Per capire il presente è necessario conoscere
il passato. Molti, durante i dieci anni di amministrazione di centro destra, si
sono lamentati di Sarro. Forse avevano ragione, forse no...tuttavia hanno
sicuramente dimenticato cosa erano le amministrazioni passate ...gli uomini e le
loro azioni. Di quell'epoca si da un'immagine distorta, tutta rose e fiori,
volutamente settaria e autocelebrativa. Un' immagine fuorviata e fuorviante,
artatamente distorta dai soliti millantatori, i soliti falsificatori della
realtà. Parlano di una "piccola Svizzera", dimenticando che molti giovani in
Svizzera ci sono andati, ma non per passare una vacanza. Parlano di posti di
lavoro elargiti a destra e a manca, dimenticando, però, che sono stati
"regalati" esclusivamente ad una piccola parte di "privilegiati" (per strane
simpatie, mai per merito). Parlano dell'Ospedale e si dimenticano del
cotonificio. Si parla di edifici scolastici realizzati e si dimentica la
professionalità, nonchè l'enorme mole di diplomati che sono rimasti con un pezzo
di carta in mano, inoccupati. Si dimenticano tutte quelle persone che sono
dovute emigrare, lasciando qui affetti e ricordi. Chi, per converso, ha
conosciuto emarginazione, disoccupazione ed ingiustizia sa bene di cosa parlo.
Le strade, così come i posti di lavoro, erano diligentemente sorvegliati da
solerti delatori che amabilmente svolgevano le loro mansioni con una pervicacia
degna di un servizio di intelligence. Oggi, per uno strano ricorso storico,
siamo precipitati di nuovo nel baratro. Oggi è difficile persino dissentire,
senza essere calunniato, diffamato, minacciato, messo alla berlina e odiato da
tutti. Si da tutti: poichè la gran parte degli elettori appoggiano
quest'amministrazione. E non bastano i cumuli di rifiuti a far riflettere,
semmai servono solo ad aizzare l'odio. Un odio rivolto non solo verso i
precedenti amministratori, ma anche verso tutti coloro che, più o meno
apertamente, si sono defilati dall'elogiare la nuova amministrazione. Nulla di
meglio allora che rileggere con occhi disincantati questa nostra storia.
Proscritti, orfani di una nazione scomparsa. Rompiamo l'accerchiamento psicologico di chi ci vorrebbe nel ghetto, nella fogna delle opinioni irricevibili. Navighiamo a vista nelle rovine elettroniche del nostro tempo per preparare il terreno culturale della riscossa ideale.
venerdì 22 settembre 2006
venerdì 15 settembre 2006
Siamo alla frutta
Le parole del Papa confermano la scelta
scellerata di inseguire un modello di comportamento che non paga più nemmeno nei
termini auspicati dalla chiesa: le ordinazioni sacerdotali diminuiscono e la
qualità dei sacerdoti pure. Una chiesa che ha abiurato
il suo passato per abbracciare il terzomondismo, il pacifismo e tutta le sequela
di filastrocche per fanciulli ormai grandicelli. Qualche mente bella
potrà accogliere con soddisfazione tale evento, poichè è questo lo spirito
dei Vangeli. Se si vuole seguire alla lettera il Vangelo, che si incominci
dall'alto, a dar l'esempio. A cosa servono i
sermoni che ormai si ascoltano da anni senza sortire alcun vantaggio?
Ora, senza entrare nel merito specifico, poichè molto
ci sarebbe da dire anche a tale proposito, dico solo questo: ma si rendono conto
lor signori di cosa ha prodotto il Concilio Vaticano II? Di cosa abbia
significato voler abiurare le crociate, aver colpevolmente cancellato l'ultimo
Ordine degno di questo nome? Non solo. E a quet'tultimo proposito ci sarebbe
molto da di scrivere... sulle abiure giuste e quelle mancate. Ma siccome
indietro non si può tornare, ora si paghi il fio.
