Negli
ultimi cinque anni la presenza di immigrati nell'italia-paese è raddoppiata.
Se a questo dato si aggiunge l'eccessiva prolificità di talune popolazioni tale
dato assume un rilievo ancor maggiore. Questa notizia, presa così come è, non
sembra destare alcuna preoccupazione nella maggioranza della popolazione
indigena. In realtà, il grande dramma rappresentato da questa ondata d'urto non
viene registrato come tale. Appare scontato che, nel giro di alcuni decenni, si
determinerà accanto alla mescolanza materiale anche una mescolanza "spirituale".
Ora, è chiaro che l'Italia, allo stato attuale, è già un miscuglio fra varie
razze; ma ciò è avvenuto gradualmente, attraverso i secoli. Per
converso l'incremento esponenziale attuale di allogeni non sarà
affatto indolore. Già alla fine dell'Impero Romano, con la conversione dei
germani al Cristianesimo, si determinò un avvicinamento spirituale che ebbe
conseguenze incalcolabili sia nel costume sia nelle istituzioni. In quel caso,
però, si trattava di una giusta mescolanza. Inoltre, la mortalità infantile era
elevatissima, così pure la vita media di un uomo, per cui non si determinò uno
strappo violento fra il prima e il dopo. Attualmente, nel clima globalizzante,
non esistono barriere di alcun tipo. Per tal motivo assistiamo inermi ad una
mescolanza frenetica e, soprattutto, estremamente disordinata. Inoltre, come se
non bastasse, una parte ingente dei popoli migranti sono estremamente diversi da
noi. Per tale motivo, risulterà difficile per tutti adattarsi ad una convivenza
pacifica, soprattutto stabilmente organizzata. Del resto, tale sradicamento ci
viene imposto dall'esterno in modo del tutto inusitato. Si incomincia col dire
che è impossibile trovare un lavoro che duri per tutta la vita, poi si spiega
che è impossibile trovarlo sotto casa e che quindi bisogna spostarsi e, poi, una
volta spostati si afferma che non c'è una manodopera qualificata e quella non
qualificata la si sceglie sempre fra le persone immigrate. Insomma, è il
sistema-paese che impone a tutti lo sradicamento, il misconoscimento delle
proprie origini, della propria individualità, della propria vocazione. In questo
modo il liberalcapitalismo ha imposto il suo diktat a cui pochi sanno o possono
opporre resistenza.
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