisce che il compito primario della Chiesa sarebbe quello di essere più vicina ai problemi sociali; una sorta di succursale dei Servizi Sociali a tempo indeterminato, un'associazione no-profit di mutuo soccorso. Purtroppo, mi spiace dirlo, tale affermazione è ben lungi dall'essere respinta con forza e determinazione. Essa rappresenta invece una convinzione comune, unanimemente accettata. Questo per via della ondata modernizzante che, da un pò di tempo a questa parte, alberga persino nel Vaticano. Per fortuna, Papa Benedetto XVI ha saputo - con tutta la cautela che un caso del genere comporta - frenare quest'onda devastatrice. Un'onda che mette la Chiesa sullo stesso piano di una qualunque associazione profana. Non sorprende certo l'accettazione del nuovo "dogma" propugnato dal conduttore televisivo siciliano. Baudo, da buon opportunista, ha solo "cavalcato" l'onda lunga della demagogia populista, attirando consensi da un vasto pubblico, oltre che della sinistra nostrana. La sinistra lo acclama, in modo particolare, quando sente che l'ex animatore delle feste elettorali targate dc se la prende direttamente col Pontefice, reo di aver parlato contro l'Aborto e contro i "pacs". Sorprende questa "meraviglia" di Baudo, non fosse altro perchè dimostra, in tutta chiarezza, la malafede di quest'uomo. Un uomo che dovrebbe essere additato al pubblico disprezzo, non solo per aver offeso il Centro della "Cristianità", ma anche per aver offeso i credenti tutti. Quelli veri, pero!
 

mercoledì 31 gennaio 2007

L'attacco alla Chiesa

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Sono rimasto ancora in silenzio per qualche giorno. Gli attacchi che il maligno ha scagliato per mezzo dei suoi inconsapevoli servi hanno raggiunto livelli intollerabili. Adesso è giunto il momento di parlare. Certe cose vanno pur dette. Stavolta per protestare contro questo assurdo attacco alla Chiesa Cattolica. Un attacco "multilaterale" che trova timidi appoggi persino all'interno della Chiesa. Quel che più mi colpisce è l'assoluto grado di sfrontatezza che viene usato nei confronti di un'Istituzione che, a torto e a ragione, è stato un baluardo di civiltà per tutto l'Occidente. Sono profondamente indignato per il livello dello scontro a cui stiamo giungendo. La Chiesa non dovrebbe mettere lingua sui "pacs" (che assurda terminologia) sulle cosiddette "unioni di fatto", sull'eutanasia, sul crocifisso nei luoghi pubblici, e tanto altro ancora. La Chiesa, secondo le anime "belle" e progressiste", dovrebbe starsene buona buona a recitare i salmi nel chiuso di qualche convento, magari lontano dalle persone "civili", per non disturbare il sonno dei benpensanti progressisti con le sue "campane a morto".
Non capiscono, i progressisti, che la Chiesa, per converso, è rimasta per troppo tempo "alla finestra", senza dire alcunché, lasciando che il popolo beota fosse condotto al macello dallo stato laico. Ha sopportato, senza reagire adeguatamente, l'Aborto ed il Divorzio: due cose assurde. Questa guerra è appoggiata da tutti i mass-media. Non c'è giornale, tv, sito web (a parte rarissime eccezioni), partito politico che eviti di colpire (anche in modo subliminale)  sistematicamente la Chiesa. C'è chi lo fa con circospezione, per mero calcolo politico, e chi lo fa in modo sfacciato, con tono di sfida. La cosa ancor più strana è che quelli che protestano con più veemenza contro la Chiesa, contro la sua "invasione di campo" SONO QUELLI CHE CHIEDONO il parroco al proprio capezzale in punto di morte. Sono quelli che vogliono il Matrimonio in Chiesa, anche se non meriterebbero nemmeno di mettere piede entro il sacro tempio di Cristo. Costoro, dopo aver fornicato, rubato, gozzovigliato, vissuto in flagrante adulterio, chiedono di entrare a far parte della famiglia di Dio. E Dio, nella sua infinita misericordia, li accoglie. Almeno abbiano la coerenza di stare Zitti. Farebbero una miglior figura ad uscire dalla Chiesa e a percorrere la loro strada autonomamente, rispettando, altresì il viatico altrui. 
inviato da Petrus Aloisius sul Blog "Paleologismi".

venerdì 26 gennaio 2007

Conversione di San Paolo

immagineIeri ho osservato una giornata di Silenzio Interiore. Ho preferito perciò esimermi dallo scrivere. Molti studiosi moderni, fra cui C.G. Jung, considerano Paolo di Tarso uno "schizoide". Quindi non ci sarebbe stata conversione alcuna, ma solo una manifestazione palese della sua malattia. La folgorazione sulla via di Damasco sarebbe appunto questo. Prima di esprimere giudizi sommari Jung avrebbe fatto bene a riflettere un poco. E' bene chiedersi se San Paolo avesse avuto in mente un obiettivo e se questo sia (o non) stato raggiunto... La risposta è senz'altro affermativa, quindi...
Eppure Jung, a differenza di Freud, ha avuto intuizioni brillanti, seppur collocate in un ottica diversa da quella religiosa. In questo, come in altri casi, ha commesso un errore. Del resto è un giudizio che potrebbe colpire tutti i mistici, senza distinzione alcuna. Fatto sta che senza Paolo di Tarso, forse il Cristianesimo e il cattolicesimo - in particolare - non sarebbero mai venuti alla luce.

Inviato da: Petrus_Aloisius  sul Blog "Paleologismi" di Libero.