Adunata
Adunata Fascista in Piazza Roma |
Mi
perdonino i lavoratori, i disoccupati, le massaie e tutta la brava gente del mio
paese. Chiedo venia proprio nel momento in cui la Chiesa chiede perdono
all'Islam per non aver "capito". Non lapidatemi dunque! Non scagliatevi contro
di me!
Che colpa ho io se - oggi - quelli che voi maldestramente avete
votato vi amministrano in modo così pedestre?
Quale colpa mi si può affibiare se lor signori, in barba al
deficit publico, hanno le mani bucate?
"Nessuna", direte voi... "Così fan tutti",
soggiunge qualcuno più oculato nell'elargire consigli a buon mercato.
Per questo, lasciate ogni intento maligno e... A S C O L T A T E M I!
Il precedente "amministratore" ha dimostrato di essere un abile
commediante, un sinistro replicante in salsa borghese, sin troppo loquace...
troppo...per i miei gusti.
Questo, invece, non è avvezzo alla politica... ma... sta
imparando.
Qual'è la politica che i vostri "beniamini" conoscono a
menadito e che VOI, COLPEVOLI ELETTORI, avete apertamente approvato? E' l'unica
politica possibile che il popolo italiota conosca: LA POLITICA DEL
COMPROMESSO; LA POLITICA DELLE CLIENTELE; LA POLITICA DEL DO UT
DES.
Si tratta, in buona sostanza, di accontentare i diversi
"centri di interesse" presenti sul terrirorio; Si tratta di mandare avanti la
baracca, anche quando questa fa acqua da tutte le parti; si tratta di saper
maneggiare la manovalanza elettorale in modo da soddisfare capra e cavoli. A
questo punto una domanda è d'obbligo. Servono veramente le elezioni o sono (come
si verifica puntualmnete) solo uno spreco di danaro pubblico?
Vi chiedo: cosa c'entrano la democrazia e i diritti, se voi, in
pratica, vi fate trattare come SUDDITI?
Perchè vi recate al seggio elettorale, persino con il solleone,
o durante una tempesta? Non sarebbe più saggio declinare tale inutile invito?
Basterebbe una delega in bianco, con annesso salvacondotto ai vostri referenti,
per esempio. Si potrebbe persino pensare ad un atto pubblico con tanto di timbro
notarile, risparmiandovi finanche la fatica di andare a votare. Invece no. Alle
urne bisogna andare, perchè voi volete "essere cittadini", voi "volete
scegliere"... Ah beata ingenuità, che strana razza d'ipocrisia è la vostra?
Personalmente ho stracciato da tempo la tessera elettorale e l'ho scaricata nel
wc del comune, in uno di quei tipici Wc, sporchi e luridi come le latrine
pubbliche e malfamate. Non era meglio avere una classe dirigente capace, un
manipolo di uomini eccellenti, agilmente guidati da un auriga di platonica
memoria, anzichè un numero imprecisato di mangiapatate a tradimento?
Sinceramente non vi capisco. Per tal motivo non posso provare dispiacere per ciò
che accade in questa "onorata società".
giovedì 14 settembre 2006
L'episteme del cittadino medio
Il tipo d'uomo
medio che vivacchia ai piedi del monte è principalmente egoista, maleducato,
quasi mai discreto, più attento al suo squallido "look", molto meno alla sua
"dignità" . E' favorevolmente incline al compromesso, dedito al vaniloquio auto
glorificante e, non di rado, sconfina nelle oscenità più licenziose. Il suo modo
di rapportarsi con gli altri oscilla fra un atteggiamento superbo,
spocchioso, ed uno più dimesso, a seconda dello status sociale che
immeritatamente riveste. Se occupa una qualsiasi carica risulta implacabile con
i sottoposti e ossequioso verso i superiori. Ottimista per natura, crede che il
mondo circostante sia "il migliore dei mondi possibili", e non si
chiede neppure se, per caso, "un altro mondo è possibile".
