sabato 10 ottobre 2009

I Savii di Sion

Anche noialtri siamo impegnati a fondo, non in una guerra totale, ma nella guerra totale. Qui si tratta, o di restar romani, cristiani, europei. O di ridurci, anche tutti noi italiani e italiane, una plebe senza più né Dio nè Patria né razza né onore né dignità né libertà; schiava, sotto la frusta de' negrieri di Londra, de' boia di Mosca, degli usurai di New York. O, anche per noi, la libertà dell'anima fondata sul senso cristiano dell'anima fatta per la vita eterna; la dignità civile, fondata sul senso romano dello Stato e del cittadino nello stato; la giustizia sociale e la giustizia internazionale, fondate sul senso italiano e tedesco della solidarietà nazionale, della comunità popolare-razziale, del lavoro fonte di ogni diritto e del diritto di ogni lavoro alla proprietà: e quindi, d’ogni sangue alla sua terra, d’ogni popolo al suo spazio vitale proporzionata, d’ogni grande nazione alla sua sfera d’azione e costruzione imperiale. Oppure, tutto il mondo ridotto il più brutto di tutti i pianeti. Un pianeta dove non si parli più che inglese e non si pensi più che in ebreo. Un pianeta dove tutte, le libertà dell’uomo e della donna siano morte ammazzate, sepolte, scordate. Ma escluse due: la libertà per i quattrinai anglosassoni di seguitar a pirateggiare. E la libertà, per gli usurai ebrei, di seguitar a controllarle, di seguitar a pomparsene il bottino.

La rivoluzione mondiale: de’ popoli intelligenti, lavoratori, sfruttati: delle nazioni e razze proletarie, prolifiche, produttrici: di Roma e di Berlino - e, con l’asse romanità fascista germanesimo nazionalsocialista, della civiltà occidentale cristiana- ; la rivoluzione mondiale di Mussolini e di Hitler, si batte, vince, stravincerà per tutti: perfino per i nemici di oggi: per la vita e l’avvento dell’idea universale della giustizia universale.

La cospirazione mondiale degli accaparratori farabutti: ladri d’intelligenza, fatica, sangue altrui: intelligenti soltanto nel truffare ai lavoratori il frutto del loro lavoro: nell’affamare tutta l’umanità non di lingua inglese e non coll’anima di Giuda; la cospirazione mondiale del capitale cosmopolita, delle sanguisughe ereditarie e degli imbroglioni storici, de’ detentori dell’oro, petrolio, grano rubato; la cospirazione di Churchill e di Londra ebraizzata e pirata e di New York ebraizzata e usuraia; la cospirazione mondiale imbroglia e paga, non resiste che per far rincarare la carne da cannone macellata, e, al girone finale, le avrà pigliate come mai si sarà visto pigliarle dacché mondo è mondo.

E l’avremo fatta finita una volta per tutte, coll’associazione a delinquere anglosassone-giudaica: non costituita, né satanicamente mascherata, che per ammazzarla perfino nella nozione, nella speranza, nella memoria del genere umano l’idea della giustizia per tutti gli uomini. Lo sfruttamento, il dissanguamento, l’assassinio morale di tutti, basta che gli interessi del capitale anglosassone restino alti, e i dividendi degli azionisti giudei restino grassi. Eccolo, il loro “obiettivo di guerra”! Eccolo, il mito, la profezia, il programma, de’ Savii di Sion! Il dominio dell’universo, per interposta persona anglosassone, a Israele.

Ma son a posto, con la loro coscienza e tradizione e legge, i Savii di Sion. Non a posto, non sono che i servitori non ebrei degli ebrei.

Da secoli, secoli, secoli, il libro della loro sapienza civile, politica, pratica, non è più soltanto l’antico Testamento, ma è soprattutto il Talmud. Ora, il Talmud insegna ai Savii di Sion che, uomo vero e donna vera, non che l’ebreo e l’ebrea. Noialtri tutti gojim, ossia non ebrei, non siamo che bestie a figura umana. E le peggio bestie, perché s’ha la pretesa, ciò nonostante, di continuar a passar per uomini e donne. Talmudicamente ragionando, dunque, noi gojim non ebrei, non si campa che per servir agli ebrei, né s’ha il diritto di continuar a campare, se non finché la continuazione della nostra vita serva agli ebrei.