Apparentemente ben vestito, se non altro per gli abiti griffati che
indossa, raramente sa essere davvero elegante, mancando, appunto, di quella
merce rara che si chiama "classe". Nelle sue goffe esibizioni mondane assomiglia
molto al compianto Alberto Sordi che, nelle sue innumerevoli "gags", ha saputo
fotografare magnifica-mente il prototipo levantino in salsa italiota. Il
pedemontano medio non si discosta molto dal modello italiota, agilmente
interpretato dall'attore prima citato. Quando riesce ad abbindolare una
"puledra" autoctona inizialmente è sempre disponibile e generoso,
finchè, una volta raggiunti gli infimi scopi che si era prefisso, se la
puledra non potrà affiancarlo "degnamente" alle feste mondane di questa “onorata
società” o aiutarlo a salire gli scalini del “successo”, la abbandona in un
angolo come un giocattolo rotto. Se, per converso, è di “buona famiglia”, ossia
se la madre e la nonna della puledra possono vantare nei loro
curriculum vitae ottime referenze e credenziali, la cosa muta
radicalmente aspetto: il tipo diventa comprensivo, premuroso, a tratti
addirittura servile. Le referenze di queste non meglio identificate
puledre di “razza” assumono un peso decisivo nella scelta della compagna del
“tipo pedemontano”, in specie quando vengono raccomandate da
arcipreti e politicanti in auge in quel particolare momento. Ed è facile intuire
il perché. Ovviamente, quando il tipo in questione si trova di fronte ad una
tale “puledra” può anche accadere che le parti si invertano, con
conseguenze nefaste per il povero pony piccolo-borghese. Per la verità non sono
pochi i casi in cui, nello stesso clima di opportunismo rampicante, le parti,
per uno strano scherzo del caso, si invertono irrimediabilmente, mandando in
frantumi il piccolo castello di certezze del "buon uomo pedemontano".
Quest'ultimo, a detta delle poche ragazze veramente oneste, si rivela malandato
persino nell’intimità; oppure, per contro, è un vero e proprio cafone
malfamato. Legge poco e male, preferendo la cronaca locale a quella nazionale.
Ignora del tutto storia e filosofia o, al massimo, si entusiasma per le
tradizioni folkloristiche locali, prediligendo quelle manifestazioni presiedute
da compaesani e consaguinei. Professionalmente riesce quasi sempre a far
prevalere le sue ragioni, con ogni mezzo, lecito e non. L'importante è
prevaricare, non importa se poi qualcuno ci rimette le penne e neppure se a
farne le spese sia addirittura l'intera collettività. Quando non riesce nel suo
intento ripiega su posizioni subordinate, ossequiando il potente di turno,
aspettando tempi migliori per emergere e riguadagnare la posizione perduta. In
questo viene sempre aiutato dalla consorte che si prodiga in tutto e per tutto
affinché il suo amato "prode" raggiunga la vetta più alta possibile (molte volte
è necessario uno sgabello). Tutto è lecito per sedersi al desco dei potenti:
ossequi, regalie e, finanche proposte
indecenti. Nel tempo libero il cafone pedemontano
incontra i suoi simili al bar, per concedersi un aperitivo e scambiare le solite
inutili chiacchiere. In occasioni particolari organizza dei piccoli festini
privati dove si raccoglie tutta la "créme de la créme..." Molti di questi dandy
da strapazzo sono anche proprietari di vetture e moto di grossa cilindrata e
qualcuno più in su nella “scala” dei “disvalori” finanche di Ferrari testa
rossa. Il proprietario di un tale tipo di vettura, naturalmente, si
discosta dal medio interprete della borghesia locale. La sua lei sarà sempre una
spanna sopra le altre, magari molto più giovane di lui, sempre alla moda. Lui
indosserà oltre l’abito firmato anche un Rolex d’oro, e il suo look sarà sempre
in ordine, mai con un capello fuori posto. Ovviamente un tal tipo di personaggio
non rientra nella fattispecie qui esaminata. A questo punto sorge spontanea una
domanda: esiste veramente una superiorità antopologico-culturale, fra la massa
degli arrampicatori sociali e "l'elite" presa a modello dai
primi?
sabato 9 settembre 2006
Pezze rosse
Ieri
sera, in una delle due piazze principali, c'è stato un vanaglorioso sventolio
di bandiere rosse, di falci e di martelli. C'era bisogno davvero di una
sceneggiata simile? Cartelli che documentavano il degrado cittadino, attraverso
la macabra esposizione di fotografie scattate da dilettanti della ripresa.
Un'altra bacheca testimoniava lo sperpero di denaro pubblico, attraverso lo
scandaloso aumento dell'indennità di carica. Una compilation con le immagini
delle "gloriose" tessere del PCI. Peccato che il PRC assomiglia nè poco né
punto a quel grande partito di massa che fu il P.C.I. C'era veramente bisogno
di tutto questo? O forse i cittadini non vedono quanto accade dinanzi ai loro
occhi?
Ieri correva l'anniversario di un giorno triste per l'Italia
tutta, il giorno della vergogna.
E loro che fanno? Fanno una festa. Bravi! E cosa dovremmo
festeggiare? La gloria del nostro paese? O quello di Badoglio? Hanno saputo
costoro rispettare il sangue dei vinti, onorare le morti innocenti, assumere il
peso gravoso della storia?
Cosa hanno fatto di così encomiabile per dare lustro ad una
tradizione che ormai rappresenta solo una realtà marginale, quasi folkloristica,
che non rispetta nemmeno se stessa? Le sue scaturigini sono state piegate dalla
deriva economicista, dal lusso conformista di un intellettualismo squallido e
fine a se stesso. Perchè costoro, imberbi narcisisti, figli del benessere
borghese, sventolano le bandiere rosse e indossano improbabili T-shirt? Queste
manifestazioni "legali" fanno il verso a quelle parodistiche processioni
"illegali" in quel di Predappio, dove ogni anno, si recano turiferi
religiosi in camicia nera a menar vanto della loro vetusta fede. In che cosa si
sono adoperati - fattivamente - questi figli della borghesia? Pensano forse
basti aver imbastito quattro articoli per la compilazione di un giornalino per
dire di avercela fatta? Due fogli di carta formato A3, pieni di amenità e luoghi
comuni, di denuncie mai presentate, di articoli presi a prestito senza permesso,
di sproloqui senza nè capo nè coda. Che cosa avranno poi da sventolare così
orgogliosamente?
venerdì 8 settembre 2006
Voglia di "jihad"
Senza volerlo, l'altro ieri, mi sono imbattutto in
alcuni tizi che discutevano, con fare fra il serio e il faceto,
dell'imperversare in Europa di movimenti filoislamici che reclutano, soprattutto
fra i giovani, "adepti" da impiegare nella annosa battaglia contro
l'occidente.
Ebbene, neanche a farlo apposta, lo stesso giorno "il FOGLIO"
di Giuliano Ferrara (o di Veronica Lario) pubblicava in prima pagina la cronaca
di un arresto avvenuto in Danimarca di nove persone, con un età compresa fra i
diciotto e i 35 anni. Non solo giovanissimi, dunque. I nove arrestati sono
tutti danesi Doc. Questa notizia, più dell'arresto in se
stesso, ha destato uno scalpore spropositato.
Ci si meraviglia che nel "ventre molle dell'Europa" (come lo
chiama Ferrara) si possano verificare eventi del genere. Non quindi immigrati
fanatici che praticano lo "Jihad" , ma guerriglieri autoctoni che hanno
abbracciato la causa islamica.