“Voi ebrei siete uomini; ma i cristiani, i non ebrei, le altre nazioni, non son uomini: son bruti, son bestiame”. Si legge nei trattati Jebatmok, Cherituth, Baba Metsia. “le altre nazioni sono assimilate all’asino”, dice Ababanel rabbino. “La persona d’un non ebreo è il corpo e l’anima di un porco”. Dice Ruben. Logica, sicché, la parola di Rabbi Albo nel trattato di Aiqquarim: “Dio ha dato agli ebrei potestà piena sulla vita e sulla fortuna di tutti i popoli”. Quando il messia verrà, e restituirà agli ebrei il dominio dell’universo, “i due terzi di tutti inon ebrei verranno sterminati, e l’ultimo terzo lasciato vivo per esser schiavo del popolo ebreo padrone”, precisano i trattati Kelthuboth e Nasmia Jeshua.

Balle antiche, e imballate in soffitta? No! Birbate decrepite e sempre in circolazione. Secolo decimo nono. Lettera di Baruch Levy, giudeo, a Karl Marx, giudeo col cognome vero di Mordechai, ossia Mardocheo, e babbo del bolscevismo. “Il popolo ebreo preso collettivamente sarà lui stesso il messia… I governi delle nazioni passeranno tutti nelle mani degli israeliti… La proprietà individuale potrà allora essere soppressa dai governanti di razza giudaica, che amministreranno dappertutto i beni pubblici. E, a questo modo, verrà mantenuta la promessa del talmud. Che, cioè, quando il messia sarà venuto, gli ebrei terranno sotto le loro chiavi i beni di tutti i popoli del mondo”. Gliele daremo noi, le chiavi! Ma sentite Benjamin Cremieux, giudeo e fondatore dell’alleanza israelita universale: 1861 “un Messianismo de’ tempi nuoci deve sorgere. Una Gerusalemme del nuovo ordine… deve soppiantare il doppio regno del Papa e dell’Imperatore. L’alleanza israelita universale… vuol penetrare in tutte le religioni. Le nazionalità devono sparire. Le religioni devono tramontare. Ma Israele sussisterà, e questo… popolo l’eletto da Dio” Anche meno!... si dice a Firenze, e a Napoli si risponde con un suono imitativo. Ma sentite il gran rabbino di Gerusalemme: 1920: intervista con l’Agenzia telegrafica ebraica. “L’ebreo appare già il vero monarca del mondo… Gli ebrei vedranno sventolare il vessillo d’Israele sul mondo intero…” E il giornale Medina Israel, ossia lo stato ebraico: Praga, 27 settembre 1935. “Nei nostri cuori non regna che un sentimento: la vendetta. Noi comandiamo ai nostri cuori di bandir ogni altro stato d’animo, lasciandoci guidare da questo unico sentimento: la vendetta. Il nostro popolo ebreo, al quale il mondo deve le concezioni più alte, non ha oggi che un desiderio solo: sterminare…” E la rivista American Hebrew, ossia L’ebreo americano: New York, pochi mesi fa. “La verità nuda e cruda è che questa guerra, è la guerra degli ebrei di tutto il mondo”.

E’ questa guerra in cui noialtri italiani siam impegnati totalitariamente, son i fatti fin a ieri e stamattina, son le notizie di stasera, incaricarsi di riautenticare codesti documenti giudaici, del resto mai smentiti e a disposizione di chiunque.

In guerra, è facile far uno sproposito grosso e pericoloso: svalutar il nemico. Ma non è difficile farne uno anche più massiccio e compromettente; non saperne nulla del nemico. Ed è possibile quello peggio di tutti: non contar fra i nemici il nemico numero uno.

Stampava anni fa a Parigi il giudeo Kadmi Kohen:
 “ Noi ebrei odiamo e disprezziamo Roma. Roma e le sue istituzioni statali: le sue legioni: il suo diritto civile…Roma, incapace di cristianizzarsi, ha corrotto il cristianesimo… Noi combattiamo sempre Roma come i nostri antenati dell’anno ’70. Per noi non è mutato nulla. La vittoria di Vespasiano e di Tito non è ancora definitivamente acquisita. Il tempio non è ancora stato interamente distrutto… E tutto può , tutto deve mutare, tutto muterà, perché noi ebrei, siamo ancora presenti, perché noi siamo sempre presenti”.
Carta canta e fascista non dorme. A noialtri italiani, anche sulla faccenda degli ebrei, gli occhi ce li ha aperti, a tempo e bene, Mussolini. E all’offensiva antifascista, antiromana, anticristiana di Giuda si dà la risposta italiana d’oggi. Tener duro e picchiar sodo.
ALBERTO LUCHINI

da “Gli Ebrei hanno voluto questa guerra” – ROMA 1942 –

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