Niente di più prevedibile, invece! Appare superfluo rimarcare
che si tratta di "cellule dormienti", non "movimenti di massa". Ed anche questo
è logico. Poichè è sempre una élite che si eleva sulla massa umanoide per far si
che le cose cambino realmente. Il legame con i fratelli musulmani, dunque, non è
un caso. L'islam - oggi - rappresenta un punto nevralgico di "coagulazione"
entro cui è possibile formare l'èlite. Quale giovane ardimentoso potrebbe essere
entusiasta d'entrare in un movimento che invece della lotta propone la "non
azione", la stasi . O se propone la guerra lo fa esclusivamente per mantenere lo
status quo per biechi interessi economici. Uno stato - è bene ricordarlo - che
non è più espressione della tradizione occidentale. Oggi tale tradizione è stata
inquinata da elementi spuri che ne hanno minato le fondamenta ed è ovvio che chi
ha uno spirito guerriero, non riesca ad aderivi più. L'alternativa esiste per
evitare di "cadere nelle braccia degli Isalmici" ma, ovviamente, non tutti la
conoscono.
Etichette:
Danimarca,
élite,
Islam,
jihad,
Occidente/Oriente
martedì 5 settembre 2006
Le guerre umanitarie
"Completato lo
sbarco del primo contingente di caschi bleu
italiani. Ottocentosettanta i militari destinati a rafforzare la misione
Onu nel Libano del sud. Obiettivo assistere l''esercito linbanese nell'azione di
bonifica da armi e miliziani hezbollah...".
In seguito al susseguirsi degli ultimi eventi
bellici è d'uopo - per i combattenti - scendere in campo e prendere posizione.
L'ONU (se ancora ci fosse il
bisogno di dimostrarlo) è un ricettacolo di bei propositi ad suo e consumo delle "menti
belle", che si fanno scudo della pace per proclamare la guerra.
Bisogna anzitutto affrancarsi
dalle congetture liberal-progressiste, secondo cui le "democrazie" devono
intervenire per ristabilire la "pace". Quale pace potrà esservi in un mondo
dominato dalle potenze della dissoluzione? Nell'ex Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq e in tutti
i territori del mondo gli americani e i reparti coloniali alleati hanno solo
portato distruzione e morte. Interventi eterodiretti, con lo scudo delle
"missioni di Pace" e degli interventi "umanitari", sono serviti unicamente a
modificare l'assetto geopolitico in funzione degli interessi ameriKani. Per tal
motivo, ogni popolo deve seguire il suo destino. E' ora che la gente apra gli
occhi e butti a mare tutto il ciarpame ideologico che sta alla base di queste
storture. Se, nel modo aumenta la disoccupazione, la povertà e quant'altro,
questo lo si deve al turbocapitalismo e al suo modo dissennato di guidare il
mondo. Beninteso: non esiterà mai un paradiso in terra! Credere questo equivale
ad essere dei "fanciulli dello spirito", degli imberbi inamidati e tirati a
lucido.
La guerra è una cosa
giusta. Ma lo è quando essa avviene secondo i canoni della normalità, quando
essa rispetta il CODICE DI GUERRA, quando la guerra è vissuta per se stessa,
non per motivi di second'ordine. Non è un caso che i militari d'oggi vengano chiamati
"sold-ati", quindi mercenari al soldo del potentati economici e non più
guerrieri al servizio dello spirito.
Sic transit gloria
mundi.
lunedì 4 settembre 2006
Spinello Libero. Ferrero colpisce ancora.
Dopo la "stanza del buco" e l'assoluzione del "muro
antispaccio" a Padova, arriva per la gioia degli allucinati in servizio
permanente effettivo, lo Spinello depenalizzato. Tutti
potranno fumare senza essere fermati, perquisiti e neppure "derubati" della
piacevole sostanza. Si fumerà liberamente, senza paura di beccarsi qualche
sanzione, nemmeno una tiratina d'orecchie sarà consentita, poichè come dice uno
slogan rifondarolo "giusto o sbagliato, fumare uno spinello non è
reato"! Ognuno potrà fumare come e dove vuole: uno spinello al
bar, un altro in ufficio, un altro al parco e chi se frega se ci sono bambini;
si fumerà persino dove c'è il cartello "vietato fumare". Insomna non si può dire
che Ferrero sia contro le liberalizzazioni... Peccato sia ancora a pagamento, a
questo punto sarebbe lecito pensarlo. Se non altro si eviterebbero tutta una
serie di piccoli reati per procurarsi questa malerba. Il decreto non prevede il
carcere poichè il consumo di droga - asserisce il "dolce" Ferrero - non è
problema di ordine pubblico e non può penalizzare il libero consumatore. E dire
che c'è chi sostiene ancora che il "bravo" ministro rifondarolo sia contro le
liberalizzazioni! O forse si parlava d'altro...
Ferrero: un nome, una garanzia.
A dispetto del nome che porta, il ministro per la
solidarietà sociale risulta essere un boccone amaro per i piccoli proprietari di
casa che rappresentano gran parte degli italiani. Come potrebbe essere
diversamente? Il blocco degli sfratti è una delle tante mosse truffaldine che
uno Stato di Diritto non dovrebbe in alcun modo tollerare. Invece, siccome il
diritto delle persone conta poco, ecco allora dare man forte ad un tipo di
legislazione che di sociale ha ben poco se non di rendere omaggio agli inquilini
morosi. Oggi, al pieno diritto di godimento della proprietà viene sostituito il
più incerto dei principi: quello della proprietà "controllata". Non è il
proprietario a decidere e nemmeno un contratto firmato e regolarmente
registrato. Decidono i giudici, tutti di sinistra, magari con la kefiah o col
foulard color arcobaleno. A cosa servirebbe un tale tipo di proprietà? Il
cittadino comune conosce le angherie degli inquilini molesti: ritardo nei
pagamenti, appartamenti lasciati in pessimo stato, lamentele fra i condomini
ecc. Il più delle volte sono proprio gli inquilini molesti ad essere oggetto di
sfratto e, sovente, sono proprio quelli peggiori ad avere la meglio, grazie ad
una legilslazione permissiva e tollerante verso questi falsi poveri, che
sprecano e spandono in altri generi di consumo, senza pensare di onorare quanto
avevano precedentemente sottoscritto.
Gli antichi romani dicevano: "Pacta servanda sunt
".
Ma noi, purtroppo, assomigliamo sempre meno ai nostri illustri antenati.domenica 3 settembre 2006
Dipendenti statali
Stamattina, per puro caso, ho comprato il giornale
diretto da Vittorio Feltri. Neanche a farlo apposta, l'editoriale a sua firma,
nel commentare un articolo di Pietro Ichino sul più blasonato Corriere della
Sera, faceva riferimento all'ipotesi (che qui da noi assume il ruolo di una
"chimera") di licenziamento anche per i cosidetti lavoratori pubblici. Come ho
avuto modo di scrivere anch'io qualche giorno fa, questo è un problema di
portata enorme, poichè i pubblici dipendenti godono di una protezione
- pressochè assoluta - da parte della "trimurti" sindacale. E non c'è verso per
farli muovere dallo loro sedia. Non si può far ricorso alla "mobilità"; non si
possono chiedere cose non contemplate dal contratto e, nel caso di veri e propri
nullafacenti, non si può nemmeno lontanamente pensare al licenziamento in tronco
del dipendente inoperoso. Una protezione che non trova eguali in altri settori.
Per esempio il sindacato nulla fa per i disoccupati e gli inoccupati. Alla fine
ho avuto una vaga impressione: forse il Direttore di "libero" legge il mio Blog.
Iscriviti a:
Post (Atom)